- L’assenza di trasparenza da parte delle società costituite indirettamente dal Comune e dalla Provincia attraverso le controllate (es. compensi agli organi);
- La moltiplicazione delle società di gestione dei servizi (4 società controllate da Agsm, 3 società di trasporto pubblico locale e Transeco controllata da Amia);
- Le due società, APTV e AMT, non gestiscono il servizio di trasporto locale e producono dei costi, rappresentati dai compensi assegnati agli organi, che ammontano annualmente a 356.367 euro;
- La scelta di Agsm, tanto discussa e contestata, di sponsorizzare la squadra di calcio Hellas Verona ha provocato tra gli utenti l’effetto di abbandonare Agsm per la fornitura dell’energia.
Gli eventi descritti dovrebbero far riflettere i cittadini e le forze politiche per avviare un cambiamento positivo nella città.
La valutazione delle competenze Nel Comune e nella Provincia di Verona non è consentito ai cittadini veronesi presentare candidature nei consigli di amministrazioni delle società controllate per i seguenti motivi:
- Nel Comune è previsto che le candidature devono essere sottoscritte dai consiglieri comunali. Questo espediente non permette la presentazione di candidature al di fuori del sistema dei partiti;
- Nella Provincia le persone da designare negli incarichi vengono deliberati dal Consiglio Provinciale e non è prevista la presentazione di candidature. Le persone da nominare vengono scelte dai gruppi consiliari senza una seria e responsabile valutazione delle competenze in una logica di spartizione del potere.
Il potere di nomina nelle società controllate o partecipate appartiene al Sindaco ed al Presidente della Provincia ed i sistemi adottati dagli enti per le nomine consentono la lottizzazione del potere tra la maggioranza e la minoranza del consiglio comunale e provinciale.
L’occupazione del potere in atto privilegia la fedeltà e l’appartenenza politica ad un partito o ad una corrente e non considera le conoscenze e le competenze delle persone da mettere al servizio dell’azienda e della comunità locale.
La responsabilità delle nomine è affidata per legge al capo dell’amministrazione e, pertanto, occorre eliminare gli artifici che consentono la situazione descritta e restituire l’onere delle scelte al Sindaco e al Presidente in quanto in questa situazione di confusione e di lottizzazione nessuno risponde delle valutazioni effettuate. Con l’eliminazione di tali espedienti il Capo dell’Amministrazione dovrà rispondere ai cittadini ed alle forze politiche per le scelte effettuate.
Il Sindaco di Bologna in una recente intervista a Repubblica ha dichiarato che occorre, tra le misure da adottare subito, “evitare che sulle partecipate ci sia la mano dei partiti, che diventino il parcheggio di personale in attesa di miglior destino. Destino economico, intendo”.
In una intervista Sergio Chiamparino, ex sindaco di Torino, afferma che “indubbiamente centrale è il tema della qualità delle persone che gli azionisti pubblici chiamano a compiti di gestione. Il vero danno apportato dalla lottizzazione fra i partiti deriva dal fatto che, a quel punto, i nominati, qualunque sia la loro qualità professionale, tendono a rispondere prevalentemente al partito da cui dipende la loro nomina piuttosto che all'ente azionista della società. Ed e' ovvio che non e' affatto scontato che vi sia coincidenza fra gli obiettivi dei partiti e quelle degli enti azionisti, in quanto i primi mirano ovviamente prima di tutto al consenso mentre i secondi dovrebbero puntare alla efficienza ed efficacia dell' azione aziendale. Nella mia decennale esperienza di sindaco ho cercato di trovare una via mediana fra le due esigenze definendo le nomine degli amministratori delegati o dei presidenti con deleghe gestionali al di fuori di qualunque negoziazione con i partiti della maggioranza, discutendo invece con i medesimi ed anche con l'opposizione le nomine per i Consigli di amministrazione sempre sulla base di rose di nomi al cui interno il sindaco si riservava la decisione finale. Nella mia esperienza ho cercato di utilizzare persone che avessero o avessero avuto esperienze manageriali o comunque di gestione di strutture complesse”.
Pietro Ichino, Federico Testa e Davide Zoggia, autorevoli esponenti del Partito Democratico, in una intervista rilasciata a questo blog, ribadiscono l’importanza di nominare nei consigli di amministrazione delle società controllate o partecipate dagli enti locali persone che siano in possesso delle competenze adeguate alla gestione dei servizi pubblici locali.
A Verona sembra che solo gli “esponenti politici locali” siano in possesso di una cultura strategica ed organizzativa elevata che permette loro di gestire qualunque cosa, escludendo le capacità e le professionalità presenti nella società civile. A queste favole non credo per niente anche se è vero che buona parte dei politici possiedono notevoli capacità e competenze in particolari settori.
