A bordo della portacontainer CMA Medea, 4 ottobre 2015
Da stamane si vede all’orizzonte la costa eritrea e quella yemenita. Ci sono delle isole, vedo anche un villaggio e delle torri. La terra e’ brulla, gialla, e ci sono delle striature, come di una cava. Viaggio con la fantasia su quelle terre che in passato erano al centro dei commerci tra l’Europa e le Indie. Carovane di dromedari, caranvaserragli e ovvviamente anche ladroni. Sto leggendo un saggio comprato al Mucem di Marsiglia, Les Indes et l’Europe (Jean-Louis Margolin e Claude Markovits) sulla storia dei rapporti commerciali tra le due aree dal XV secolo a oggi.
Ci sono molte petroliere e portacontainer intorno. Alcune ci superano con facilita’. Noi stiamo andando a 14-15 nodi, che penso sia la velocita’ di crociera della Medea....ogni tanto penso che con la bici vado alla stessa velocita’ forse...
Ero sulla passerella, quando il giovane ufficiale Paul, quello con il piercing al sopracciglio, ha virato progressivamente di 30 gradi a E, piu o meno all’altezza dell’isola Mayyun, per poi entrare nel golfo di Aden. Sono rimasta sul ponte di comando per tutto il passaggio nello stretto di Bab al Mandeb, anche questo leggendario...poi l’uscita dal Mar Rosso e alla mia destra l’ex colonia francese di Gibuti.
Mihaita, il simpaticissimo rumeno nato a Costanza e che parla italiano mi fa vedere una cartina di un’organizzazione inglese, UKMTO (United Kingdom Maritime Trade Operation) che mostra la ‘zona ad alto rischio’ per la pirateria. Va fino alle coste indiane e pachistane. Mi sembra un po’ esagerato....per l’ampiezza. Nel golfo di Aden, un po’ piu’ avanti, inizia il corridoio della Nato, che imboccheremo anche noi, e’ che e’ protetto da vedette militari di diversi Paesi.
Tra l’altro oggi, sono comparse a poppa, ai due lati, delle “pistole” collegate agli idranti. Servono per sventare un arrembaggio, che di solito avviene appunto da poppa, dove e’ piu’ bassa la nave. A quanto ho capito si controllano dal “bridge”. Onestamente a me queste misure mi sembrano un po’ ridicole, se si considera che la Enrica Lexie aveva dei soldati d’elite a bordo.
Non esco per il pomeriggio, mi sento un po’ fiacca...tra aperitivi e bottiglie di Merlot ho un tasso costante di alcol nel sangue. Non sono abituata a mangiare (e bere) cosi’ tanto. La cucina e’ impeccabilente francese, ma di un tipo un po’vecchio, mi dice il mio passeggero, con molte salse, anche sulle bistecche e pesce. Funghi e bacon sono un po’ dappertutto. Mi sembra di fare un pranzo natalizio ogni giorno. Poi ci sono sempre i formaggi, di cui sono golosissima, anche perche’ non ne mangio mai a Delhi. Alla sera quando Catelin, lo steward arriva con il vassoio di Camembert, Blue, Borsin, Brie e altre delizie, vado in estasi letteralmente.
Finisco di leggere gli Scaduti, di Lidia Ravera, che all’inizio mi aveva un po’ infastidito, ma che poi ho trovato una geniale allegoria sulla generazione degli ex 68 che si ribellano alla ‘rottamazione’ imposta da un ‘regime’ di renziani. Non troppo lontano dalla realta’.