Tutto quello che si deve fare è dichiarare la propria adesione al primo consiglio utile e sottoscrivere pubblicamente la Carta impegnandosi all'adempimento delle sue disposizioni. Disposizioni che, rispetto al Codice Etico raccomandato dall'Ue, sono ancora più stringenti in fatto di trasparenza e partecipazione, regolando minuziosamente tutti gli aspetti inerenti all'attività politica, dai regali ricevuti a possibili forme di clientelismo; dal conflitto di interessi al cumulo delle cariche. Agli amministratori è fatto divieto di ricevere finanziamenti e altre forme di sostegno della propria attività politica da parte di concessionari o gestori di pubblici servizi oppure di privati che hanno rapporti di natura contrattuale con l'amministrazione. Viene invece fatto obbligo di stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione con i cittadini, ai quali devono rendicontare almeno una volta all'anno, con l'autorità giudiziaria, con i mezzi di comunicazione e naturalmente con l'amministrazione stessa. In caso di rinvio a giudizio o di applicazione di misure di prevenzione personale o patrimoniale per reati di corruzione, concussione, mafia, estorsione, riciclaggio, traffico illecito di rifiuti, l'amministratore è tenuto a dimettersi. La mancata osservanza del Codice da parte di un amministratore deve spingere gli altrisottoscrittori(o in loro luogo i cittadini o i portatori di interessi) ad applicare le sanzioni previste dal Codice, che vanno dal richiamo formale alla censura pubblica fino alla revoca della nomina o del rapporto fiduciario. I consiglieri comunali che sottoscrivono il codice etico si impegnano a perseguire la trasparenza, la partecipazione ed a rendicontare ai cittadini l’attività che svolgono. Inoltre, la carta prevede il divieto del cumulo delle cariche amministrative, del clientelismo e degli incarichi che possano generare conflitto di interesse.
Carta di Pisa