Alla redazione romana di Repubblica è arrivata un rivelazione piutosto inquietante, proprio nei giorni successivi alle novità dei superperizie che smantella alcuni punti fondamentali dell’accusa a Raniero Busco. Il lettore di Repubblica parla di “un uomo con la mano fasciata qualche giorno dopo l’omicidio di via Poma… Un uomo che conosceva bene l’ufficio dove lavorava Simonetta, un uomo che girava con un coltello a scatto in tasca”. Continua il lettore: “Lo conosco da sempre anche se ora sono diversi anni che non lo vedo e non ho sue notizie”. L’uomo di cui si parla, spiega Rrpubblica, ha 67 anni, sposato, padre di tre figli e, nel 1990 lavorava all’associazione degli ostelli della gioventù, dove era anche delegato sindacale. “Dopo l’omicidio mi raccontò che,
in passato, era stato chiamato a pulire più volte, assieme al fratello e a un altro dipendente, gli uffici di via Poma, quindi conosceva bene l’ambiente e probabilmente, sia Simonetta che Pietrino Vanacore”, dice il lettore. “Il coltello gliel’ho regalato io. Lo portavo con me durante i miei frequenti viaggi all’estero ma quando ho smesso di andarci non mi è più servito. Era a scatto, con la lama stretta e acuminata di circa 12 centimetri. Il mio amico lo vide una volta, gli piacque e glielo regalai. Ci eravamo scambiati degli oggetti, una macchina fotografia per uno stereo e aggiunsi anche il coltello senza pensarci troppo”. La conclusione del racconto del lettore rappresneta la parte più inquietante della storia: “Lo incontrai nel weeken dopo il delitto che aveva una mano fasciata,sono quasi certo che fosse la sinistra e la medicazione era professionale, non artigianale, come se fosse stata fatta da un medico o da un infermiere. Non mi dette alcuna spiegazione e non glie ne chiesi… Qualche mese dopo partì per il Belgio assieme al fratello e a quanto ne so non è più tornato. Ma adesso penso che l’assassino possa essere lui: basterebbe una comparazione col sangue trovato nell’ufficio per stabilirlo”.