Il Pastificio Verrigni, è uno dei pastifici con cui collaboro.
La nostra collaborazione è nata da poco, ma mi posso permettere di affermare che i loro prodotti sono ottimi e la loro pasta, corposa e saporita.
L’azienda Verrigni, ha compiuto 110 anni di attività con nuovi packaging, nuovi formati e una nuova rete distributiva che hanno consentito all’Antico Pastificio Rosetano di affermare definitivamente un marchio proprio, che per la sua indiscussa qualità, è riconosciuto dai più noti gourmet.
L’azienda si è sempre contraddistinta, non solo per la qualità delle materie prime, grani e semole selezionati esclusivamente italiani, ma soprattutto per l’utilizzo di tecniche di lavorazione artigianale ormai abbandonate da molti, come quella chiamata “preincarto”, che prevede un essiccazione lenta a bassa temperatura, per fasi e in continuo movimento.
Il vero valore aggiunto della produzione è questo antico processo che consente alla pasta di conservare un sapore straordinario, assolutamente riconoscibile.
LA TRAFILATURA IN ORO
La costante attenzione del pubblico per la trafilatura in bronzo ha suscitato in Gaetano Verrigni, la curiosità per l’utilizzo di nuove tecniche nella lavorazione dell’impasto.
Da un esperimento mosso da semplice ricerca dell’innovazione che si è materializzato nella trafila in oro, sono nati spaghettoro e poi fusilloro che presentano un aspetto ed una consistenza diversi rispetto alla pasta trafilata in bronzo.
Analisi e blid test degustativi hanno confermato che il metallo nobile stressa meno l’impasto conferendo al prodotto finale una nuova ruvidezza, una sottile dolcezza e comunque una nota distintiva che, dopo l’assaggio, non piò restare indifferente al palato.
La pasta Verrigni, dimostra essere a crudo, olfattivamente più intensa e più grezza alla vista, e, a cotto vi è un maggior assorbimento e rigonfiamento della stessa con 40 secondi in più di cottura; più scivolosa/liscia in bocca; più intensa di grano e di vaniglia con una presenza dolce interessante; colore più giallo.
DICONO DI LORO
Massimiliano Alajmo : “In linea generale ho notato una differenza di intensità olfattiva, cromatica e gustativa superiore su quella trafilata all’oro. Credo la differenza sia dettata da una maggior freschezza all’impasto”.
Moreno Cedroni definisce Spaghettoro “ufficiale gentiluomo” e commenta: “Visivamente di colore più chiaro. La cosa che più mi ha colpito è stata, nella prova senza condimento, l’eleganza del gusto, poi l’esaltazione dell’olio e dei condimenti. Praticamente lo definirei ufficiale gentiluomo nel senso che nonostante l’ottima tenuta al dente in tutto il suo diametro e non solo nella parte esterna (complimenti per l’essiccazione!), più delle altre paste amplifica il gusto della pasta, anzi, si sente però un gusto diverso, più equilibrato ed armonico, davvero estremamente fine”.