Viaggio ad Oslo, seconda puntata

Da Sadica @sadicamente
8 Dicembre 2013
Al mattino Oslo sembra ancora conservare la sua strana luce. Difatti il cielo di Oslo non è mai del tutto scuro o nero, come spesso ci può sembrare qui. Una speciale luminosità lo anima e contorna, rendendo la notte meno buia del solito.
Questa strana luce che fa compagnia ai norvegesi notturni che, in barba a noi poveri ed affaticati turisti, si divertono tutta la notte ai party organizzati negli uffici, negli hotel, nelle case, nei locali.
Così ci è sembrato udire e vedere, dalle nostre finestre poste in mansarda. Tutta la notte accompagnata da musica house, come se i nostri lontani vicini fossero tutti intenti a ballare. Ma non solo a ballare, anche ad urlare.
Non so per quale motivo, ma nell'aria si poteva udire il chiacchiericcio dei nottambuli. Ad un certo punto anche urla, sirene. Ma cosa potrebbe esser mai successo?
Nel cuore della notte mi sveglio per guardare meglio, ma non riesco a vedere molto dalla mia posizione. Il cielo ha un colore strano, dalle tonalità gialle/avana. Non vedo nessuno nel palazzo di fronte, ma sento solo musica ed il vocio delle persone.
Mi rassegno all'idea di non sapere, cercando di dormire, infilando la testa sotto l'enorme piumone imbottito che, a dir il vero, talvolta è davvero troppo caloroso.
I miei occhi fanno poi fatica a riaprirsi al mattino, quando il cielo sembra essere grigio e la luce non filtra.
La luce diurna è ancora più strana di quella notturna. Ma proprio guardando meglio il vetro della finestra sopra la mia testa, capisco che, quella non è luce, è neve!

Durante la notte difatti ha iniziato a nevicare abbondantemente, così quella strana luce non era altro che neve.
Non potete immaginare la mia disperazione, o forse solo intuire.
La neve che rallenta tutto, inghiottisce i suoni ma soprattutto, un acerrimo nemico per la mia macchina fotografica!
Va bene, forse ho esagerato un pò. D'altronde, a dicembre, non c'è da stupirsi per la neve. Ma, speravo che in quei giorni la fortuna giocasse un pò dalla nostra parte.
Purtroppo se dovessimo programmare i viaggi anche in base alle previsioni metereologiche, non partiremmo mai, anche se, a causa di calamità naturali, ci sono alcuni periodi dell'anno altamente sconsigliati per i viaggi, onde evitare di finire in chissà quale tragedia.
Per coloro che comunque amano i panorami invernali e le atmosfere natalizie, Oslo è l'ideale in inverno: davvero una città suggestiva dove sembra sia nato veramente Babbo Natale.
Per coloro che sono nottambuli, un pò come la sottoscritta, consiglio comunque di visitare Oslo in estate, quando la luce del giorno ci fa compagnia fino a mezzanotte circa. Certo, potrà sembrare strano avere così tanta luce a disposizione, ma in questo modo si ha la possibilità di vivere più a lungo la città e le sue attrazioni.
Nel mio caso il rischio sarebbe quello di stare sveglia 24 ore al giorno, perchè poi non riuscirei a chiudere occhio durante le poche ore notturne.
Ad ogni modo, la casa inizia ad animarsi con la sorpresa della neve. Lentamente, così come i fiocchi di neve che cadono copiosi, cerchiamo di metterci in moto, sia per la colazione e sia per la fila al bagno, essendocene soltanto uno in casa.
I nostri piani sono saltati, in quanto sono costretta ad abbandonare l'idea di visitare il parco Vigeland, un grande parco verde, con due laghetti e centinaia di sculture di svariate grandezze realizzate dall'artista Gustav Vigeland.
Non avendo quindi una meta precisa per la giornata, decidiamo comunque di uscire ed affrontare la neve. Essendo domenica, tutta la città sembra ancora avvolta nelle coperte e coccolata dalla neve soffice che si accumula lungo le strade. In effetti le strade, per lo meno quelle secondarie, sono ancora coperte di neve. Non vediamo ancora l'intervento degli addetti alla pulizia delle strade, quindi spesso ci vediamo costretti a camminare lungo cumuli di neve o addirittura passare in strada, dove le poche macchine in circolazione, creano solchi dove camminare meglio.
Le persone intorno a noi non si stupiscono più di tanto e vivono la loro giornata con consuetudine. La città, ricoperta di bianco, ci sembra un'altra città, ma cerchiamo di raggiungere il centro cittadino, da dove potremmo poi dirigerci verso altre attrattive turistiche.
Il nostro obbiettivo è il Teatro Dell'Opera, una meraviglia architettonica di vetro che con i giochi di luce ed il riflesso del mare, crea di per sè una attrattiva irrinunciabile.
Per giungere al Teatro, sappiamo di dover arrivare al porto, vicino la Stazione Centrale. Muniti comunque di cartine e guide, decidiamo di chiedere informazioni alle persone, non solo per aver un contatto con loro, ma anche per evitare di perdere tempo nell'orientarsi e gelarsi le mani che, nonostante i guanti, sembrano essere dei pezzi di ghiaccio pronte per essere gettate nel vostro drinks preferito.
Mi accingo a chiedere a un paio di persone ma, i norvegesi non mi sembrano molto informati. O forse, non molto disponibili nel rilasciare informazioni. Fatto sta che decido di rischiare e guido tutti all'interno della stazione dove, al coperto, al caldo e all'asciutto, posso pensare meglio e consultare la cartina in santa pace senza congelare.

