"Via Montenapoleone": quando il cinema italiano aveva un indirizzo preciso
Creato il 14 ottobre 2010 da Dejavu
Prendete "Sotto il vestito niente" tra sfilate e sforbiciate, togliete dalle mani dell'assassino il forbicione ed avrete "Via Montenapoleone"!Una certa nostalgia per gli anni '80 unita all'attuale settimana della moda milanese me lo hanno riportato alla memoria come baluardo di un certo modo di concepire il cinema nel nostro Paese che ormai non esiste più.
Tanto amo Milano quanto snobbo i cinepanettoni!
Se questo Natale mi troverò costretto ad andare a vederne uno, credo proprio che cercherò di fuggire mescolandomi tra le figure del presepe vivente, dovessi anche impersonare Maria di Nazareth. L'unico film di quel genere che ritengo un vero capolavoro è "Vacanze di Natale" (del lontanto 1983), dove molto verosimilmente Christian De Sica - in arte Roberto Cobelli - veniva beccato dai genitori a letto con il suo maestro di sci: Zartolin tenga-la-mutanda.
Anche "Via Montenapoleone" lo vidi al cinema. Eravamo in un periodo storico in cui la filmografia si ispirava allo spot pubblicitario, Adrian Lyne irrompeva da oltreoceano con la fotografia di "9 settimane e 1/2" e Milano era ancora la Milano da bere.
Poi la gola è diventata secca, l'Italia si è messa a raccontare la recessione e una sorta di pessimismo neorealistico si è abbattuto sulle frivolezze e sul modo di raccontare la vita. Ma com'era la vita quella volta sulla via più famosa dello shopping?
La bionda Reneé Simonsen è Elena, una fotografa di successo che si porta il lavoro a casa - leggi il modello di turno - ma gli straordinari non le fruttano né soldi né tantomeno un marito. Il padre le succhia tutti i capitali, gli altri uomini se ne vanno appena spunta il giorno dopo una notte di sesso. Finché qualcuno tra loro non le lascerà un inaspettato souvenir ...Carol Alt, la mora, è Margherita, il suo esatto alter ego. Intrappolata in una casa senza amore, con un marito che la trascura e con tanto di balia impicciona a carico, appena cerca di guadagnarsi l'indipendenza s'imbarca in una pessima relazione con un architetto senza scrupoli.
Luca Barbareschi è un giovane giornalista che scrive di cinema per una rivista in stile Ciak, ha più di 30 anni ed è un omosessuale irrisolto che tenta di nascondere a tutti e ancor prima a sé stesso la sua vera, inaccettata identità. Ma una visita alla madre che vive sul lago - Valentina Cortese - e le pressioni del compagno romperanno il suo protettivo involucro fatto di ipocrisia e menzogna, spedendolo al muro.
A Corinne Clery va invece l'arduo compito di svezzare - ovviamente a letto - il giovane e inibito figlio dell'amica Marisa Berenson, con estremo disgusto di quest'ultima quando lo verrà a sapere.
"Via Montenapoleone" è un acciottolato sul quale camminano personaggi patinati solo all'apparenza ma in perenne conflitto con le sofferenze del privato, è un'enorme vetrina di esistenze imperfette e di sentimenti in saldo. E' una passeggiata negli anni '80, tra le sue mode leggere e le atmosfere yppie, fatta con una fischiettante spensieratezza sulle labbra e con l'allegro motivo di Peter Van Wood nella testa.
"Via Montenapoleone,
il salotto di Milano,
ritrovo delle signore
dell'elite della città.
La via Montenapoleone,
riverenze e baciamano,
il vermout, l'americano,
appuntamento nel bar."...
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