Stamattina quando ho aperto l’oblo’ che si affaccia sulla prua ho sentito un’aria e un odore vagamente familiare. Sono ancora nel Mediterraneo, a sud della Grecia, ma c’e’qualcosa di molle, umidiccio, sensuale. Il mare si e’ impigrito, non ci sono piu’ onde, ma un leggero movimento ondulato, vellutato, come un drappo di seta abbandonato su un tavolo. Ogni tanto un alito di vento improvviso scompiglia la superfice e lo arruffa. Un gatto che fa le fusa. Ma a chiazze qua e la’.
La prua della Medea scivola pianissimo in questo ventre molle come in un un amplesso sollevando delle piccole onde laterali che sembrano vibrazioni.
Stamane niente jogging, mi sono messa a leggere la Sposa Giovane di Baricco in cabina. Unico diversivo, al mattino, un ‘mini tornado’, che ho visto con il binocolo al ponte di comando. Da una nuvola bassa scendeva un cono nero appuntito che sollevava un vortice di acqua. Mi hanno detto che e’ raro vederli sul Mediterraneo.
Poi ho passato tutto il pomeriggio a prua con il libro di Rose George, Deep Sea and Foreign Going, che a bordo della porta container Kendal (Maersk) ha viaggiato da Felixstowe a Singapore, 5 settimane e 9288 miglia. A un certo punto e’ arrivato anche il mio co-passeggero Aldino. Insieme siamo stati a osservare incantati una formazione di cumulonembi all’orizzonte fino al tramonto che era pero' alle nostre spalle.
Ero appena arrivata in cabina quando e’ squillato il telefono, era il comandante Carpentier che mi invitava al ponte B dove c’e’ la ‘crew recreation room’ per festeggiare il compleanno di Aldino, il quale ha portato una bottiglia di champagne comprata nella ‘cave’ il duty shop a bordo qualche giorno prima. C’era tutto l’equipaggio, compresi i quattro indiani, tre del Maharashtra e uno del Kerala. Anche altri mai visti, come un vecchio marinaio francese che era da 23 anni con la CMA e che beveva un pastis dopo l’altro. In realta’ non solo lui. A parte lo champagne servito nei flute che e’ finito in un istante, ho visto finire in un lampo una bottiglia di Ballantine e innumerevoli lattine di birra.
Dopo mezzora era evidente che erano tutti un po’ brilli, dopo un’ora siamo rimasti soli, io e Aldino, al bancone con il capitano visibilmente ubriaco. Erano gia’ le 20.30, oltre l’orario della cena. Io avevo anche un po’ di fame e poi non mi va di bere senza mangiare. Il capitano parlava del suo hobby, la pesca che fa nel suo villaggio in Bretagna, vicino alla scuola di vela di Les Glenans,concorrente del centro velica di Caprera da cui provengo....Ha raccontato di un suo amico bancario che viene a pescare con lui su una ‘barchetta’. E di come odia le grandi citta’, compresa Parigi.
Poi abbiamo parlato di sicurezza anti pirateria e mi ha promesso che mi avrebbe fatto vedere il piano di emergenza predisposto dalla sua compagnia. Per inciso, la CMA CGM non e’ mai stata attaccata dai pirati somali. Non ci sono precauzioni, a parte la ‘panick room’ e delle barriere di plastica rossa a poppa per impedire gli arrembaggi. Mi ha detto che non ha visto Captain Phillips perche’ avrebbe trovato un sacco di ‘betise’ essendo del mestiere. Aldino, invece, mi ha detto che mentre io parlavo con il capitano, lui ha raccolto le confidenze dei rumeni e che c’e’ dell’odio con i francesi. Non mi stupisco.
A un certo punto Carpentier, che era in ciabatte infradito e bermuda come sempre, si e’ ripreso e ha detto : “maintenant je dois aller a comander” .Barcollando un po’ se ne e’ andato dopo averci mostrato i piatti della cena che erano stati incellofanati e messi nel frigo della cucina con il nostro nome.