Tutto il mondo è paese si dice. Vero. Ma solo per certi versi. Ad esempio i furti. La mia recente vacanza pasquale a Berlino s'è iniziata con il furto di McBook e Ipad e relativi irripetibili improperi. Qui però finiscono le analogie. Lasciando da parte le piste ciclabili e l'alta mobilità a due ruote di Berlino, i parchi eolici e la marea di pannelli solari e fotovoltaici che inonda i tetti degli edifici in tutta la Germania che già è fonte d'invidia, vorrei spendere due parole su quella che in Italia è una delle dispute di giornata: l'apertura dei negozi per il Primo Maggio in barba alla Festa del Lavoro e quell'inutile polemica tra chi privilegiare tra il cittadino-consumatore e il cittadino-produttore.
Sono rimasta a Berlino quattro giorni, dal Venerdì Santo (che in Germania è rosso nel calendario) al Lunedì dell'Angelo. Nessun negozio, fatti salvi quelli che vendevano esclusivamente souvenir, era aperto nei giorni festivi tanto che i miei telefonini (mi avevano rubato anche i caricabatterie) si sono presto spenti. I berlinesi, inforcata la bicicletta, si confondevano con le migliaia di turisti in giro per la città. Sdraiati sull'erba dei parchi lungo la Sprea si godevano l'anticipo d'estate senza preoccuparsi d'altro. Gli unici a lavorare erano i gestori di bar (aperti soltanto fino alle 19) e ristoranti. Aperti invece i musei in una città a misura di turista dove a nessuno viene in mente di 'spennare il pollo': 36 euro è stato il massimo pagato per due persone in un ristorante tipico. A portata di tasca i taxi ma con l'abbondanza di mezzi pubblici sono un surplus.
Certo però che per un italiano sentirsi arringare dal conducente del bici-risciò in quasi perfetto italiano sulla "follia di un Governo che toglie i soldi alle scuole pubbliche per darle a quelle cattoliche" non è proprio il massimo. Anche se al tizio (che l'italiano lo aveva imparato a Latina da amici) non ho potuto proprio dare torto soprattutto quando ha osservato che gli italiani sono gli unici turisti a non parlare inglese...