Via dei Tribunali: non solo un vicolo ma un concentrato d’arte!

Creato il 12 ottobre 2015 da Vesuviolive

A Napoli un vicolo non è mai soltanto un vicolo. Non è raro infatti che, anche nel quartiere meno allettante o quando meno ce lo si aspetta, ci si possa ritrovare di fronte ad un tesoro prezioso, magari proprio nel bel mezzo della folla disordinata di commercianti frenetici e donne pronte a tutto per garantirsi il miglior prezzo! Tra i colori vivaci delle bancarelle di frutta e verdura. Immerso nel profumo di lavanda delle lenzuola che pendono dai balconi di palazzi antichissimi, dove profumi di detersivi e saponi si miscelano all’odore del caffè o a quello dell’olio fritto, ma anche al fumo grigio dei motorini che sfrecciano prepotenti costringendo i passanti ad attaccarsi ai muri. Magari lì, sotto lo sguardo inquisitore dei numerosi pastori in terracotta che attendono ansiosi di recitare la loro parte su un presepe.

Un vicolo come quello di Via dei Tribunali, ad esempio, lungo più di un chilometro e dall’apparenza poco seducente se non per la sua carica folkloristica (quella a Napoli non manca mai), nasconde dei capolavori d’arte che un turista non si aspetta di certo di trovare lì.

Ci troviamo in pieno centro storico, in corrispondenza del tracciato del decumano maggiore, tra i quartieri S.Giuseppe, Pendino, S.Lorenzo. Chiamata in passato anche “via Augustale”, “via di Capuana” (appellativo del quale ritroviamo una citazione nell’ Amleto del Boccaccio e nell’ Itinerarium Syriacum del Petrarca) e “via del mercato vecchio”, Via dei Tribunali deve il suo attuale toponimo al vicerè don Pedro de Toledo. Tra il 1537 e il 1540 questi decise di trasportare nel vicino Castel Capuano i cinque tribunali della città: “La grande corte della Viaria”, “Il reale consiglio”, “La reale camera della Sommaria”, “Il tribunale della Bagliva” e “Il tribunale della Zecca” suscitando non poca agitazione tra il popolo che temeva “i Tribunali” riuniti molto di più di quanto non li temesse distribuiti in vari edifici sparsi per la città.


Accedendovi dal Castel Capuano, magari proprio accanto a uno di quei caotici negozietti dove cianfrusaglie d’ogni genere sembrano traboccare dalle vetrine, si incontra, preceduta da un solenne portico la cappella de Il Pio Monte della Misericordia che oltre a colpire per la sua armonica ed elegante struttura vanta la straordinaria fama di ospitare niente di meno che un Caravaggio con il suo capolavoro “Le sette opere della Misericordia” e altre affascinanti opere di altri caravaggeschi, come Luca Giordano tanto per citarne uno. Proseguendo per un po’, dopo circa un paio di centinaia di metri lungo i quali è vicinissimo l’imponente Duomo, si giunge all’antichissima chiesa di San Lorenzo Maggiore dove, si dice Boccaccio abbia incontrato la sua Fiammetta e, nell’annesso convento, abbia soggiornato Petrarca. Quasi di fronte, dall’altra parte del vicolo si può ammirare la basilica di San Paolo Maggiore preceduta da una monumentale scala barocca e colma anch’essa di opere della stessa epoca. Inoltre troviamo proprio qui una delle massime istituzioni italiane per lo studio della musica, il Conservatorio di S.Pietro a Maiella frequentato dai più grandi musicisti italiani del passato.


Tesori d’arte e pezzi di storia che solo qui puoi trovare perfettamente mimetizzati nella semplicità dei vicoli, nel caos del popolo quasi indifferente – o forse abituato- a tanta ricchezza.