La stazione è abbastanza grande e gremita di persone. Vi sono svariati negozi e anche angoli di fast food. Alcuni sono italiani. La pizza è quella che fa sempre tendenza, ma non mancano neanche i classici cappuccini.
Nel frattempo di raccimolare le informazioni, gli altri decidono di fare uno spuntino extra, fermandosi presso un fast food. Non ho ancora voglia di imbottirmi di carne e opto per un sobrio cappuccino, più schiuma che altro, ma comunque caldo.

Come avevo previsto, il Teatro dell'Opera si trova proprio dietro la stazione, così uscendo dalla parte opposto, ce lo troveremo di fronte in men che non si dica.
Guido il gruppo al di là della stazione, ma i cantieri stradali temporanei ci fanno deviare di ancora qualche metro la nostra meta, finendo per passare in distese di neve interminabili.
Ma gli automobilisti norvegesi sono abituati ai pedoni, tanto che alcuni attraversano la strada senza neanche guardare, fiduciosi che il guidatore si fermi al momento opportuno. Una cosa impensabile in Italia.
Il Teatro dell'Opera è finalmente alla nostra portata e le suggestive immagini possono narrarvi meglio di me tutta la sua magnificenza. Immagino quanto possa essere luminoso con il sole.

Seguendo l'esempio degli abitanti del luogo, anche noi ci incamminiamo sul tetto del teatro per avere una visione più complessiva del paesaggio. Quasi smette di nevicare, così da fare anche qualche scatto in più.

Scendendo senza farci male -eppur qualche caduta ci è stata- decidiamo di recarci alla ricerca dei mercatini natalizi, veri e propri punti di attrazione turistica per il periodo di Natale. Tra i vari sparsi in città, quello più famoso è quello che si trova davanti al Municipio di Oslo. Seguendo la cartina e cercando di non essere inghiottiti dalla neve, cerchiamo di raggiungerlo quanto prima.

Di tanto in tanto, chiediamo anche conferma a qualche passante. Finalmente una allegra famigliuola sembra darci calore e speranze. Siamo nella direzione giusta. Prima però di raggiungere il municipio, inconfondibile dalla sua struttura, ci dirigiamo invece verso il porto, dove ci sono attraccate alcune navi e barche.
Se non avesse nevicato, avremmo potuto fare una mini crociera per il fiordo di Oslo.

L'idea di solcare il mare con una temperatura ancora più fredda, non ci ispirava proprio. Neanche il costo a dire il vero, per un mini tour che in genere in estate lo si può fare con i traghetti della società dei trasporti pubblici Ruter, in gerere attiva dalla bella stagione.
I biglietti Ruter, singolarmente, si possono acquistare presso le macchinette automatiche poste all'interno della stazione, ma anche attraverso il proprio smartphone: questa soluzione ci ha molto sorpreso anche se non abbiamo avuto modo di utilizzarla in quei giorni ma, sicuramente, se vivessimo ad Oslo, sarebbe molto più facile e veloce, acquistare il biglietto semplicemente cliccando sul proprio telefonino. In alcune zone di Roma non ci sono rivenditori di biglietti e quindi quando si va di fretta si rischia davvero di restare a piedi.
Chissà se anche la nostra Capitale ne prenderà esempio con i ticket elettronici -e non solo le tessere- per agevolare i romani e i turisti.
Avendo comunque percorso tutto a piedi fino a quel momento, non sentiamo il bisogno di acquistare il biglietto, anche perchè nel frattempo decidiamo di dedicare la giornata successiva alla visita dei musei, lasciandoci cullare dalle attrattive cittadine, confondendoci con i norvegesi.


