Per molti è argomento di confine. Per alcuni è un'ossessione, per altri un pensiero che aiuta a vivere, per gli inglesi addirittura un must. Ma si può davvero ridere della morte? A questa domanda prova a rispondere Lady Mortaccia con Veronica Pivetti in scena sabato 30 gennaio al Teatro Superga di Nichelino (TO)
[Qui tutti gli spettacoli della stagione 2015-2016].
Lady Mortaccia è uno spettacolo musicale dalle tinte gotiche e irriverenti con punte di comicità al confine con l'impegno, in cui Veronica Pivetti veste i panni di una morte moderna, dinoccolata, sarcastica e candida. Le physique du role c'è, e fa tornare alla mente personaggi alla Tim Burton opportunamente coniugati con i Manga giapponesi, traendo una goccia d'ispirazione dallo splendido e mitico Rocky Horror Picture Show.
Nei contenuti, falce al fianco, l'ombrosa signora canta e delira raccontandoci la vita dal suo punto di vista, ovvero, l'aldilà. Blindata nel suo habitat naturale, il camposanto, Lady Mortaccia deve risolvere un piccolo giallo legato ad un cadavere che, come nelle fabbriche nostrane, le risulta in esubero. Da dove arriva questo morto in più?
L'indagine che segue ci porterà a conoscere diverse dimensioni, spiritose e spiritate, della tanto temuta vita da trapassati che, in molti casi, non si rivelerà poi così differente dalla vita al di qua, suggerendo ipocrisie, sorprese, meschinità e difetti delle abitudini dell'oltretomba in una sorta di novella Spoon River.
Lo spettacolo, decisamente nuovo, è un'originale affabulazione musicale candida e scandalosa che trae ispirazione da molti generi. La prova d'attore richiede versatilità ed energia. La Pivetti, in un'ora e mezzo di spettacolo passa dal canto di denuncia alla commozione, allo sberleffo. E non è sola. Al suo fianco troviamo Sentenza, una dispettosa e poco servizievole falce ( Elisa Benedetta Marinoni) e il buffo Funesto, maggiordomo mite e sottomesso ( Oreste Valente), i quali seguono le orme della nera signora improvvisando insieme a lei balli, sfilate di moda e gag scoppiettanti, paradossali e divertenti. Il linguaggio estremo del testo è condito con musiche totalmente originali che rimandano a molte citazioni di genere.
Lady Mortaccia cinguetta e si racconta fra tanghi, musica pop, ballate e tarantelle, per poi virare verso melodie più classiche e impegnate, fino a svolte improvvise decisamente sexy e trasgressive.
Personalmente la ritengo un contagio, e se proprio dovessi indicare una lontanissima parentela andrei a cercare (sperando che il paragone non sembri presuntuoso) nella direzione di Rocky Horror Picture Show, il mito musicaltrasgressivo per eccellenza.
L'idea, o, più precisamente, la scommessa di questo spettacolo, è che tutti gli elementi (la musica, la storia, i personaggi e l'aldilà, mescolati insieme) potessero risultare accattivanti e godibili nonostante l'argomento, ardito e temuto.
Del resto, la morte sarà anche un tabù, ma i teschi sono ormai effige per il marketing e dietro alle icone quotidiane si nascondono, spesso, urgenze e desideri. Un'inconscia voglia di parlare e, quindi, di esorcizzare.
Senza dubbio la materia è delicata.
Per questa ragione le scelte musicali dello spettacolo sono state ragionate a lungo, così come il linguaggio, in ogni sua parte. Ed ecco l'intenso anno di lavoro, di ricerca, di collaborazione e di baruffe con l'ottimo Maurizio Abeni che ha realizzato le musiche che accompagnano il testo di questo 'mini musical'.
Anche se, in verità, Mortaccia non è un musical.
Non è un film, non è nemmeno un'opera o una romanza... Ma allora cos'è? Forse, per capire, dovremmo partire dalla protagonista: Veronica Pivetti. Chi la conosce bene lo sa: Veronica, è una persona sempre in cerca.
Non stupisce quindi che si sia infatuata di un progetto sperimentale come questo. Ed essendo una fra le attrici più simpatiche nel nostro panorama nazionale, ci è sembrata perfetta nei panni di un personaggio che, certo, simpatico non è.
La Mortaccia che ho voluto raccontare in questo spettacolo, ci mostra e ci canta un continuo inno alla vita. Mortaccia è una donna irriverente, estrema, seria, burlona, amara, provocatoria, impudica e si serve dello scandalo per tentare di far riflettere chi ascolta. Per dirgli cosa?
Quanto sia importante vivere e quanto siano nocivi certi luoghi comuni del vivere. E quanto sia importante ridere, nonostante tutto.
Sergio Mancinelli interpreta Sentenza, una falce sferzante dalle grandi capacità canore e dalla fisicità funambolica e leggera.
Il delicatissimo Oreste Valente veste i panni di Funesto, il maggiordomo vessato e rigoroso, mimo virtuoso, comico e, all'occorrenza, cantante e ballerino.
Mortaccia, ci trascina in questo aldilà musicale dove, grazie a un piccolo giallo, ci racconta
la sua filosofia fra uno sberleffo e una lacrima di commozione. Canta che ti passa, diceva quel tale e, forse, non aveva tutti i torti...
con Veronica Pivetti, Oreste Valente e Elisa Benedetta Marinoni
testo e regia Giovanna Gra
Prezzo biglietto: platea 23 € - galleria 18 € (sono previste riduzioni)