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Viaggiare per aprire gli occhi: lo sfruttamento delle donne

Creato il 20 maggio 2013 da Agnese77

Tunisia

Il viaggio è anche questo: entrare in altre culture, in altri mondi e vedere anche quello che non vorresti mai vedere.

E’ così facile incontrare realtà che non ci piacciono… soprattutto quando quasi tutto l’anno si vive nel proprio bozzolo, lamentandoci di politici e tasse, ma chiudendoci a tutto il resto.

Quando per lavoro mi ritrovai in Tunisia ed entrai in quella fabbrica di maglioni, di un italiano, che produceva lì per vendere in Italia, in fin dei conti sapevo cosa avrei visto eppure rimasi comunque a guardare sconcertata.

Un enorme capannone di lamiera infuocato dove centinaia di donne, ognuna su una macchina da cucire, preparavano maglioni da spedire nel nostro paese.

Purtroppo non ho foto da mostrarvi perchè si guardavano bene dal permettere a chi entrava di scattarne quindi dovrete accontentarvi di quello che vi scrivo.

Sembrava di guardare tante formichine all’opera a testa bassa.

Il proprietario mi guardò vantandosi di quanto poco gli costasse produrre lì maglioni che in Italia rivendeva ad una cinquantina d’euro l’uno…e mi venne da chiedere quanto guadagnavano quelle donne al lavoro in quel forno (naturalmente omessi la parte del forno), e lui si vantò ulteriormente dicendo che guadagnavano un importo (misero) per ogni maglione che cucivano. Naturalmente le più anziane avevano un trattamento “migliore” rispetto a quelle entrate da poco.

Rimasi un attimo lì a guardare e pensai anche che, nonostante l’atmosfera infuocata, alleviata da un paio di ventilatori quà e là a smuovere l’aria calda, l’ambiente era almeno pulito e stavano meglio di un altro esempio che mi venne in mente: le donne della fabbrica in Marocco dove ero stata qualche anno prima, dove un gruppo di donne sedute a terra, alcune con neonati “fasciati addosso” sbucciavano a sassate dei frutti per guadagnare circa 3 € al giorno per 10 ore di lavoro,”ammirate” da ondate di turisti che venivano portati a conoscere l’attività della Fabbrica.

Sì viaggiare può essere anche questo. Un faccia a faccia scomodo con realtà che facciamo finta di non conoscere quando ci crogioliamo nel nostro bozzolo.

Probabilmente viaggiare e scontrarci con queste realtà non farà risolvere il problema, perché comunque finiremo sempre a comprare in quei negozi merce a prezzi il più bassi possibile, magari  dicendoci “Anche noi dobbiamo pur arrivare a fine mese”.

Eppure il viaggio ci può dare coscienza di un mondo diverso dal nostro, ma così tremendamente legato alla nostra vita di tutti di giorni da creare una fitta trama  intricata.

Viaggiare non è solo belle spiagge e foto da cartolina, è anche aprire le porte ad una realtà scomoda che esiste silenziosamente lontano dalla nostra vita.


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