Viaggiare per tornare a vivere: grazie Londra

Creato il 08 marzo 2016 da Elisa Pasqualetto @LizAu87

Mi è bastato mettere piede sul volo Venezia-Londra per sentirmi meglio, mi è bastato viaggiare per tornare a vivere.

Sembra un luogo comune, lo so, sembra una di quelle frasi fatte per far colpo, ma chi mi legge sa bene che a me, di impressionare per il gusto stesso di farlo, non è una cosa che mi interessa. 

È bastato un weekend, niente di esagerato, solo 4 giorni fuori dalle solite 4 mura, un piccolo momento per me, per prendere aria e per cambiare aria. Non sono mai stata una tipa da ufficio e da orario canonico 9-18, ma al momento è questo quello che faccio e me lo devo far andar bene.

Ero arrivata al punto di domandarmi se si potesse perdere la voglia di viaggiare, assurdo vero? Eppure me lo stavo domandando. Avete presente quei momenti nella vostra vista dove vi sembra di essere entrati all’interno di un vortice dal quale pare impossibile uscire? La forza centrifuga che vi spinge verso l’esterno sembra, allo stesso tempo, non volervi lasciare andare? Ecco, io mi trovavo più o meno in questa situazione.

Frustrante.

Avere la testa piena di domande e senza alcuna risposta valida o sufficiente.

Pesante.

Ero arrivata al punto di non riuscire più a sostenere quel peso e mi stavo accasciando a terra, lasciandomi schiacciare. Ho preso quell’aereo per Londra per inerzia, perchè ormai le sterline le avevo cambiate e il volo lo avevo prenotato, non di certo perchè avessi voglia di andarci, ma dopo il decollo tutto mi è apparso più chiaro.

Durante le due ore di volo mi sono rifatta le stesse domande che ormai mi faccio da mesi, le stesse che probabilmente si fa ognuno quando si trova in un vicolo cieco e si possono riassumere in un “che cosa faccio adesso?”, ma se con i piedi poggiati per terra mi sono data delle risposte, ad alta quota me ne sono date delle altre.

Quando sono atterrata a Londra ho capito cosa stavo disperatamente cercando: avevo bisogno di muovermi, il mio spirito da viaggiatrice se n’era andato in letargo per motivi che non sto qui a dirvi per non risultare pesante. Era dall’on the road in Spagna che non mi muovevo e ne stavo soffrendo, senza rendermi conto che ciò che credevo di aver perso sarebbe stata la cura.

Viaggiare ti porta a vivere di nuovo, staccare la spina, distanziarsi dalla routine che annienta la tua personalità, è la cura ai momenti di confusione. Qualcuno potrebbe dire che viaggiare è un po’ scappare, ma


la verità è scappare ogni tanto fa bene,
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la mente ha bisogno di ossigeno. Punto.

Londra non è una città che mi piace, non l’ho mai amata particolarmente, soprattutto per il suo tempo ballerino e spesso triste, ma questa volte, devo dire, che è stata provvidenziale, in un certo senso è stato come riscoprirmi, ritrovarmi, uscire da un buco nero dove sembrava non entrare un solo spiraglio di luce.

Londra è stata, questa volta, la mia “botta di vita”, forse anche perchè ho preso tanto di quel freddo il giorno che sono andata a visitare Stonehenge, che non potevo non svegliarmi.

Londra mi ha accolta con il sole, evento alquanto raro, e appena scesa dal treno che da Gatwick mi ha portato a Victoria Station, ho pensato bene di farmi un giro a piedi, zaino in spalla, per prendere un po’ confidenza. Questa è stata la mia terza volta a Londra, ma la prima da viaggiatrice cosciente e meritava che la omaggiassi con le mie inseparabili scarpe bianche, prima di rintanarmi nella sua metropolitana.

Sono stati 4 giorni intensi, ricchi e faticosi, ma 4 giorni in cui mi sono sentita di nuovo libera, di nuovo ricca di stimoli e di voglia di vivere, di scoprire, di vedere e di fare.

Vi è mai successo di sentirvi così? Credevo mi ci volesse un viaggio lungo e chissà dove per ritrovare quei pezzetti di me che stavo perdendo in giro, invece, due ore di aereo, qualche notte fuori e tante cose da vedere sono bastate per far arrivare l’ossigeno al cervello (magari è pure un effetto collaterale dello smog londinese, chi lo sa?).


Certe volte basta cambiare aria per vedere le cose in maniera più chiara e nitida.
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