il coraggio di Zoe.
A tutti coloro che cercano di salvarmi la vita. L’antica mitologia greca narra che gli dei dell’Olimpo usavano scendere nelle corti di giustizia dell’antica Atene per disputare fra loro. Questo si diceva per dimostrare l’alto livello dell’amministrazione della giustizia nell’antica Grecia. Ma che sarebbe se quegli dei esistessero oggi? E che cosa accadrebbe loro se si trovassero ad essere avversari politici degli attuali governanti greci? Sicuramente volerebbero lontano dalla Grecia, per salvarsi dai tribunali della Grecia di oggi! Questi tribunali funzionano come macchine per la fabbricazione in serie di verdetti contro i cittadini democratici. Nei cinque anni fra il 1945 e il 1950, sono state emanate circa cinquantamila sentenze e condannate a morte cinquemila persone. Di queste condanne circa duemila sono state eseguite; e vi sono comprese molte donne, sia anziane che giovani, persino ragazze di diciassette anni. Questi tribunali possono esser stati clementi verso delinquenti comuni, ladri, assassini. Ma nessuna indulgenza è mostrata nei confronti degli avversari ideologici. Questi tribunali militari hanno condannato a morte due eminenti educatori greci, Sotiris Sukaras e Nikos Kiskiras. Essi sono riusciti,però, a ottenere un nuovo processo di fronte ai tribunali ordinari. E sono stati assolti. Questo è solo uno di molti casi del genere. Ma la domanda che ora si pone è: quali sono le cause di questa ferocia senza precedenti? La Grecia è un paese povero, perché le classi dominanti si sono sempre sostenute principalmente con prestiti stranieri e non hanno cercato di sviluppare le risorse del paese. Il risultato è che il tenore di vita del popolo non è migliorato affatto. Ma, finché all’arretratezza economica delle masse corrispondeva la loro arretratezza politica, le classi ricche sfruttatrici potevano dominare con facilità e senza nessuna seria preoccupazione sociale. E’ esattamente quel che accadeva in Inghilterra prima del movimento cartista. Ma, sotto l’occupazione nazista, la resistenza armata del popolo contro gli invasori contribuì a sviluppare la lotta per una vita migliore e per la partecipazione del popolo al governo del paese. Da quel momento, veri e propri conflitti sociali cominciarono a sorgere, fino a raggiungere il culmine dopo la liberazione. L’accordo di Varkiza, che fu garantito dal governo britannico, (l’accordo prevedeva che tutte le formazioni partigiane deponessero le armi, ma i gruppi di destra non lo rispettarono) fu violato dalla Destra che cominciò una guerra civile unilaterale contro i cittadini democratici. Migliaia di persone furono uccise e altre centinaia costrette a rifugiarsi in montagna. Così cominciò la guerra civile. Finì dopo tre anni, con la ritirata dell’esercito democratico di fronte alla superiorità soverchiante degli uomini e dei mezzi che gli erano stati opposti, una superiorità che era di cinquanta contro uno. (L’esercito governativo fu rifornito di armi dagli inglesi e dagli americani). Non di meno, benché tre anni siano trascorsi da allora, le forze di destra, coloro che commerciano sull’odio e sul sangue versato dall’una e dall’altra parte, continuano la persecuzione degli avversari politici, con il pieno appoggio degli Stati Uniti. Ora essi conducono nuovamente una guerra civile unilaterale, sotto un travestimento giuridico. Hanno imposto un decreto legge, la famosa legge 509, per cui si presume che chiunque appartiene a una organizzazione di sinistra si proponga di <rovesciare con la violenza il regime attuale>. Egli può essere così arrestato, processato da speciali corti marziali e, di regola, condannato a morte o al carcere a vita. Recentemente, grazie all’influenza esercitata dalle forze democratiche in Grecia e all’estero, coloro che sono accusati di avere contravvenuto alla legge 509 vengono giudicati dai tribunali ordinari. Le sentenze di questi tribunali non sono troppo gravi, benché anche questi giudici siano molto reazionari. Questo fatto ha costretto la cricca che ancora conserva i posti chiave nell’apparato statale a mutare tattica. Così, sebbene noi fossimo stati già processati quattro mesi fa e condannati a morte per violazione della legge 509, siamo stati ora processati una seconda volta in forza della mostruosa legge 375 che fu approvata sotto la dittatura di Metaxas. Questo decreto legge punisce lo <spionaggio> con la morte o il carcere a vita, senza peraltro specificare che cosa costituisca