Via libera per la cannabis a uso terapeutico in Abruzzo

Creato il 08 marzo 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online
mar 8, 2014    Scritto da Giacomo Conti    Attualità, Medicina, News, Scienza    2014, abruzzo, cannabinoidi, cannabis, consiglio, legge, liberalizzazione, medica, medicinali, ministri, regionale 0

Via libera per la cannabis a uso terapeutico in Abruzzo

L’Abruzzo diventa la settima regione a disciplinare e a consentire l’uso di medicinali a base cannabinoide a scopo terapeutico. Il Consiglio dei Ministri ha deciso infatti di non impugnare la legge regionale che ha dato origine a questo progresso.

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha, per la verità, dichiarato che questa è una “non notizia”, giacchè in Italia l’uso terapeutico di medicinali cannabinoidi è già legittimo. Quel che è al centro della questione è la copertura del Servizio Sanitario Regionale del costo del medicinale stesso. Sino ad ora, appunto, solo sette regioni la consentono, Abruzzo per ultima. A spianare la strada fu la Toscana, che per prima diede il via libera. Altre regioni, come Liguria, Puglia, Veneto, seguirono, ma molte delle loro normative furono impegnate, particolarmente dal governo Monti.

Maurizio Acerbo, il consigliere regionale che ha presentato la legge, definisce questa una “vittoria del buon senso”. Stupisce la grande condivisione e concordia che lega molti esponenti politici a questa legge, una cosa impensabile anche solo pochi anni fa. Addirittura Giovanardi, l’autore della sfortunata, per non dire disastrosa, Fini-Giovanardi, tacciata di incostituzionalità e bocciata dalla Corte Costituzionale, è d’accordo sull’uso medico dei cannabinoidi.

I medici abruzzesi, anche di base, sono dunque in grado di prescrivere trattamenti basati sui cannabinoidi poggiandone le spese sulla collettività. Quella dei medici di base è “una selta strategica” secondo Acerbo. La giunta regionale potrà infine stabilire convenzioni con i produttori dei farmaci.

Questa apparente ventata di liberalismo e antiproibizionismo va comunque vista alla luce di un periodo storico e di conoscenze scientifiche che esigono sicuramente l’ammodernamento del sistema legislativo agli usi e costumi del nostro tempo, ma soprattutto la sottoposizione al metodo scientifico di qualsiasi “cura” che possa inficiare sulle finanze pubbliche. Le polemiche del metodo Stamina di questi mesi, infatti, giungono soprattutto per questo, quando, in mancanza di sufficienti dati scientifici attendibili, il governo ha deciso di mettere ai margini la pratica. Non è così per la cannabis, nei riguardi della quale, con tutte le dovute precauzioni del caso, la letteratura scientifica è assolutamente unanime nell’affermare potenziali benefici derivanti dall’uso di farmaci (e non solo) basati su questa pianta. La legge abruzzese e il comportamento del governo, prima che atti di ideologia o liberalizzazioni estreme, sono dunque ottimi esempi di adeguamento alla modernità della nostra legislazione.


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