La Verbena Officinalis è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Verbenacee; in natura cresce spontaneamente su terreni incolti e ai bordi della strada, ma è tranquillamente coltivabile anche in casa.
È caratterizzata da un aspetto non troppo appariscente, con foglie incise, fusto di dimensioni ridotte e fiorellini azzurro viola di piccolissime dimensioni, da un sapore amaro e da un profumo decisamente poco percepibile, da non confondere con l'aroma ben più intenso sprigionato dalla similare Verbena Odorosa, anche detta Cedrina.
La Verbena fiorisce nel periodo a cavallo tra estate e autunno e richiede terreni umidi e ricchi di humus, non argillosi. Ha bisogno di annaffiature leggere e costanti e richiede una costante esposizione alla luce solare, meglio ancora se battente; d'inverno teme l'umidità e la pioggia ed è pertanto adatta alla vita da appartamento, a patto di poter sostare in zone luminose ed arieggiate.
Una volta raccolta può essere lasciata essiccare al sole e conservata in barattoli di vetro.
I Druidi della Britannia la utilizzavano come antidoto contro il malocchio; preponevano i sacerdoti alla sua raccolta (che veniva effettuata secondo precisi rituali) e la riservavano all'adorno di templi e luoghi di culto.
Le proprietà della Verbena presagite dalle popolazioni antiche sono state ad oggi confermate scientificamente, tanto da coronarla come rimedio omeopatico quasi tuttofare.
Le proprietà curative della Verbena: la pianta tuttofare
Le proprietà curative della Verbena hanno origine quasi tutte dal principale componente delle sue foglie: la Verbanelina.
La Verbanelina è una sostanza incredibilmente versatile in grado di produrre importanti effetti a carico del sistema nervoso vegetativo parasimpatico; è pertanto una sostanza analgesica e antinfiammatoria, oltre che febbrifuga (le sono stati riconosciuti meriti maggiori che al chinino, senza però le controindicazioni irreversibili provocate da quest'ultimo).
- Tra le proprietà della Verbena si annoverano sicuramente quelle galattogene: la pianta è in grado di regolare il ciclo mestruale femminile e la produzione di latte materno, ma anche i flussi ormonali maschili, stimolando la libido a tal punto da essere ritenuta afrodisiaca.
- È un ottimo astringente per i tessuti ed è guaritiva per numerose infezioni, dal momento che se assunta con regolarità è in grado di innalzare le difese immunitarie dell'organismo.
- E' utilizzata per curare le malattie del fegato e della milza (rispettivamente itterizia e congestione) ed è funzionale nella terapia dell'emicrania e dello stress, poiché tonica ed antispastica (adatta a controllare le tossi nervose).
- La Verbena contiene poi mucillagine e tannino, due componenti contemporaneamente emollienti ed astringenti, in grado di stimolare lo stomaco a secernere succhi gastrici e a regolare la digestione.
Controindicazioni e interazioni con i farmaci
La pianta può interferire con la maggior parte delle terapie ormonali, con alcuni sedativi aumentandone l'efficacia e con i farmaci per il controllo della pressione arteriosa.
Occhio infine alle ipersensibilità individuali nei confronti di una o più parti della pianta (es. allergie ai pollini).
Modalità di assunzione
- La Verbena può essere assunta sotto forma di decotto o infuso per risolvere episodi di diarree e coliche e rimettere in sesto l'equilibro intestinale.
- Sempre come decotto è perfetta come cura alternativa per risolvere i calcoli biliari e quelli renali (vanta infatti di una notevole azione diuretica).
- Sotto forma di unguento, acquistato ma anche preparato in casa, viene utilizzata per guarire le ferite e velocizzare la cicatrizzazione dei tessuti, è molto impiegata nella cura delle piaghe da decubito e trova numerosi consensi anche come ingrediente dei preparati farmaceutici.
- Le foglie secche, se sminuzzate e lasciate a macerare nell'aceto di vino bianco o meglio ancora di mele, permettono di creare un ottimo tonico per ridare nuova vita alla pelle spenta e ingrigita.
Le proprietà della Verbena la rendono poi adatta alla risoluzione di sinusiti e raffreddamenti, possibilmente utilizzata sotto forma di decotto per effettuare profondi gargarismi. Lasciata invece a bollire nell'aceto bianco (poi filtrato) è perfetta per essere applicata sotto forma di impacco sulle aree del corpo doloranti; ottima quindi per curare sciatica e mal di testa senza ricorrere agli antidolorifici tradizionali.