Viabilità a Voldomino, SEL Luino: “Un ‘provocato’ disagio non si risolve con altri grattacapi”

Creato il 20 novembre 2015 da Stivalepensante @StivalePensante

Il Circolo di Luino-Maccagno con Pino e Veddasca di Sinistra Ecologia e Libertà, dopo la decisione dell’amministrazione luinese sulle ulteriori modifiche alla viabilità a Voldomino, ha inviato una nota stampa in cui analizza la situazione. All’interno del comunicato vengono espresse alcune soluzioni che vanno oltre l’incontro di martedì sera avvenuto al salone dell’Oratorio della frazione. “La sobria soluzione autorevole di un’Amministrazione responsabile – si legge nelle nota firmata SEL – dovrebbe prevedere la costruzione del marciapiede, l’inserimento del Vigile di quartiere e l’aumento della presenza periodica di un operatore ecologico”.

Le modifiche alla viabilità in via Asmara (© Stefano Introini)

Viabilità a Voldomino, SEL Luino: “Un ‘provocato’ disagio non si risolve con altri grattacapi”. “Creare un disagio, per intervenire su comportamenti di malcostume a sua volta provocati da deficienze strutturali come l’assenza di percorsi pedonali o marciapiedi che negano il diritto di sicurezza dei cittadini, è poco autorevole per un’Amministrazione Comunale e mette in scacco la funzione democratica delle istituzioni. L’intervento del senso unico, non annunciato anticipatamente ai cittadini spiegandone la logica di provvisorietà, al fine di arrivare alla costruzione di un generoso marciapiede sino ad oggi mancante, è stato il vero errore commesso dall’Amministrazione Comunale (cliccare qui per approfondire). Purtroppo non l’unico.

Dopo la difficoltosa gestione degli eventi successivi, la soluzione semaforica intrapresa, oltre a creare delle spese ingenti di installazione e di gestione alle casse comunali, va a creare nelle fasce orarie di punta della mobilità urbana, un “disagio differente” imposto agli abitanti del nucleo di Voldomino Superiore, oltre a non risolvere, nel momento di spegnimento dei semafori, la garanzia di percorribilità dei pedoni stessi (non esistono solo gli studenti in un paese) sulla via Asmara, vista l’inesistenza del marciapiede. Insomma, per l’appunto, per eliminare il vero disagio provocato da un “malcostume obbligato” se ne vanno a provocare altri.

L’autorità definita dalla Costituzione Italiana agli Esecutivi Comunali, impone agli stessi di attuare autorevolmente tutte le soluzioni che vanno a garantire i diritti di sicurezza e, pertanto, salvo stravolgimenti significativi dell’impianto urbanistico, non necessitano l’obbligo di consultazioni deliberative, anzi spesso sconsigliabili in casi di diritto.

Nel nostro caso specifico della Via Asmara, la costruzione di un generoso percorso pedonale o di un marciapiede non comporta nessuna modifica significativa e nemmeno creerebbe la difficoltà di transito; dato che il calibro stradale in curva rimarrebbe pur sempre di mt. 7.50 e pertanto dimensione che continuerebbe a garantire, generosamente, la facile percorribilità a doppio senso di circolazione.

Solamente introducendo questo elemento strutturale, che ripetiamo è un “diritto di sicurezza”, si potrebbe intervenire ad “educare” la causa reale del disagio: la giustificabile paura dei genitori che, in questo caso, si trasformano (fortunatamente non tutti) in ardimentosi automobilisti diventando causa stessa della paura.

L’educazione, però, può essere ulteriormente incentivata e rafforzata attraverso soluzioni virtuose come il pedibus, magari organizzato e gestito con la collaborazione delle mamme e, perché no, delle stesse maestre che sanno ben riconoscere in tale virtuosismo un ampliamento dei loro compiti educativi, decidendo di parcheggiare a pochi minuti dalla sede scolastica.

Però, c’è un però: per introdurre questi pedagogici comportamenti virtuosi, molto spesso, ci vuole anche un aiuto di vigilanza. L’introduzione del “vigile di quartiere”: questa “relazione quotidiana” diventerebbe un elemento di completamento del processo educativo e andrebbe anche a risolvere altri malcostumi denunciati dai cittadini presenti nelle assemblee: velocità improprie, parcheggi abusivi, degrado ambientale, ecc..

Questa sarebbe stata la sobria soluzione autorevole di un’Amministrazione responsabile: costruzione del marciapiede, inserimento del Vigile di quartiere e aumento della presenza periodica di un operatore ecologico.

Per quanto riguarda poi le altre discussioni sulla viabilità generale (via Gorizia, via dei Martiri e il percorso pedonale scuola-posteggio via del Piano ecc.), al fine di migliorare la qualità della vita degli abitanti, pensiamo che in questo specifico caso sia opportuno, per evitare di cadere in un ennesimo conflitto, predisporre una commissione di 5 cittadini che, insieme alle autorità, studino delle soluzione da proporre al recuperabile comitato di frazione (comitato di quartiere) in modo da arrivare a una deliberazione condivisa da sottoporre all’Esecutivo Comunale.

Investendo con forza e spirito di buona volontà politica, questo potrebbe diventare un bell’oggetto per sperimentare un cantiere che voglia ricercare comportamenti alternativi idonei a supportare nuovi processi deliberativi; ricerca che dovrebbe essere prioritaria nelle agende della politica locale: instaurazione di complessi e articolati percorsi istituzionali idonei a collettivizzare l’opinione individuale e recuperare l’affezione nelle Istituzioni politiche.

L’introduzione nei sistemi di governance di questi nuovi strumenti, diventano sempre più necessari ad evitare relazioni conflittuali in continuo aumento nella società civile e Voldomino ne è stato un chiaro esempio, conflitti di conoscenza che rischiano di minare la già precaria coesione sociale“.

Si chiude così la nota del Circolo di Luino-Maccagno con Pino e Veddasca di Sinistra Ecologia e Libertà.


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