Very Inspiring Blogger Award - e 7 delle mie stranezze...

Creato il 26 febbraio 2015 da Blackcat80
Sono un po' silenziosa ultimamente, lo so.
Mi sento invernale in questo periodo - un po' svuotata di ispirazione ed entusiasmi, e dormiente come un campo di grando sotto la neve. Sono in letargo, o almeno vorrei esserlo.
E' una strana sensazione: non mi sento spenta o svuotata, ma solo in attesa. Un'attesa plumbea e sospesa, con l'aria umida e faticosa da respirare. Un pugatorio come sa esserlo l'inverno.
Ho bisogno di una primavera, di un po' di ghiaccio che si sciolga. Ho bisogno di tornare a sentire di nuovo le cose, anche se farà male, pungerà come tanti spilli, come il sangue quando torna a scorrere in un arto addormentato.
Accadono cose che sono come preludi al cambiamento, come il canto di un gallo che annuncia l'alba - ma poi rimane la notte, come se anche il destino fosse in letargo, troppo pigro anche lui per prendere decisioni per me in questo momento.
Ho bisogno di muovermi, di far strillare i muscoli. Faccio a piedi metà del mio tragitto casa-lavoro, faccio ginnastica tutti i giorni. L'acqua salata è la cura per tutto, diceva qualcuno: questa volta ho deciso di usarla sotto forma di sudore, anziché di lacrime.
La mia amica Antonette di We12travel mi ha nominata qualche settimana fa per il Very Inspiring Blogger Award, che è un premio che viene dato da blogger ad altri blogger che li hanno inspirati, in un modo o nell'altro, e che ha l'obiettivo di riuscire a conoscere meglio la persona nascosta dietro la tastiera. E colgo l'occasione per farlo adesso, in questo momento di ispirazione in stand-by.
Le regole sono semplici:
1 - quando si viene nominati bisogna raccontare 7 fatti curiosi/inusuali/scemi/buffi/particolari della propria vita;
2 - bisogna nominare a propria volta altri 15 blogger che in qualche modo ci hanno ispirati.
E cominciamo...

[*] Ho sempre difficoltà a spiegare che lavoro faccio...
E infatti quando mi sono laureata mia nonna diceva che sua sorella poteva vantarsi di suo nipote perché era architetto, ma di me lei non sapeva bene che cosa dire.
Sono un informatico? 
Beh, è un termine molto vago ed ampio, quindi potrei farmelo calzare. Ma, se con "informatico" intendiamo "programmatore", allora no, non sviluppo software. E non vi so aggiustare il computer se vi si rompe.
Su LinkedIn ho scritto Business Intelligence Analyst - e personalmente lo trovo abbastanza calzante, ma immagino che per un non addetto ai lavori non sia granché illuminante.
Diciamo quindi che analizzo ed elaboro dati: li collego fra loro, li modello, li disegno e li trasformo in informazioni.
Ok, forse sembrava più chiaro "informatico", concordo.
Sta di fatto, comunque, che si tratta di un lavoro fatto di numeri, statistica, logica: un lavoro tutto da emisfero sinistro. Mentre poi, appena esco dall'ufficio, scrivo, creo, attivo l'emisfero destro.
A volte mi pare proprio di compiere l'operazione di spegnere uno ed accendere l'altro. E se uno dei due lavora di più, l'altro si imbalsama.
Eppure mi affascina questa mia dicotomia...
Come diceva Holan "Chi è senza contraddizioni è senza speranza"



[*] Il fascino senza tempo di carta & penna (e di una cassetta della posta che non contenga solo bollette)...
Immagino ci si aspetti che una blogger sia tecnologicamente molto avanzata nelle sue modalità di comunicazione - e indubbiamente lo sono, non mi separo mai dai miei gingilli 3.0.
Però, sempre parlando di contraddizioni e dicotomie, esiste una folta schiera di persone con cui comunico tramite fogli di carta e penne biro.
Sono le mie amiche lontane, sparse in giro per l'Italia, l'Europa, l'America - che del resto ho conosciuto proprio così, tramite lettera.
Ho cominciato da adolescente e ancora non voglio smettere, anche se riesco a dedicarmici molto meno spesso di un tempo: è un mezzo di contatto unico, e con un suo specialissimo grado di intimità e profondità.
A chi mi chiede "Perché non vi scrivete e-mail??" è questa la risposta che do.
Una lettera non è un'e-mail, così come un sms non è una telefonata.
Una lettera è fatta di carta colorata, di fogli che si tengono in mano, di calligrafia, di tempo che qualcuno ha passato seduto ad una scrivania pensando a te. Una lettera è fatta di attesa, di ricerca di una buca delle lettere per spedirla, di ritorni a casa aprendo la cassetta della posta e trovando una busta che aspetta te soltanto - e di gioia nel precipitarsi a leggerla non appena si varca la soglia.
A volte oggi ci dimentichiamo quanto sia bello attendere. E come i rapporti umani debbano crescere ed essere coltivati con calma, con pazienza.
Una lettera questo ce lo ricorda...