Ci incamminiamo dunque verso il mercatino natalizio e quando in lontananza le prime casupole in legno appaiono di fronte agli occhi del gruppo, resto improvvisamente da sola con Squalo nel centro informazioni turistiche che si trova proprio a ridosso del municipio -ma attenzione, a settembre si trasferisce all'interno della Stazione Centrale- per chiedere maggiori informazioni sulla Oslo Pass e dove acquistarla, raccimolando anche altre informazioni sugli altri mercatini natalizi sparsi in città, oltre a farci dire come arrivare sulla penisola di Bygdøy. Il bus numero 30 è quello che sostituisce il traghetto in inverno ed è quello che dovremmo prendere per raggiungere il Museo delle Navi Vichinghe ed il Museo delle Tradizioni Norvegesi.
Avremmo anche acquistato la Oslo Pass, se solo il nostro gruppo non si fosse sfaldato. Così non ci resta che ringraziare e andar via, raggiungendo i "bambini" che ormai si erano immersi nell'atmosfera più natalizia.
Il mercatino natalizio è gremito di persone, casupole di legno con all'interno botteghe di oggetti tradizionali, giochi, curiosità, ma anche di cibo, come il salame di renna o il vino caldo, o anche un dolce che si arrotola sullo spiedo e del quale vanno pazze le ragazze del gruppo (ma non la sottoscritta).
Ad accoglierci ci sono un orso bianco e babbo natale, con il quale i bambini -e non solo- si fanno immortalare in scatti fotografici divertenti.



All'ingresso del mercatino c'è inoltre una sorta di tenda accampamento, dove si possono degustare le specialità norvegesi, come la carne di renna, del vino caldo e dei biscotti speziati alla cannella.



Dopo svariate discussioni e visioni, decidiamo di pranzare proprio lì di fronte, presso l'Hard Rock Cafè Norvegese. 



Un delizioso palazzetto dove buona musica e un ambiente rock, oltre che a un fantastico riscaldamento, ci lasciano recuperare un pò le forze.

Ordiniamo i nostri panini ed aspettiamo impazienti il nostro pranzo. Il costo minimo dei piatti è di 170 Nok, mentre l'acqua è gratuita.


Il locale è molto carino, pieno di oggetti musicali, però devo ammettere che il fascino dell'Hard Rock di Roma è ancora imbattibile per me.
Personalmente prendo un hamburgher vegetariano, per restare un pò leggera e non appesantirmi, ma non avevo fatto i conti con la salsa che accompagna il tutto. Difatti, nella cucina norvegese, l'aglio è uno degli ingredienti principali e viene usato spesso e in una quantità abbondante. Così dopo un paio di morsi sono costretta a cedere il mio pranzo a Padre Pio, che si è offerto gentilmente di mangiarlo, mentre in cambio mi offre il suo cockatil ananas e fragole, a suo dire, troppo dolce. Effettivamente, un pò stucchevole anche quello... così per non soffrire la fame, decido di tornare al mercatino dove mi accontendo di un semplice hot dog, al costo di 60 Nok.


Fa buio presto nella città di Oslo e la neve non aiuta di certo gli spostamenti. Un pò troppo infreddoliti, qualcuno cerca di dirigersi verso l'hotel per riposarsi un pò, qualcuno invece va in "missione" e qualcuno si aggira ancora per i centri commerciali.



Dopo essermi scaldata un pò ed aver acquistato di nuovo il Tea al Muffin ai Mirtilli -richiestissimo qui in Italia dagli amici- attendo l'arrivo degli altri per la cena. Ormai abituati al nostro caro Kiwi, decidiamo di andare di nuovo a fare spesa, questa volta decidendo di prendere del salmone e dei gamberetti. In effetti, questi due prodotti tipici, hanno un costo davvero irrisorio. Per farvi comprendere al meglio, vi dirò che il salmone ci è costato 59 Nok al chilo (ricordate il mio hot dog? 60 Nok!) mentre i gamberetti costano 39 Nok al chilo. 


Con questa gradevole offerta, la nostra cena diventa più tipicamente norvegese, finendo per cucinare una pasta al salmone, mentre i gamberetti li lasciamo per la serata conclusiva del nostro viaggio.


Intanto, il "missionario" torna alla base, mentre qualcuno cede al freddo, decidendo di restare presso l'alloggio.
Di nuovo satolli e riscaldati, siamo pronti ad affrontare la nuova serata, aggirandoci ancora per le vie del centro storico, tra stuzzichini vari e vetrine. Avrei voluto scattare molte più foto, ma la neve ed il freddo mi hanno inibita.
Ci resta un giorno per visitare i musei e fare anche qualche acquisto da riportare in Italia. 

La notte si illumina, i Norvegesi continuano a fare festa. In questa nottata strana prendiamo maggior visione degli abitanti della città, di come alcuni sfortunati sono costretti a vivere all'aperto, di come le strade iniziano ad essere famigliari, di come la città respira.
Il nostro ultimo giorno sarà più turbolento che mai. Avete presente quando la terra sembra mancarvi da sotto ai piedi, volando nel vuoto più assoluto, senza protezioni?
Ecco, è così che ci ritroveremo.

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