A bordo della CMA CGM Medea, 19 settembre 2015
Stamane a pranzo e’ arrivato il secondo passeggero, un francese di origine italiana, anzi siciliana. Il capitano Carpentier ci ha salutato e poi ha annunciato la partenza, all’una e mezza, invitandoci sul ponte a osservare le manovre. E’ stata una sorpresa perche’ non pensavo che volessero estranei nei momenti piu’ delicati come l’entrata o l’uscita da un porto.
L’orario di partenza era anche nelle ‘news’ stampate su un foglio posato sulla nostra tavola di pranzo e affisso in ascensore, oltre che sul bridge.
La partenza della Medea e’ avvenuta in completa solitudine, nemmeno un uomo sul ponte a levare gli ormeggi dalle bitte, nemmeno qualche curioso a fare ciao con la mano, che ne so, un camionista arrivato all’ultimo momento...niente, la banchina era desolatamente vuota.
A bordo solo il pilota del porto di Fos che ha il compito a condurre la nave fuori tra un passaggio segnalato da boe verdi a dritta e rosse a sinistra. Dava gli ordini in francese, “100 gradi”, “110 gradi a dritta”... che venivano ripetuti a voci alta dal comandante e eseguiti dal timoniere. Cosi’ vuole il regolamento. Tutta quello che viene detto sulla plancia e’ registrato, c’e’ anche scritto fuori dalla porta.
La nostra destinazione e’ Malta e l’arrivo e’previsto tra 48 ore a una velocita’ da lumaca, 15 nodi all’ora, quasi come in barca a vela.
Uno dei due allievi a bordo e unica donna tra gli uffficiali, Adriana, rumena, intanto era china su una carta nautica, faceva il punto con il compasso. Pensavo ormai che il computer avesse eliminato la cartografia. Sono rimasta talmente stupita che ho chiesto al capitano se era “per una esercitazione”. Probabilmente ho fatto una figuraccia, perche’ tutto serio ha aggiunto che in Francia e’ questo sistema che e’ ancora valido per la legge. Ma poi ha aggiunto che presto si fara’ con il computer. Quindi sono fortunata ad avere fotografato le ultime carte nautiche prima che vengano mandate al macero.
Praticamente noi passeggeri abbiamo accesso a tutta la nave eccetto la sala macchine. Ci ha spiegato brevemente che abbiamo a disposizione una ‘library’ con DVD e un televisore nella sala comune. Poi una palestra (io mi sono lamentata perche’ il tapis roulant non funzionava) e la ‘piscina’,che e’ in realta’ un vascone di 3 metri di lunghezza al coperto riempito d’acqua di mare.
Ma la sorpresa che non me l’aspettavo e che penso sia una sua concessione, e’ che ci ha creato degli indirizzi mail personali, a cui possiamo accedere da un ufficio di fronte alla sua camera al ponte G, quello sopra di me e appena sotto il ponte di comando. Tra gli altri ‘servizi’ a bordo c’e’ la ‘cave’, ovvero il negozio duty shop, dove si possono comprare sigarette e alcolici e che apre “ogni tanto”. Internet e telefonate sono a pagamento.
La prima cosa che ho fatto,dopo il briefing, e’ di fare un giro completo della nave, da poppa a prora per testare un possibile circuito da jogging. E’ fattibile! Un giro e’ di circa 800 metri e dietro a poppa ci sono anche 40 metri di “salto con gli ostacoli” oppure in alternativa due scalette da scendere e risalire. A prua invece c’e’ una palestra naturale tra le gigantesche catene delle due ancore. Ottimo!
Ma il ‘clou’,che mi ha lasciato senza fiato dalla meraviglia e’ il pulpito, a prua, dove c’e’ addirittura una panchina che ho soprannominato la panchina Titanic. E’ davvero una posizione privilegiata perche’ da li’ non si sentono piu’ i motori o il rollio dello scafo, ma solo il rumore delle onde e del vento. E’come essere a vela, ma a 20 metri di altezza,con dietro 100 tonnellate di acciaio.