“… La cascina lombarda è il primo nucleo giurisdizionale imposto alla terra lombarda da una “necessità” intrinseca alla gente: il lavoro. Una cascina si distanzia dall’altra in ragionevole misura, quanto comporta cioè la facoltà del lavoro: quanto può adempiere di lavoro una famiglia di contadini, o un gruppo di più famiglie raccolte nella unità distesa del fondo. E igni volta che scorgiamo il fumo e poi i bruni coppi e il tetto remoto d’una cascina, ecco un sogno è suscitato nell’anima: un’idea di vigore, di saggezza operosa, tenacemente fedele alle opere necessarie. Questa dimora della vita prima e povera, della silente fatica, sorge improvvisa dopo i salici, i pioppi, nella sua ragione e nella sua pace, dal verde tenero della pianura lavorata…”.
Verso la Certosa è una raccolta di prose giornalistiche di nobile semplicità e straordinaria scrittura che ha avuto un’elaborazione complessa e merita un rilievo più importante di quello che finora le è stato riservato.
Di Gadda e del suo doloroso rapporto con la realtà non si dovrebbe ignorare nulla e anche in questi scritti, scrisse Montale, “è del tutto presente col suo umore, le sue idiosincrasie e il suo inestinguibile furore filologico”.
Le sue parole sembrano venire da lontano e colgono la nota essenziale di ogni scena che descrivono e rappresentano. Colpiscono per l’energia e l’urgenza esplosiva, la musicalità prolungata e la raffinatezza del dettaglio, l’intreccio sinfonico dei toni.
Verso la Certosa è un libro che conquista e affascina per ricchezza e grandezza tragica. In ogni pagina Gadda descrive momenti intensi, quasi impenetrabili, in cui convergono passato, presente, futuro, realtà, sogno, tragico, comico, immaginazione, gioco e follia.
Carlo Emilio Gadda, Verso la Certosa, Biblioteca Adelphi, Adelphi Edizioni, 2013.