Via Salviati. Ecco come i campi nomadi a Roma sono diventati luoghi di mafia, ricatto, destabilizzazione e violenza

Creato il 01 novembre 2014 da Romafaschifo






A distanza di due giorni dalla fine del parziale sgombero di Via Salviati, dalla mano dura del Comune di Roma contro i roghi tossici e la filiera che provvede alla "fusione di Rame e Metallo", da anni presente all'interno del Campo Rom di Via Salviati, dopo cassonetti dati alle fiamme e vetture con bambini prese a sassate, criminali senza passaporto e senza nazionalità, senza vergogna e senza pudore assaltano e danno fuoco al deposito Ama di Via Salviati, primo presidio di legalità e di rappresentanza del Comune di Roma, in zona, colpevole di aver osato, un tentativo di legalità e normalizzazione che mai avrebbe dovuto anche solo pensare.
Tor Sapienza, un quartiere sotto scacco di un gruppo di criminali senza distinzione di nazionalità o colore della pelle, che stupiti della domanda di legalità e di tutela del diritto alla salute di cittadini normali, pone in essere un inequivocabile e chiaro episodio di intimidazione mafiosa, per ristabilire la "corretta" omertà e il "corretto" silenzio di cui fino ad oggi hanno goduto.
Fuoco appiccato al deposito Ama da più lati contemporaneamente. Fuoco che per puro caso ha risparmiato una spazzatrice a metano... che se fosse esplosa avrebbe rischiarato a giorno l'intero quartiere in un solo colpo.
Attendiamo un chiaro, inequivocabile, indiscutibile, certo e pesante segno da parte della massime Istituzioni di Roma Capitale. In assenza di ciò, le Vostre penne saranno salve, le Vostre coscienze no!
Comitato Tor Sapienza

*Pubblichiamo volentieri questa lettera accorata da parte dei cittadini di Tor Sapienza. A tutti coloro che non si dichiarino ciechi e soprattutto a noi che tutto il giorno riceviamo segnalazioni dalla città, appare chiaramente evidente come in un contesto come quello romano (sopraffazione, violenza diffusa, anarchia, ricatto, ignoranza) i campi nomadi si siano trasformati in questi ultimi anni da luoghi di ricovero di persone povere e ai margini della società, a aree dove liberamente e senza rischi si possono organizzare attività criminali. Quando lo Stato prova tardivamente a correre ai ripari, il crimine reagisce come reagisce qualsiasi crimine organizzato: intimidazioni, incendi, tentativi di destabilizzare. Gli interessi economici e il giro d'affari dell'attività fuorilegge è diventato tale che il ripristino della legalità è visto come una minaccia e combattuto con violenza. Questo succederà fintanto che le azioni di ripristino della legge saranno episodiche, rare, puntuali. Si tratta, invece, di promuovere una azione a tappeto. Non si capisce cosa aspetti lo Stato italiano, non si capisce cosa aspetti il Comune di Roma.
-RFS

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