“Via Crucis” di Gianluigi Nuzzi. Una lettura laica e molto critica.

Creato il 23 dicembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
di Rina Brundu. Che il suo dio protegga Francesco! Che il suo dio protegga questo papa venuto dalla “fine del mondo” che, per parafrasare Peter Morgan, geniale sceneggiatore di The Queen (2006), è senz’altro il miglior “asset” avuto dalla Chiesa Cattolica dai tempi di Pietro. Che questo fosse lo status-quo lo avevamo capito anche prima di leggere “Via Crucis” di Gianluigi Nuzzi (Chiarelettere Editore), un libro che va per la maggiore nella cattolicissima penisola italica ma che lascia il tempo che trova nel resto del globo terracqueo; anche perché, a ben guardare, non c’é nulla di nuovo sotto il sole che illumina, di sicuro non racconta “nulla di nuovo” su ciò che accade in Vaticano dai tempi (e pure prima) di Papa Alessandro VI Borgia.

Detto questo non rimpiango di avere acquistato la versione kindle del testo nuzziano: l’autore è fondamentalmente simpatico e non fa parte della cerchia dei giornalisti radical-chic laici per convenienza intellettuale e sempre pronti a scoprire le delizie edeniche (o supposte tali) del paradiso non appena l’età si avvicina agli “ento” (vedi Eugenio Scalfari). Di Nuzzi sappiamo che è cattolico, che i figli frequentano una scuola cattolica (e qui mi astengo dal commentare oltre perché come é noto ai lettori di questo blog ho opinioni molto forti sull’impronta fortemente diseducativa che questo tipo di formazione porta seco), e che ha fatto una missione del denunciare le nefandezze “vaticane” alla maniera della massaia che decide di fare le pulizie di primavera ad ogni occasione (editoriale?) propizia. In realtà, il motivo principale per cui non rimpiango di avere acquistato questo testo è soprattutto per l’avermi rivelato un ritratto più nascosto (volutamente nascosto? Perché?) del nostro amatissimo (specie da noi laici) Papa Francesco 2.0, umile e grande pastore di anime ma finanche oculato padre di famiglia, amministratore capace, fermo e determinato: ovvero il ritratto dell’ideale Premier moderno che tutti (specie noi italiani) vorremmo avere e che purtroppo non abbiamo mai avuto!

Il resto dello scritto nuzziano, per dirla con l’Einstein che voleva conoscere i pensieri di dio, sono dettagli già noti o immaginabili. È dettaglio immaginabile il fatto che i cardinali che si sono sempre occupati delle Finanze vaticane non appena hanno compreso che Francesco faceva sul serio abbiano cominciato a fare a scaricabarile (chiunque conosca il modus operandi del middle et senior management in una qualsiasi azienda sa bene che così va il mondo); è dettaglio immaginabile che il “Fondo per le cause povere” fosse il fondo “comune” più derelitto in termini di parametri di crescita (francamente io resto stupita solo nello scoprire che in Vaticano esistesse un simile fondo e più che altro penso che la sua istituzione sia stata una sorta di whim (capriccio, nda) concesso alle necessità del “pittoresco”); è dettaglio d’antan (risalente, credo, già al basso Medioevo) che la Chiesa traffichi con le canonizzazioni dei “santi”, dei “beati”, finanche con i loro corpi morti sezionati e sparsi un po’ qui un po’ là a seconda del possibile tornaconto. Che poi gli “amministratori” (in senso lato) della chiesa di Cristo abbiano sempre preferito le abitazioni a-gratis stile reggia di Versailles è implicito nell’esistenza stessa di luoghi come il Vaticano e soprattutto del Quirinale (già palazzo dei papi), al cui confronto l’attico del cardinal Bertone pare misera capanna da datato beggar dickensiano.

Ancora, è dettaglio molto noto (finanche inezia machiavellica), che intorno a una tal ricca corte si siano sempre dati appuntamento, oggi più di ieri, i profittatori della peggior specie, i figli dei figli di, le locuste romane e internazionali, i faccendieri e i massoni senza coscienza, il gotta mediatico senza vergogna. Da quest’ultimo punto di vista – e giusto per ricordare anche le responsabilità che su questi argomenti hanno pure i colleghi di Nuzzi – basta vedere cosa è la Rai e la tv generalista italiana oggi, dove non si riesce a cambiare canale senza che i nostri neuroni vengano insultati ad ogni istante da trasmissioni inneggianti a miracoli o supposti tali. Da trasmissioni che lucrano sulla credulità popolare. Da trasmissioni che propongono modelli fortemente diseducativi (nonché palesemente ignoranti come, per esempio, quando parlano della Sindone senza conoscere né la sua storia né quella delle almeno altre cinquanta sindoni che sono state trovate fino ad oggi). Da trasmissioni che predano sul dolore, sulla buona fede dei tanti, sul legittimo desiderio di curare gli interessi dell’anima. Da trasmissioni finanche ridicole, come quelle del Roberto Giacobbo di questi tempi che è persino riuscito nell’impresa di cattolicizzare la teoria degli “ancient aliens”, per la serie meglio tenere il piede in due scarpe che non si sa mai, fortuna che Sitchin è morto e Von Daniken vive in Svizzera!

Che dire dunque che non sia stato già detto in secula seculorum da migliaia di cristi che per avere anche solo tentato di denunciare una sola virgola di ciò che ha scritto Nuzzi sono finiti in fumo come polli dimenticati da rosticcere distratto? Nulla, non c’é proprio nulla da dire e meglio sarebbe anche evitare di vedere in tv trasmissioni come quella di ieri sera su La7 dove alti prelati discutevano quest’argomento in compagnia dello stesso Nuzzi, della massoneria e di persone che hanno un ruolo di primo piano nello scandalo Vatileaks2, volenti o nolenti, colpevoli o innocenti. Tuttavia allo straordinario papa Francesco si potrebbe senz’altro consigliare (di fatto sono tempi in cui, grazie a tante anime grandi, si possono dare consigli anche ai papi), di stare più attento la prossima volta che scegli i suoi consiglieri “riformatori”: non perché uno (una) sa parlare, ha conoscenze, è spregiudicato in dati ambienti è il migliore, anzi!!! Queste persone è meglio evitarle come la peste e preferire sempre chi ha il coraggio della verità anche quando la verità fa male; nonché chi ha il coraggio della discrezione perché anche uno Stato, come una azienda, i panni sporchi dovrebbe lavarli in casa. Di converso, non fa onore al pontificato di questo grande papa mandare a processo un giornalista che racconta un fatto; siamo però certi che su questo punto Francesco deciderà per il meglio, con il metro di giudizio che è propriamente suo. A Nuzzi invece – per un altro bestseller di sicuro prestigio internazionale – consiglierei di guardare dentro le abitudini sessuali degli abitanti del Vaticano da Papa Alessandro VI in poi: davanti ad una tal raccontare le stesse “cinquanta sfumature di grigio”, antropomorfizzate per l’occasione, scoloribbero all’istante dall’imbarazzo. Considerando poi che viviamo tempi in cui vengono definiti “letteratura” anche i feullettons di Elena Ferrante… chissà che non ci scappi il Premio Nobel, you never know!