Occorre introdurre poche regole efficaci per regolamentare la scelta dei candidati:
- Il divieto di cumulo delle cariche;
- La presentazione delle candidature da parte di coloro che ritengono di possedere i requisiti;
- La valutazione delle competenze;
- Il colloquio pubblico così come previsto negli Stati Uniti;
- La trasparenza del processo di selezione e valutazione dei candidati;
- La pubblicazione del curriculum e della valutazione delle persone nominate.
Tutto questo può essere attuato se i partiti prendono coscienza delle problematiche descritte ed iniziano nel proprio interno e nelle istituzioni locali ad avviare un processo di cambiamento che privilegi le conoscenze e le competenze e non l’occupazione del potere.
Giova al PD di Verona ed ai partiti di opposizione accontentarsi di qualche nomina o avviare un grande cambiamento in tale materia che privilegi la trasparenza e le competenze nel partito e nelle istituzioni?
“Il Partito Democratico di Verona, ha dichiarato Vincenzo D’Arienzo segretario del PD di Verona, deve fare della trasparenza e della sobrietà della politica una delle tante bandiere del proprio impegno. Per i costi della politica e la sobrietà penso ad una concreta riflessione tra gli amministratori al fine di formulare mirate proposte per ridurre il peso dell'architettura istituzionale locale. Nell'occasione, gli amministratori sottoscriveranno il codice etico in vigore e il codice di responsabilità degli eletti e degli amministratori democratici quale segnale nella direzione della correttezza e della sobrietà. In futuro il Codice Etico e il codice di responsabilità degli eletti e degli amministratori democratici saranno sottoscritti da tutti i candidati e gli amministratori degli enti. Per la trasparenza, il PD dovrà presentare presso i Consigli elettivi una proposta di regolamento per le nomine dei rappresentanti negli enti partecipati e darsi un regolamento interno che definisca bene i ruoli e le procedure per le nomine che gli Enti locali”.
Occorre che il PD con i propri gruppi consiliari intervenga con proposte organiche per modificare l’attuale stato delle cose in quanto non consente la presentazione di candidature che siano espressione della società civile, la valutazione indipendente delle competenze dei candidati e la trasparenza del processo di selezione e valutazione.
La trasparenza nelle istituzioni e nei partiti
Chi pensa che la politica sia fatta di sotterfugi, di bugie, di mezze verità e di reticenze e si comporta in tal senso procura dei danni incalcolabili alla società in termini finanziari, culturali e di crescita particolarmente nei confronti delle nuove generazioni. Occorre ripristinare la sincerità, la lealtà e la franchezza che sono i valori base di una società che si ispira alla trasparenza ed alla solidarietà.
La politica della falsità ha causato il recente crollo dei colossi finanziari scaraventandoci nell’attuale crisi economica e finanziaria. Altri episodi in passato hanno causato effetti devastanti.
A Verona negli enti locali amministrati dal centro destra la trasparenza è percepita come un adempimento formale, dimenticando volutamente l’attuazione dell’art. 11 del D. Lgs. n. 150/2009 che definisce la trasparenza come accessibilità totale allo scopo di favorire la partecipazione ed il controllo dei principi di buon andamento e imparzialità da parte dei cittadini.
La testimonianza di Chiara Chiappa e del gruppo consiliare “Isola nostra bene comune” ad Isola della Scala rappresenta una strada da seguire perché si propone di effettuare le nomine utilizzando i fattori della trasparenza, della partecipazione e delle competenze.
Ovviamente la trasparenza riguarda anche i partiti, i quali per favorire la partecipazione e recuperare la fiducia ed il rapporto con i cittadini devono applicare tale fattore che è uno strumento di grande cambiamento che incide nei rapporti tra i militanti ed i quadri di un partito, nell’organizzazione politica e nel tipo di leadership.
La trasparenza, al contrario dell’omertà e dell’opacità, impedisce eventuali condizionamenti, minacce, individualismi e conseguenti errori, causati da una falsa rappresentazione della realtà, perché causa un grave danno verso chi prospetta tali stratagemmi.
Non a caso l’omertà mantiene in vita e rafforza la criminalità organizzata.
Per creare valore per i cittadini veronesi è necessario che le competenze e la trasparenza vengano condivise ed applicate nei partiti e nelle istituzioni e si rafforzino nella cultura della comunità scaligera. In caso contrario risulta molto difficile adeguare la gestione dei servizi alle esigenze ed ai bisogni di una città che merita una guida migliore.