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Verità e finzione ne “La sorella di Mozart”. I luoghi e gli episodi

Creato il 21 aprile 2011 da Rita Charbonnier @ritacharbonnier

Verità e finzione ne “La sorella di Mozart”. I luoghi e gli episodi

Casa natale di Mozart, cucina. Foto: skruk


Seconda parte delle annotazioni sugli elementi di realtà nel mio romanzo (qui la prima). Luoghi ed episodi sono elencati in ordine di apparizione nella storia; al termine di ogni nota, la pagina di riferimento nella nuova edizione Piemme Bestseller del libro.
Getreidegasse
Getreidegasse (che vuol dire “vicolo delle granaglie”) è il nome odierno della strada al numero 9 della quale si trova la casa natale di Mozart.
(pag. 22)
Il Regno di Dietro
Questa curiosa denominazione è la traduzione libera dell’espressione effettivamente utilizzata da Mozart bambino per designare un Paese immaginario del quale si riteneva sovrano: Königreich Rücken. Königreich vuol dire regno e Rücken schiena: il Regno della Schiena. Nessuno sa perché lo chiamasse così e la stessa Nannerl, sua sorella, affermò di non ricordarlo – in uno scritto pubblicato sulla rivista Allgemeine musikalische Zeitung nel gennaio del 1800, con il titolo “Memorie della sorella di Mozart”.
(pag. 22)
Il piccolo violinista
L’episodio di Mozart bambino che fa i capricci per suonare il violino insieme agli adulti, e ci riesce, è documentato. Vedi ad esempio Bernhard Paumgartner, Mozart (Einaudi, 1994), pag. 106.
(pag. 26)
Il concerto a Monaco di Baviera
La grande tournée europea della famiglia Mozart durò oltre tre anni, da giugno 1763 a novembre 1766. Nel giugno 1763, a Monaco, Wolfgang e sua sorella Nannerl ebbero la possibilità di suonare per Massimiliano III Giuseppe (1727 – 1777), principe elettore di Baviera, figlio dell’imperatore Carlo VII, fratello della principessa Maria Antonia Walpurga (1724 – 1780). Nella realtà le cose andarono peggio che nel romanzo: c’era poco tempo per i trattenimenti musicali e Nannerl non riuscì a esibirsi. Suonò solo Wolfgang. Il principe elettore si rammaricò vivamente con Leopold Mozart, il padre, di non aver potuto ascoltare anche la fanciulla – come racconta lo stesso Leopold in una lettera del 21 giugno 1763.
(pag. 37)
Versailles
La famiglia Mozart sostò a Versailles due settimane, tra la fine del 1763 e l’inizio del 1764. Abitava “Au Cormier”, vicino al castello. Regnava al tempo Luigi XV (1710 – 1774), che aveva sposato nel 1724 Maria Leszczynska (1703 – 1768), figlia del re di Polonia Stanislao I Leszczynski. In una lettera del 1 febbraio 1764, Leopold Mozart descrive il “grand couvert” del Primo dell’Anno e racconta con orgoglio di come la regina avesse vezzeggiato il suo figlioletto.
(pag. 47-60)
L’incontro con Johann Christian Bach
Il noto compositore (1735 – 1782, vedi anche qui) viveva a Londra, dove i Mozart arrivarono nell’aprile del 1764. L’incontro avvenne davvero, stando a una lettera del 19 marzo 1765 nella quale Leopold scrive: “abbiamo fatto la conoscenza del signor Bach!”
Wolfgang in fin di vita
Sia Wolfgang sia Nannerl si ammalarono gravemente più volte nel corso della tournée. A correre il rischio più serio, nella realtà, fu lei: nell’ottobre del 1765, in Olanda, per via di una violenta febbre tifoidea, le fu somministrata l’estrema unzione.
(pag. 71)
Verità e finzione ne “La sorella di Mozart”. I luoghi e gli episodi

