Quale è la reazione di Arcigay Napoli a questa notizia?
Abbiamo avuto notizia di questa iniziativa e siamo in contatto con la Digos per fare in modo che il prossimo Pride di Napoli sia una manifestazione sicura per tutti. Le forze dell’ordine sono già allertate per il fatto che alcune chiese evangeliche non solo in Italia ma nel mondo si stanno organizzando in occasione delle manifestazioni per il pride, con forti campagne di comunicazione a favore delle terapie riparative e per rafforzare messaggi omofobi. Conoscendo il potere economico di queste organizzazioni è lecito aspettarsi un forte investimento in queste campagne. E’ inutile dire che questo tipo di messaggi oltre ad essere antiscientifico è molto dannoso per tante persone che vivono il proprio momento di accettazione.
Venerdì scorso è stata calendarizzata la discussione della legge contro l’omofobia ma nel nostro paese pare che si sia abbassata la guardia sul tema. Non c’è la preoccupazione che in un clima di lacerazione come quello che viviamo, diversi gruppi sociali possano proprio unirsi sull’omofobia?
Si, ed abbiamo osservato che Napoli è stata la prima città italiana in cui si c’è stato il tentativo, per ora fallito, di costituire un nucleo di Alba Dorata, gruppo neonazista nato in Grecia. Siamo anche fiduciosi sul fatto che la città stessa reagisca spontaneamente e che arrivino segnali di contrasto all’omofobia dalla parte della stessa chiesa cattolica più aperta al dialogo. C’è da dire che se c’è il rischio che il fronte omofobo si rafforzi il fronte laico rischia di perdere pezzi. A me ha preoccupato ad esempio il comunicato ufficiale dell’associazione Luca Coscioni, un’associazione radicale, che è stato poi rimosso, sulla critica a chi al pride ci viene travestita ed in pailettes. Se pure dall’ ambito radicale iniziano ad arrivare messaggi di questi tipo significa che siamo piombati indietro di sessant’anni.
Puoi rassicurare i lettori che il Napoli Pride sarà una manifestazione sicura?