[*] Sono molto bianca per essere un gatto nero
Non mi abbronzo. Non ci riesco, credo non mi sia stata data la melanina in dotazione.
Devo anche ammettere che non ci ho mai provato più di tanto seriamente - ma, anche quando ho tentato di mettermi un po' più d'impegno (o più che altro ho fatto cose tipo sedermi sugli scogli a chiacchierare per qualche ora col riverbero del sole che si rifletteva sull'acqua e niente crema addosso), al massimo sono diventata rossa.
Una volta, mentre passeggiavo per Imperia, un signore di una certa età mi ha guardata e poi ha esclamato "Ma lei non ci va mai al mare?? Guardi com'è bianca!!" con un tono di stupore misto a rimprovero.
Eh no, in effetti non ci vado tanto.
Altra dicotomia: sono sia una mosca bianca che un gatto (pecora?) nero.

[*] Non sono mai stata ad un concerto rock
E non ho mai sciato, pur essendo nata a due passi dalle montagne "olimpiche" della Valsusa. Non ho mai messo piede in una discoteca.
Non ho mai fumato una sigaretta. Non ho mai guidato un motorino e non mi sono mai ubriacata.
Ero un po' sfigata da adolescente, forse ve l'ho già raccontato.
Ok, adesso si dice nerd, ma all'epoca si diceva sfigato.
Non ho mai dormito al piano di sopra di un letto a castello fino all'età di 34 anni, e non sono mai stata in un ostello fino a 32.
Non è mai troppo tardi.
Ma, per le cose sopra menzionate, sinceramente morirò senza rimpianti se anche la situazione dovesse continuare ad essere così...
[*] Odio andare dal parrucchiere
Quello che per il 90% delle donne normali è una piacevole coccola, per me è una specie di tortura. Se dovessi scegliere fra il parrucchiere, il dentista, una riunione di avanzamento lavori in ufficio e la messa la domenica avrei seri dubbi.
Ogni tanto mi impongo di andarci, essenzialmente per ragioni pratiche (tipo venire bene in foto), ma sono giornate che si trascinano fra supplizio e demotivazione - quasi come la vigilia della prova di matematica alla maturità.
E quando esco inizio a scrollare la testa come fanno i cani dopo il bagnetto.
Ahhh... ancora dicotomie: cane & gatto...

[*] Ho paura delle biciclette
Ve l'ho raccontato qui, in occasione del mio viaggio ad Amsterdam.
Poi ho paura delle api e del fuoco: non riesco a manovrare accendini o fiammiferi (e questo in effetti è forse il motivo principale per cui non ho mai provato a fumare), anche se a dire il vero il fuoco acceso mi ipnotizza, rimarrei a fissarlo per ore e cado quasi in una specie di trance.
No, non lo so se mi metto a parlare in aramaico o se profetizzo la caduta del governo durante queste trance, non ho mai provato a rimanerci per tempo prolungato.
Il mio gatto invece ha paura dei tappeti - ma questo lo dico solo per sviare l'attenzione dalle mie fobie.

[*] Chi ben comincia...
Di recente questo blog mi ha regalato una grande gioia: rimettermi in contatto con la mia migliore amica delle elementari, che non vedevo da quasi 20 anni e che mi ha "scovata" proprio leggendomi qui.
E questo incontro (per ora ancora virtuale ma presto anche di persona) mi ha risvegliato tutta una serie di amarcord a cascata su quegli anni - un po' come riaprire una vecchia scatola piena di cose che traboccano fuori una dietro l'altra non appena sollevi il coperchio, fra nostalgia e risate.
Devo dire che eravamo bambine piuttosto fuori dagli schemi.
Con il fango e le foglie, anziché giocare a cucinare, noi fabbricavamo mostri; disegnavamo castelli abitati in armonia da fantasmi e vampiri; scrivevamo le avventure tragicomiche di uno strampalato assassino chiamato Il Killer di Mezzanotte; ci scambiavamo musicassette con il nostro commento audio sulle sigle dei cartoni animati; e i nostri diari di scuola dedicati a bionde principesse erano pieni di dissacranti commenti più acidi di Enzo Miccio.
Piccoli gatti/pecore nere crescono...

E ora tocca a voi!
Nomino:
- Clyo di La Vita Puzza
- Silvia di Banana & cioccolato
- Farah di Viaggi nel cassetto
- Lucia di Respirare con la pancia
- Anna di Tra realtà e fantasia
- Tonia & Nicola di Due Giromondo
- Enzo di Due in Giro
- Claudia, Federica & Francesca di Good night and Travel well
- Ciccola di Gatto Sandro Viaggiatore
- Federica di Una ciliegia tira l'altra
- Martina di Martinaway
- Marta di Viaggio e sorrido
- Eli di Too happy to be homesick
- Monique di I viaggi di Monique
- Sheila di Oh my Travel Bag!
Spero che vi divertiate... e che non mi detestiate :)

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