Cosa intendo con: vi presento il Carciofo di Albenga? Per chi lo conosce, non c’è bisogno di presentazioni. Per chi non lo conosce, probabilmente penserà: E allora, un carciofo, un altro…
Non è così. Il Carciofo di Albenga è una rara prelibatezza, una specialità da gustare e da apprezzare per l’inconfondibile delicatezza del sapore e la straordinaria tenerezza.
E’ infatti un carciofo dove si mangia praticamente tutto: si elimina solo il primo giro di foglie esterne, mentre il gambo (squisito, con un leggero sentore di mandorla) va privato della parte esterna, e gustato in quasi tutta la lunghezza. Le foglie sono tenere fino all’attaccatura delle spine.
Si coltiva, ed è pronto da adesso fino alla fine di aprile, nella piana di Albenga e nella zona immediatamente intorno. E’ una produzione limitatissima, di cui ne viene esportata solo una minima parte (mentre carciofi millantati di Albenga ce ne sono, ahimè, molti).
La pianta è piuttosto alta, il capollino è invece relativamente piccolo, rotondo, con foglie che sembrano acquerellate di verde e di viola, e spine gialle. E’ bellissimo, e il modo migliore per conservarlo è in vaso, immersi nell’acqua come un mazzo di fiori.
Come si consuma? In un modo solo: crudo! Crudo, una foglia alla volta staccata con le mani, e poi immersa in una ciotolina di buon olio evo ligure. La parte finale si taglia e si immerge ugualmente, costituisce davvero l’ultimo ghiotto boccone.
Chi ha detto che la cucina migliore è quella complicata?
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