Vertigo american vampire: i vampiri secondo stephen king

Creato il 19 novembre 2010 da Comixfactory
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AMERICAN VAMPIRE
la copertina del primo volume


Prossimamente (i cataloghi lo annunciano per dicembre, ma con l'andamento distributivo che ha la Planeta DeAgostini di questi tempi non siamo assolutamente in grado di prevedere se ciò accadrà) giungerà sugli scaffali delle fumetterie (e di Comix Factory) il primo tomo di American Vampire, serie creata dall'astro nascente del comicdom americano Scott Snyder e disegnata da Rafael Albunquerque. Il primo arco narrativo, costituito da sei episodi, di avvale di una back-up story sceneggiata da Stephen King (un nome che non ha bisogno di presentazioni).
American Vampire attraversa varie epoche della storia degli Stati Uniti e segue le vicende di una nuova stirpe di vampiri (i vampiri americani per l'appunto), stadio successivo dell'evoluzione dei succhiatori di sangue. Il protagonista del primo arco narrativo è il fuorilegge Skinner, primo vampiro nato e cresciuto sul suolo del continente nord americano.
Di seguito vi proponiamo le prime cinque tavole in anteprima e la prefazione al volume scritta da Stephen King.

tav. 1


tav. 2


tav. 3


tav. 4


tav. 5


Ecco come i vampiri non dovrebbero essere: investigatori pallidi che bevono Bloody Mary e lavorano solo di notte; gentiluomini del sud con pene d’amore; ragazze teenager anoressiche; ragazzi-giocattolo con grandi occhi acquosi.
Come dovrebbero essere?
Assassini, tesoro. Assassini senza pietà che non sono mai sazi del gustoso gruppo A. Cattivi ragazzi e ragazze. Cacciatori. In altre parole, l’America notturna1. Rosso, bianco e blu, con l’accento sul rosso. Quei vampiri sono stati modificati da un sacco di caste storie d’amore. È per questo che mi sono entusiasmato quando Scott Snyder– uno scrittore che conoscevo dalla sua eccellente antologia di racconti Voodoo Heart- mi ha detto in una email che era in trattative con la Vertigo per fare una serie a fumetti sui vampiri. Il suo coinvolgimento era unico, il suo entusiasmo contagioso.
L’ambizione per la storia di Skinner Sweet (e delle sue vittime) era incredibile: niente di meno che tracciare la nascita dell’America attraverso gli occhi immortali di un nuovo tipo di vampiro, uno che può camminare al sole. Ho visto il potenziale per storie fantastiche, e mi piaceva anche il respiro del progetto. C’era un sotto-testo che suggeriva messaggi potenti sull’illimitata energia dell’America e del lato oscuro di quell’energia: una fame avida, incontrollabile per denaro e potere.
Scott voleva un soffietto editoriale.
Io invece gli chiesi se potevo scrivere una storia. In realtà, volevo accendere una fiamma ossidrica e farla bruciare, incidendo come se fosse un grande tatuaggio spaventoso.
Finii per scrivere la storia delle origini di Skinner Sweet su American Vampire, e nessuno è più soddisfatto di me per questo. Se vi piace, non ringraziatemi; l’ho scritta seguendo le dettagliate informazioni di Scott, aggiungendo orpelli qui e lì, ma senza mai allontanarmi troppo dalla sua linea narrativa. Perché mandare a puttane qualcosa di geniale?
Se non vi piace, è colpa mia perché sono nuovo a questo tipo di narrazione (naturalmente, se non vi piace, perché diavolo siete qui???). Ho letto fumetti per tutta la mia vita– mi sono fatto le ossa con Plastic Man e Combat Casey- ma negli ultimi quindici anni circa, il medium è cresciuto. Devo un grande ringraziamento a Mark Doyle, che cura AmVamp. È stato Mark che mi ha aiutato, mandandomi gli script di eccellenti fumetti come Northlanders e Scalped. Ho imparato il più possibile da loro (e ho riletto le storie di Locke & Key di mio figlio Joe Hill), poi ho ascoltato silenziosamente mentre imparavo nuove regole (i balloon di pensiero, ho scoperto, sono roba antiquata).
Sono stati Mark e Scott che (con grande tatto) hanno corretto i miei layout quando non funzionavano. E poi, più di tutti, è stato l’incredibile Rafael Albuquerque che ha dato vita in modo coinvolgente e spaventoso alle nostre parole e descrizioni. Non lo ringrazierò mai abbastanza. Per essere uno che quasi non sa tenere in mano una matita, sono in soggezione. Vedere quelle tavole crescere da semplici bozze a disegni completi è stata una delle esperienze più gratificanti nella mia vita creativa da un po’ di tempo a questa parte. So creare una storia, so scrivere i dialoghi, ma l’incantesimo che scaturisce dal tratto di Rafa aggiunge una dimensione tutta nuova a tutto questo.
Alla fine, si tratta solo di restituire i denti che l’attuale mania per i “vampiri sensibili” ha rubato ai succhiasangue. Si tratta di renderli di nuovo spaventosi. Grazie, ragazzi, per avermi permesso di farne parte. Skinner Sweet succhia per davvero e, amici, questa è davvero una buona notizia.

Stephen King
Maggio, 2010
American Vampire

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