Via dalla pazza folla

Creato il 21 settembre 2015 da Veripaccheri
Via dalla pazza folla
di Thomas Vinterberg
con Carey Mulligan, Matthias Schoenaerts, Michael Sheen
genere, drammatico
Uk, 2015
durata, 119'
 
Il maggior rischio di fare un film in costume, solitamente, risiede nel perdere di vista il confine, per quanto marcato sia, che separa il dramma "letterario" dal meno consistente formato dello sceneggiato televisivo. In tal caso, la cosa più strana è che una premessa del genere introduca il discorso circa il film di un autore come Thomas Vinterberg.
"Via dalla pazza folla", in effetti, lascia spiazzati perché non solo è la conferma che il regista danese abbia ormai dimenticato i postulati fondamentali che componevano il "dogma 95" - lista sottoscritta anche da Von Trier; quest'ultimo, per fortuna, sembra essersi scostato poco dagli intenti dichiarati in data 13/03/1995 - ma che sia andato - per ragioni sconosciute, vista la resa finale - in direzione esattamente opposta all'assioma fissato vent'anni fa. Accade dunque che la melodia della colonna sonora, melensa e pomposa nel tentare un trasporto emotivo, si sostituisca completamente al suono prodotto dalle immagini; che la fluidità di staedycam e carrelli subentrino alla percezione iper-realista della camera a mano; che la pellicola in 35 mm venga abbandonata in favore di un'immagine digitale eccessivamente lavorata in fase di post-produzione - la sovrabbondanza di paesaggi (specie albe e tramonti) per altro non è minimamente bilanciata rispetto all'economia della narrazione -.
Verrebbe quasi da pensare che il film sia una provocazione nell'eseguire all'opposto i dettami del manuale, ma la drammaturgia carente - nonostante sia di un certo interesse la dinamica narrativa  posta come naturale estensione della dinamica interna ai personaggi, facendo un vago cenno al "Le affinità elettive" - rende la visione oltremodo stucchevole (complice il pessimo doppiaggio italiano) e, al momento dei titoli di coda, l'unica cosa che resta da fare è rimpiangere i tempi di "Festen". Antonio Romagnoli

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