Credit: NASA/Goddard/SDO
Il mese di maggio era iniziato con un bel brillamento solare e un'enorme bolla di plasma che si era staccata dalla superficie del Sole, dal lato opposto alla Terra.
Gli occhi elettronici del Solar Dynamics Observatory e delle sonde STEREO avevano ripreso la grande espulsione di massa coronale (CME), partita da una regione attiva dietro al bordo orientale del Sole
Ieri, 3 maggio, un nuovo importante flare di classe M5.7 è esploso alle 17:30 UT, scatenando un forte brillamento, il secondo in pochi giorni.
Credit: NASA/SDO/AIA
La foto qui sopra è stata ottenuta con la combinazione di tre scatti del Solar Dynamics Observatory a lunghezze d'onda di 131, 171 and 304 angstrom.
La rotazione del Sole sta portando la regione attiva di fronte alla Terra, che dovrebbe iniziare ad essere visibile durante questo fine settimana. In tal caso, brillamenti solari di media entità potrebbero causare disturbi alle telecomunicazione satellitare e alle trasmissioni radio, nonché qualche problema in più per i veicoli spaziali in orbita.
Tuttavia, mentre la vista priviliegiata della sonda Solar Dynamics Observatory ci regala immagini mozzafiato, sulla Terra aumenta la possibilità di osservare una meravigliosa aurora polare e lo spettacolo potrebbe essere assicurato anche su altri pianeti del nostro Sistema Solare.
In questo periodo, infatti, è iniziata la campagna alla ricerca delle aurore boreali su Saturno durante la quale, approfittando del massimo solare, gli scienziati sperano di ottenere maggiori informazioni e soprattutto di riprenderne i veri colori. La ricerca si fa ancora più interessante dalla scoperta della ring rain, la pioggia scatenata dagli anelli, in grado di modificare l'alta atmosfera del pianeta.