Il viaggio in Italia
Accompagnato dal solo padre, Mozart da adolescente fece tre viaggi di studio e promozione artistica in Italia: da dicembre 1769 a marzo 1771; da agosto a dicembre 1771; da ottobre 1772 a marzo 1773. Nel romanzo i viaggi sono condensati in uno per ragioni narrative. Durante l’assenza degli uomini di casa, Nannerl dava effettivamente lezioni di musica ed era molto apprezzata presso la buona società salisburghese.
(da pag. 99)
Wolfgang e Leopold a Mantova
L’episodio dell’inseguimento della carrozza dei principi è documentato: in una lettera alla moglie del 26 gennaio 1770, Leopold racconta dei propri infruttuosi tentativi di farsi ricevere da Michele II von Thurn und Taxis (1722 – 1789).
(pag. 111)
Farinelli
La visita al grande cantante Farinelli (vero nome Carlo Broschi, 1705 – 1782) nella sua villa fuori Bologna, che oggi non esiste più, avvenne nel marzo 1770. Leopold ne parla alla moglie in una lettera del 27 del mese. La cantante Clementina Spagnoli detta “Spagnoletta” è un personaggio storico, ed era presente alla visita. Non c’era invece padre Giovanni Battista Martini (1706 – 1784), che diede a Mozart lezioni di armonia e composizione durante il soggiorno bolognese e rimase per lui un importante punto di riferimento. L’episodio contiene un accenno alla prossima rappresentazione di un’opera di Mozart presso il Regio Ducal Teatro di Milano: si tratta di Mitridate, re di Ponto, K 87. Andò in scena nel dicembre 1770; Mozart ne iniziò la composizione nel settembre dello stesso anno.
(pag. 124)
Tiro al bersaglio
Quello di sparare proiettili piumati su tavolette di legno dipinte a colori accesi era un passatempo molto di moda nei salotti, all’epoca di Mozart. Non sono rimaste tavole originali dell’epoca, ma alcune sono state ricreate sulla base delle minuziose descrizioni che lo stesso Mozart ne fa in alcune lettere. In quella qui sotto, Nannerl è seduta al cembalo con Pimperl, il fox terrier a pelo ruvido di famiglia (che nel romanzo non compare), ritto “in piedi” sulla cassa.
(pag. 141)
Verità e finzione ne “La sorella di Mozart”. I luoghi e gli episodi

L’incidente in carrozza
Il 26 giugno 1770, sulla via da Napoli a Roma, Leopold e Wolfgang Mozart ebbero effettivamente un incidente che provocò il ferimento di Leopold a una gamba. La ferita si infettò e guarì dopo diversi mesi.
(pag. 146)
A Vienna, a Vienna!
Nella realtà il trasferimento di Mozart a Vienna si svolse in modo piuttosto diverso. Il Maestro vi recò nel 1781 al seguito dell’arcivescovo Colloredo, da musicista stipendiato. D’un tratto si licenziò, gettando il padre nella costernazione, e iniziò quella che oggi definiremmo la libera professione.
(pag. 240)
L’incontro di Nannerl con i medici
I nomi dei medici che tentarono di curare Mozart (come già detto) sono quelli veri. L’episodio contiene un riferimento alla vicenda delle “avvelenatrici di Campo de’ Fiori”, che nella Roma del ’600 sembra vendessero un potente veleno, incolore e insapore, alle donne ansiose di liberarsi dei mariti. Furono scoperte, torturate e giustiziate nel 1659.
(pag. 304)
Hic habitat felicitas
La statua di Mozart che tuttora si può ammirare a Salisburgo nella Mozartplatz, opera di Ludwig Michael von Schwanthaler (1802 – 1848), fu inaugurata nel 1842: tredici anni dopo la morte di Nannerl e pochi mesi dopo la morte di Constanze, la vedova del Maestro. Erano presenti i loro due figli, Carl Thomas Mozart e e Franz Xaver Wolfgang Mozart. Durante i lavori di scavo era stato effettivamente rinvenuto il mosaico romano che riporta la frase “HIC HABITAT FELICITAS, NIHIL INTRET MALI”. Il mosaico è conservato a Salisburgo.
(pag. 327)

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