Verso Venezia

Creato il 11 settembre 2014 da Marga

Da Chioggia a Venezia in motonave.
Avevo già fatto questo viaggio  seguendo un itinerario che prevedeva sbarchi su isolette, cambi di mezzi di trasporto, insomma, un insieme piuttosto divertente ma complesso, che mi aveva impedito di gustarmi il paesaggio lagunare. Non ricordavo proprio il momento dell’apparizione di Venezia,  evanescente e magica all’orizzonte come in un quadro di Virgilio Guidi.  Avevo però in mente alcuni  versi di Diego Valeri, poeta molto amato dalla mia maestra delle elementari, dedicati a Venezia:

C’è una città di questo mondo,
ma così bella, ma così strana
che pare un gioco di fata morgana
e una visione di cuore profondo,

Occhi puntati sulla laguna quindi, in attesa di tanto incanto.
Ed ecco il miraggio ma non è quello che descrive Valeri:

Avviluppata in un roseo velo,
sta con le sue chiese, palazzi, giardini,
tutta sospesa tra due turchini,
quello del mare, quello del cielo.

Non è quello che dipinge Guidi

Virgilio-Guidi-Marina-di-San-Giorgio.

ma per uno strano gioco di colori di luci e di riflessi vi assomiglia in modo per certi versi sconvolgente.

Marghera vista dalla laguna

Marghera


Quella strana visione di archi, camini, e ciminiere, che laggiù, tra i giochi d’onde e di sole sembra perfino bello, è uno dei luoghi più inquinati, discussi e odiati d’Italia.  Guardando quel  profilo,  che ricorda un’ enorme astronave atterrata da un mondo lontano, altre poesie mi vengono in mente. Poesie che forse non sono mai entrate nelle scuole ma che si leggevano sui volantini degli operai delle fabbriche di Marghera in lotta, una lotta impari contro la morte in sembianze di cloruro di vinile.
Le parole sono quelle del poeta – operaio Ferruccio Brugnaro

Cloruro di vinile
Nel nostro reparto si lavora il cloruro
abbiamo capito di recente che è una sostanza cancerogena
abbiamo parlato a lungo oggi di questo
abbiamo discusso, dibattuto
siamo stravolti
duri brividi corrono
sui finestroni
del reparto
il cloruro di vinile
non risparmia nessuno
la morte non è
mai stata
così presente
non si sente che la morte

Domenica 15 dicembre 1996

Ed è ancora la voce di Brugnaro a levarsi dopo quella vergognosa sentenza di assoluzione  (se le avete dimenticate o vi sono ignote, vi invito a leggere le fasi della vicenda giudiziaria)

Tutti assolti al processo
per le morti al petrolchimico
Lavoravamo tra micidiali veleni
sostanze terribili
cancerogene.
Non affermate ora
furfanti
ladri di vite
che non c’era alcuna certezza
che non c’erano legislazioni.
Non dite, non dite che non sapevate.
Avete ammazzato e ammazzate ancora
tranquilli indisturbati
tanto
il fatto non sussiste.
I miei compagni morti non sono
mai esistiti
sono svaniti nel nulla.
I miei compagni operai
morti
non possono tollerare
questa vergogna.
Non possiamo sopportare
questo insulto.
Nessun padrone
nessun tribunale
potrà mai recingerci
di un così grande
infame silenzio.

 Ancora una poesia di Brugnaro: mi piace moltissimo.

Verde e ancora verde
C’è una casa a Portomarghera
sotto le ciminiere
che un uomo
e un ragazzo
dipingono e ridipingono
continuamente.
Una volta lo fanno verde intenso
una volta verde chiaro
una volta verde
luminoso
che si vede anche
di notte
da molto lontano.
Non si stancano mai
la fanno verde
e ancora verde
e poi verde
come il colore dei prati
come il colore degli alberi.
La fanno verde lucida
certe volte
come un sogno
straziante
tra gli sputi neri
delle fabbriche.
L’aprile è scomparso da Portomarghera
la primavera
è morta
c’è solo
questa minuscola casa
che un uomo e un ragazzo
dipingono
e ridipingono
instancabilmente
tra canali di catrame
tralicci
bufere di polveri
micidiali
su ogni
germoglio
su ogni
segno
dolce
di movimento.

E mentre sono ancora rapita dal fascino nefasto delle ferraglie di Marghera, ecco apparire Venezia. Ma che cos’e quello strano condominio che deturpa il profilo della città?

Adesso è tutto più chiaro.


No, non è uno stralunato dipinto di Guidi quello che ora ho in mente ma piuttosto il nero dei segni di Emilio Vedova, molto più adatti a interpretare il colore del mio umore.

sito dia cui ho tratto l’immagine http://yiaos.com/index.php?pagid=scheda_articolo&id_articolo=2257

O forse no: è questo Andy Warhol a dare un senso al tutto!!!


Meglio concludere con  un po’ di musica:

quella colta e bellissima di Luigi Nono, omaggio all’amico Emilio Vedova, ma a mio parere adattissima a  cogliere e interpretare i sentimenti di quelli che arrivano a Venezia dalla laguna.

Quella popolare e provocatoria  dei Pitura Freska che affermano:
“Marghera senza fabriche saria più sana ‘na jungla de panoce, pomodori e marjuana”
Come dar loro torto?


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