AUGMENTED IMAGE
In questi ultimi tempi si parla spesso di Augmented Reality, realtà aumentata. Wikipedia la descrive in questa maniera :
Per realtà aumentata (in inglese augmented reality, abbreviato AR), o realtà mediata dall'elaboratore, si intende l'arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi [1].
Il cruscotto dell'automobile, l'esplorazione della città puntando lo smart phone, il Kinect per Xbox e la chirurgia robotica a distanza sono tutti esempi di realtà aumentata.
Gli elementi che "aumentano" la realtà possono essere aggiunti attraverso un dispositivo mobile, come uno smart phone, con l'uso di un PC dotato di webcam o altri sensori, con dispositivi di visione (per es. occhiali a proiezione sulla retina), di ascolto (auricolari) e di manipolazione (guanti) che aggiungono informazioni multimediali alla realtà già normalmente percepita.
Le informazioni "aggiuntive" possono in realtà consistere anche in una diminuzione della quantità di informazioni normalmente percepibili per via sensoriale, sempre al fine di presentare una situazione più chiara o più utile o più divertente. Anche in questo caso si parla di AR.
La mediazione avviene solitamente in tempo reale. Le informazioni circa il mondo reale che circonda l'utente possono diventare interattive e manipolabili digitalmente.....
La considerazione che vorrei esporre qui di seguito sulla realtà aumentata, riguarda un particolare aspetto della realtà: quella visiva e in particolare l'aspetto di AR sulle immagini digitali. La realtà fisica o virtuale che sia, è sempre stata rappresentata e percepita, nella maggioranza dei casi, da immagini. Per quanto riguarda le immagini digitali e le loro caratteristiche, (di cui ho già parlato in un altra occasione con il titolo "immagini fluide), la presenza di Augmented Reality la si poteva già notare da diverso tempo. Ma cosa voglio intendere per immagini aumentate, o meglio ancora per Augmented Image? Mi riferisco a quella tipologia di immagini digitali che oltre al loro aspetto comunicativo diretto ed in un unico pattern, hanno altre informazioni visive nella loro struttura o composizione. Informazioni stratificate che come Metadati giacenti nella loro memoria, (ad esempio come tutti i dati che ogni fotografia digitale si porta con s'è), si sovrappongono e cambiano aspetto.
È già da diversi anni che esistono su diverse pubblicazioni on line, nelle Apps di ogni categoria, immagini digitali con aggiunte di informazioni non solo di Metadati ma visive. Immagini che, seguendo la rotazione del tablet, si adattano alla postura orizzontale o verticale cambiando la loro dimensione, ma che in alcuni casi, con la rotazione si aggiungono particolari che nella precedente situazione non avevano. Oppure immagini che "cliccando" su specifiche parti, visualizzano il dettaglio in maniera più completa con un aggiunta di una nuova immagine. Immagini stratificate dove da una prima loro visualizzazione è possibile scoprirne altre in sovrapposizione. Esempi molto chiari di come possono essere delle Augmented IMAGE le possiamo trovare da diverso tempo nella rivista Wired. Nel mese di gennaio di quest'anno, per esempio, si può vedere la pubblicità di una famosa casa automobilistica in cui la visualizzazione di un modello di auto è collocato all'interno di un paesaggio desertico. Alla base della pagina ci sono una decina di circoli di vario colore e al tocco di ogni circolo la carrozzeria (con tutti i suoi riflessi) cambia di colore. Al tocco di una freccia, situata ai lati della pagina, il contesto paesaggistico scivola via per essere sostituito con in altro (marino, lunare, egiziano, tropicale) indipendentemente dal soggetto dell'auto. In questo caso possiamo affermare che si tratta di una Augmented IMAGE, cioè una immagine con un aumento di informazioni di tipo visivo. In un altra pagina si può trovare una altro esempio di immagini aumentate: delle cartine geografiche con piccole immagini dislocate sul territorio dove al tocco delle immagini, si aprono dei box con testi descrittivi. È un Augmented di informazioni tra immagine e testo. Ma potrei continuare con molti altri esempi. La conclusione è che la AR, nell'ambito delle immagini, è un dato di fatto da diverso tempo.
È una nuova frontiera per chi crea immagini. Se nell'era pre-digitale, il creatore di immagini aveva come obbiettivo l'esecuzione di una unica informazione visiva, immediata e inamovibile successivamente, con il digitale e i nuovi device di lettura, l'obbiettivo era creare nuove tipologie di immagini con l'aggiunta di dinamicità e interattività sia con il lettore che con il codice sonoro.
Ora, in una evoluzione continua, si aggiunge una nuova qualità: la AR visiva. Chi crea immagini ha dunque un altra incredibile scelta: costruire la sua informazione in maniera multipla come un contenitore al cui interno possono esistere altre informazioni, in un magico gioco di matrioske visive. Creare un'unica immagine non è più la sola possibilità. Il messaggio visivo ora può essere frazionato, letto in maniere differenti e nello stesso spazio. L'aggiunta di AR nel mondo visivo significa avere introdotto il fattore tempo in un prodotto che fino ad ora era immediato e sintetico. Non più una singola nota visiva, ma una serie di note che affiorano lungo una linea temporale e che come una sinfonia si sviluppano in sequenza.
Anche per il lettore, percepire un immagine non significa più fermarsi solo alla prima impressione, immediata e unica, ma vuol dire poter ammirare una immagine multipla che si sviluppa nel tempo. Non è il tempo di una animazione o di un video che in questo caso è intrinseco al prodotto visivo, è al suo interno, ma uno scorrere temporale che il lettore decide in tutta autonomia. Non una sequenza di immagini in movimento, ma una sequenza contemplativa, questa è la grande novità. Al nuovo creatore di immagini, dopo essere diventato dinamico e interattivo ora gli si chiede di essere poliedrico, le sue immagini non possono avere solo una faccia, ma hanno la possibilità di avere diverse sembianze. È l'arte del digitale, bellezza!
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