VERSI – Pino D’Alfonso: Foresta tacita

Creato il 21 marzo 2015 da Viadeiserpenti @viadeiserpenti

VERSI – La rubrica dedicata alla poesia

a cura della Redazione
«Questa è una scrittura aguzza e sognante, in cui folgorazioni e penombra compongono brevi tratti di senso, piccoli barbagli a cui aggrapparsi con la consapevolezza che anche il più piccolo colpo di«brezza che rinnova» resterà irrisolto e si tramuterà in nostalgia.»
(Dome Bulfaro nella nota critica a Foresta tacita di Pino D’Alfonso, La Biblioteca dei Libri Perduti, Milano 2015)

Per celebrare l’arrivo della primavera, un equinozio quest’anno segnato in modo diverso dal solito, complice l’eclisse, vogliamo presentarvi il lavoro di Pino D’Alfonso.

Il poeta, originario di Vibo Valentia ma vissuto per lo più a Busto Arsizio, è scomparso nel 2013. La sua poesia è rimasta quasi del tutto inedita (salvo qualche eccezione a fine anni Settanta) fino a quest’anno, quando una coraggiosa casa editrice di Milano, La Biblioteca dei Libri Perduti, si è trovata una delle sue opere tra le mani. E ha pensato di pubblicarla, annettendo al volume alcune immagini delle sue opere, installazioni poetiche realizzate con materiali di scarto, nelle quali ciascuna lettera delle poesie di D’Alfonso era intagliata a mano.

Proponiamo alcune poesie legate alla natura, che nella poetica dell’autore era presente in maniera particolare, proprio per celebrare la giornata mondiale della poesia e la primavera.

Il libro sarà presentato lunedì 23 marzo, presso la Libreria Boragno di Busto Arsizio (Va), alle 18. Prima della presentazione, sarà possibile recarsi presso la Biblioteca Comunale per ammire le opere riprodotte in una mostra visitabile durante gli orari della struttura.

Per informazioni: www.libriperduti.it

Foltissimo
  amore
  rugiadoso
  bosco

silenziosa
  marina…
  nel tramonto
  che avvicina

alla notte
  sofficità
  di foglie…
  sguardo che dimora

Riluce
  frastagliata
  la voce…
  inclinando

rimanda
  all’intesa.

*****

Glicine
  il violetto
  oscurarsi
  del tempo
insonne
  nell’ora
  del suo eterno
  dimorarsi…

  Il ponte
  dorato
  dalle grida
  nel tempestato
  colore

Trasale
  il rosso pallore
  del sangue
nei corali dei
  canti
  le irte
  ferite
  sognanti
Incendia
  il meriggio
  infuocato
  negli occhi
le risa
  che fummo
  incessanti
  sussurrano


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