spionaggio. La corte marziale che ci ha processati si componeva di ufficiali che, in qualità di giudici di tribunali speciali, aveva già mandato davanti al plotone d’esecuzione centinaia di cittadini. Come testimoni a carico, apparvero uomini che ci perseguitano da trent’anni e che espressero la teoria secondo cui qualsiasi uomo di sinistra è una spia se è amico dell’Unione Sovietica. Per rendere impossibile ogni nostra difesa, fummo tenuti in celle isolate. Non ci fu permesso di avere nessun contatto col mondo esterno, nemmeno attraverso i giornali, la carta e la penna. Di là eravamo trasportati ogni giorno al processo sotto la scorta di uno sciame di poliziotti, come bestiame al macello. Ci fu persino impedito di discutere il nostro caso con i nostri avvocati. Come prove, furono portati in aula due apparecchi radio. Con quelle, secondo i testimoni dell’accusa, i dirigenti esiliati del Partito comunista e del Partito contadino mantenevano contatti con i dirigenti comunisti in Grecia. Come ulteriori prove, furono presentati alcuni <messaggi> che non dicevano assolutamente nulla. Nessun altro tribunale li avrebbe presi in considerazione, dato che i nostri accusatori affermavano di averli intercettati durante ipotetiche trasmissioni effettuate un anno prima, e di averli decifrati in seguito alla scoperta, compiuta quest’anno, di tre apparecchi radio e di un cifrario. Chiunque potrebbe presentare messaggi del genere e dire di averli intercettati l’anno scorso e di averli decifrati quest’anno. Come possono essere provate simili affermazioni? E come potevamo noi provare che si trattava semplicemente di messaggi inventati? Ma la cosa più stupefacente di quei messaggi è che essi recavano la data della primavera 1051. Noi siamo in carcere, e nell’isolamento, fin dal 1950. Ma, nonostante questo, siamo stati condannati a morte perché non abbiamo voluto nascondere le nostre idee, benché sarebbe bastato che dicessimo una sola parola di rinuncia, come fece Galileo, per assicurarci la libertà. In realtà, la nostra fede politica è il vero motivo della sentenza. L’accusa di spionaggio è una bassa calunnia e non è fondata su nessuna prova. Tutta la mia vita smentisce quest’accusa. Quando avevo diciassette anni e ero ancora uno studente, cominciai a credere nell’idea socialista. Da allora, per vent’anni, la mia vita è stata dedicata alla lotta per la democrazia, l’indipendenza e il benessere del mio paese. Fu per questo che la reazione greca mi espulse dall’Università di Atene, mi esiliò e mi incarcerò durante la dittatura di Metaxas. Non ho scelto la vita del professionista, benché mi sarebbe stato facile. Ho preferito scegliere una vita piena di persecuzioni, dolore e lacrime. Gli invasori tedeschi e italiani mi misero in un campo di concentramento. Cercai di scappare e lottai con tutte le mie forze, spesso collaborando con le missioni inglesi. Dopo la liberazione, continuai la mia lotta politica. Contemporaneamente, fondai la rivista di politica ed economia <Peloponneso Libero>. Nel 1945 riuscii a riprendere i miei studi e terminai di scrivere due libri. Uno era intitolato <Lo sviluppo economico della Grecia>, l’altro <Storia della letteratura greca contemporanea> . Ma nessuno dei due è stato pubblicato, perché la persecuzione politica lo ha impedito. Dopo la fine del 1946, fui di nuovo ricercato dalla polizia. Tutta la mia famiglia fu sterminata, e ora lo stesso destino attende me. Ma il mio non è un caso isolato. Vi sono migliaia di altri uomini nella stessa situazione. Questa guerra civile unilaterale contro i sostenitori della sinistra greca porterà altre grandi sofferenze alla Grecia. Mentre, se ci fosse buona volontà da parte delle forze di destra, il problema di salvare il nostro infelice paese e il nostro popolo sarebbe semplice. Infatti, la sua soluzione è contenuta in queste parole: <Democrazia, amnistia generale, pace e provvedimenti per migliorare il tenore di vita del popolo>. Ma il governo accetterebbe questo programma? That is the question, come scrisse il grande drammaturgo inglese Shakespeare. -Nikos Beloyannis, dal carcere di Calitéa, Atene, 12 marzo 1952. Fucilato.
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MORTE DELL’UOMO PROLETARIO
Gli avevano strappato la pelle dalle mani,
rotta la schiena,
gli avevano scavato un foro nella fronte,
e per morire così
egli aveva dovuto soffrire
tutta la vita.
-Paul Eluard-
fuori dal carcere.
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