Di FRANCESCO TERZAGO
Come ripeteva spesso il mio docente di Glossematica (Filosofia del Linguaggio) Romeo Galassi, i geni tendono a morire giovani – questo concetto è legato al fatto che non ci è dato sapere che cosa queste persone dotate di qualità straordinarie avrebbero potuto fare qualora non ci avessero lasciato anzi tempo; quali risultati, in questo caso, la sua scrittura avrebbe potuto raggiungere – è procedimento psicologico, insidioso, quello che consacra autori che sono morti giovani, non sapremo mai se queste persone, sulle lunghe distanze, si sarebbe smarrite, non avrebbero più prodotto nulla di valevole.Così, quanto di Simone ci è rimasto, parla di una forza generatrice espressa, ai nostri occhi, solo in minima parte, avvisaglia di un futuro letterario che non è esistito e che sarebbe potuto essere contraddistinto dal successo. Eppure, un altro orizzonte possibile, avrebbe voluto un destino differente per l’opera di questo autore, come degli altri che hanno avuto la medesima sorte. Un orizzonte dove questa energia si sarebbe, in breve tempo, esaurire e non avrebbe così condotto a ulteriori risultati ammirevoli – come nel caso di Wordsworth
la cui produzione che apprezziamo maggiormente non è certo quella tarda. Il fascino che scaturisce da queste figure, numerose nel mondo della Letteratura, sta proprio in questa ambiguità – nel fatto che non ci sia dato il modo di comprendere i loro effettivi limiti e così, nel dubbio, ai nostri occhi sono sospesi, evaporano; l’opera incompiuta è per noi origine di interesse ben più di quella a cui sia stata posta la parola fine, perché grazie a essa possiamo intravedere le forze generatrici in atto.Dopo questa premessa ho l’impressione che, sebbene il corpus poetico di Cattaneo sia ridotto – a occhio e croce stiamo parlando di un centinaio di poesie – ed è, del resto, non omogeneo, esso abbia rappresentato, e i sondaggi di Pordenonelegge ne sarebbero la testimonianza, un riferimento importante per i giovani poeti italiani; il suo nome è, se non ricordo male, l’unico che occorra con una frequenza apprezzabile, Simone è tra tutti i poeti, citati in modo maggiore, il solo che sia nato dopo il boom economico. 7-8 poeti lo hanno inserito tra i loro tre autori di riferimento e io sono tra questi.Un centinaio di poesie sono, e ci tengo a precisarlo, più di quanto si possa credere, la Szymborska, della quale leggevo recentemente un’intervista, in un
libricino edito in Italia da Terre di Mezzo, e che vi suggerisco di procurarvi, sosteneva di non aver scritto più di 200 poesie, o per meglio dire, di averne scritte sì in numero maggiore ma di ritenere solo quelle poche adatte alla pubblicazione “Vede, ho anche un cestino della carta straccia. Se scrivo qualcosa alla sera e lo rileggo il mattino dopo, capita che finisca nella spazzatura. Oppure succede che lo conservi.”Cattaneo è, a mio modesto parere, stato capace di descrivere in modo particolarmente efficace la vita blasé (
Simmel), quella sensazione di
distacco, che l’uomo moderno e metropolitano conosce – il tentativo, di uscire da questo stato, di sperimentare, di conseguenza, forme di piacere e di dolore sempre più intense.
Il componimento di Simone Cattaneo è andato in onda nella puntata di Moonstone di lunedì 24 novembre 2014.
Nell’arco dei prossimi mesi Francesco Terzago leggerà per voi i testi poetici di decine di autori diversi, mettendoli a disposizione su Vermena, su YouTube, su Critica Impura e, in onde radio, all’interno di Moonstone, la trasmissione di musica alternativa e letture poetiche condotta da Sonia Caporossi, in onda ogni lunedì su RCM – Radio Centro Musica dalle 21 a mezzanotte.Seguite il progetto tramite i seguenti link:http://vermena.blogspot.it/
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