Viaggiatori nella Basilicata - 1819 - G.B BROCCHI... il mago delle tempeste

Creato il 13 luglio 2011 da Giuseppe Melillo @giuseppemelillo
GIOVANNI BATTISTA BROCCHI
(1819)
Il conte di Bassano, Giovanni Battista Brocchi (Bassano del Grappa 1772- Khartoum 1826), fu nel Vulture nel 1819. Il padre della Malacologia fossile italiana aveva già percorso negli anni precedenti l’Appennino alla ricerca di conchiglie fossili per documentarne la stratificazione geologica.
Del resto la passione per i viaggi s’impadronì di lui giovanissimo. Destinato dal padre agli studi giuridici, frequentò l’Università di Padova, da dove, nel 1792, poco prima della laurea, intraprese un viaggio a Roma. Lì maturò il suo amore per l’antichità che, nella seconda fase della sua vita, lo avrebbe portato in Egitto, in Siria, in Palestina ed in Nubia. Nel corso della sua permanenza nel Vulture nel 1819
ebbe contatti con Ferdinando Tortorella, che lo accompagnò nelle peregrinazioni sul monte. Lo scambio di dati e di pareri sulla composizione litologica dei luoghi lo misero nella condizione di riconoscere una varietà di lazialite trovata in una lava della montagna ma, mentre il Brocchi prometteva “una piena descrizione del Vulture stesso”, la morte la colse “sotto il sole africano”.
Il conte di Bassano suppose che il vulcano del Vulture avesse cessato l’attività “quando l’Adriatico, che tutta la Daunia bagnava ne’ tempi remotissimi, ritirandosi da questa regione s’ingolfò nel mare di Taranto”. La sua multiforme produzione scientifica spazia dalla mineralogia alla paleontologia, dalla zoologia alla botanica, non tralasciando l’archeologia, la letteratura e la storia. A distanza di 15 anni dal suo viaggio sul monte Vulture, particolarmente gustosi sono gli episodi riferiti a quel “viaggiatore scientifico” e narrati da Charles Daubeney. Brocchi saliva sulla montagna “portando con sé solo un martello, un barometro e altri strumenti scientifici” per le sue ricerche.
Così scrive Daubeney a proposito di quella escursione autunnale: “I contadini, non riuscendo a capire la natura dei suoi strumenti e delle sue operazioni, lo presero per un mago e non sapendo se poteva portare loro bene o male, si limitarono a sorvegliarlo attentamente a debita distanza. Sfortunatamente, nel bel mezzo delle sue ricerche, il cielo si annuvolò, il vento preannunciò un’imminente tempesta e la pioggia cominciò a cadere.
I paesani considerarono tutto ciò come il risultato dei suoi incantesimi e ne attesero impauriti e silenziosi i risultati, ma quando videro una furiosa tempesta rovinare i loro raccolti e le loro speranze di una buona vendemmia e osservarono lo scienziato ispezionare con maggiore attenzione gli strumenti magici di cui essi avevano sempre sospettato, abbandonarono ogni timore e in massa corsero contro il misterioso autore di tale misfatto. Fortunatamente per Brocchi, egli aveva con sé tre o quattro gendarmi di scorta, e questi con moschetti e baionette tennero a bada i contadini disarmati dando il tempo al geologo di fuggire,
altrimenti, il suo zelo nell’esplorare i segreti del Vulcano avrebbe potuto essergli fatale...”.
fonte : VIAGGIATORI IN BASILICATA (1777-1880), pubblicazione a cura del CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA
a cura di Giuseppe Settembrino Michele Strazza
Bibliografia
Conchiologia fossile subappennina con osservazioni geologiche sugli Appennini e sul suolo adiacente, voll. 1-2, Milano 1814; Sopra una particolare varietà di lazialite trovata in una lava del monte Vulture in Basilicata, in Biblioteca italiana, Milano 1820, tomo XVII, pp. 261-262.
Dizionario Biografico degli Italiani, Enciclopedia Italiana Treccani,
vol. XIV, Roma 1972, pp. 396-399.
CHARLES DAUBENEY, Narrative of an excursion to the
lake Amsanctus and to mount Vultur in Apulia in 1834, Oxford 1835, Una esecuzione al lago Amsanctus e al monte Vulture in Apulia 1834, trad. it. di Carmela Di Mase, in Bollettino della Biblioteca Provinciale di Matera, n. 23-24, 1994, pp. 171-185.

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