Via i ladri, gli ignoranti, gli incapaci dalla politica!

Creato il 29 ottobre 2012 da Freeskipper
"Via i ladri, gli ignoranti, gli incapaci. Siamo disgustati dall'idea della carica pubblica come scorciatoia per arricchirsi, ci ribelliamo a questo degrado. Chi lavora non è più disposto a sostenere larghi strati parassitari. Basta con l'umiliazione delle coscienze civili. Basta sostenere con le proprie tasse e la propria fatica strati parassitari che anche adesso, mentre perdiamo duemila occupati al giorno, continuano a erodere denaro pubblico. Servono persone responsabili, preparate, all'altezza del compito. Abbiamo diritto a cambiare. C'é spazio per interventi drastici, senza ipocrisie", dice Jacopo Morelli il leader degli under40 Jacopo dal palco del XXVII convegno di Capri, che rilancia l'appello per un varo in tempi brevi della Legge elettorale ricordando che "i tre rappresentanti dell'attuale maggioranza, già lo scorso giugno a Santa Margherita Ligure - ricorda -, ci avevano promesso di fare in un mese. Oggi è il 26 ottobre e di quella traccia non c'é accordo. Una classe politica che non mantiene le promesse, mentre chiede ai cittadini sacrifici continui, è indegna. Non è questo che si merita la nazione". E a chi si candida per governare l'Italia, aggiunge, "chiediamo cosa intenderà fare per i giovani che non hanno lavoro e non riescono a rendersi indipendenti. Il peso della pressione fiscale è cresciuto così tanto da diventare una confisca: quella ufficiale toccherà nel 2012 il 45% del Pil, l'onere sulle imprese sarà superiore al 68%. Il cuneo fiscale e contributivo è tra i più elevati dell'Ocse: il 53% contro una media dell'Unione europea del 41%. Un livello che strangola. Il governo ha riconosciuto che gli italiani stanno dando una grande prova di responsabilità, accettando misure drastiche e impopolari. Se questo è vero, c'é un dovere morale di ridare, subito, fiducia al Paese abbassando, in maniera sostanziale, la pressione fiscale su chi lavora e sulle imprese che reinvestono. I cittadini non sono cavie, chiedendo un'azione immediata sul fisco per ridare ossigeno all'economia reale. La prima vera azione di politica industriale sarebbe un abbassamento vigoroso delle tasse sui redditi da lavoro e d'impresa. Ci pare di assistere, invece, all'applicazione ostinata di teorie e ricette da laboratorio, politiche dimostratesi inefficaci, dimenticando che l'economia é una scienza interpretativa e che quindi può essere imprecisa e imprevedibile. Il taglio dell'Irpef anche se è un inizio rischia di essere vanificato dall'aumento dell'Iva. L'evasione fiscale va contrastata con ogni mezzo. E occorre lasciare ai redditi bassi più soldi in busta paga, per rilanciare la domanda interna. I colpi della recessione sono arrivati nella carne viva del tessuto produttivo: la base industriale si è contratta del 20%. Anche noi contiamo, forse per la prima volta, i 'caduti sul campo'. E se chiudono le imprese dei giovani, il Paese brucia il futuro, le speranze, il dinamismo: bisogna creare nuove occasioni di lavoro, dare ossigeno alle imprese. Il tempo della pazienza è finito!".

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