Erano i primi anni 70. Pantaloni a zampa di elefante, camicie strette a disegnare il torace, borsello e fidanzata ufficiale..
Votavamo DC, vestivamo DC. Insomma, conformismo spinto.
Un giorno stavamo passeggiando in via XX Settembre, nella mia città, e, chissà come e perchè, passeggiando passeggiando, ci avvicinammo a Piazza della Vittoria. Devo dire che nonostante l’apparente casualità dell’avvicinamento a quella piazza, quell’avvicinamento non era del tutto casuale. Si sapeva che in città sarebbe arrivato Almirante per un comizio. La piazza è grande e il perimetro è costituito da portici e marciapiedi.
Gli elettori dell’MSI erano nel fulcro della piazza. Poi, a debita distanza, sui marciapiedi e sotto i portici, un’altra folla per tutto il perimetro, capitata lì inconsapevolmente.. per caso.. come me.
Conoscevo Almirante dalle belle tribune politiche televisive a cui mi assoggettavo da sempre. Lo ammiravo per la sua dialettica e per il suo eloquio, oltre che per l’intelligenza che si percepiva nell’ascoltare i suoi discorsi.
Lo ascoltavo anche in quel mentre, quando all’improvviso smise un attimo di parlare e si rivolse a noi. Ma come! Perchè si è rivolto a noi che siamo lì per caso?…
Semplice, perchè lui sapeva che quella gente al perimetro della grande piazza era venuta per ascoltare lui…
Ma era il partito ex-fascista, non era bene pensare di votarlo.
Ci vollero degli anni per avere il coraggio di scindere il passato dal futuro e votare per la propria idea di società.. una società di destra.
Ma perchè uno racconta queste cose all’apparenza poco interessanti?
Non lo so bene, ma porgo semplicemente una domanda:
“Come fa, oggi, chi ha vissuto la politica dagli anni 70 a seguire il percorso di un Fini qualunque?”