da Africa70.org
Da oggi la lista dei siti amici di Progettiambiente.it si amplia e accoglie il Movimento Africa 70: ONG – ONLUS che da quasi 40 anni opera per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni del Sud del Mondo.
L’organizzazione è nata nel 1971 come movimento civile e culturale di aiuto alle lotte di liberazione nei paesi africani colonizzati e, da allora, ha avviato un percorso di sensibilizzazione e impegno contro le enormi disuguaglianze tra Nord e Sud del Mondo. Dopo l´esito positivo dei primi progetti in Burundi e Capo Verde, negli anni ´80 ha avviato diversi interventi in Somalia e in Mozambico, che hanno progressivamente consentito al movimento di strutturarsi e migliorarsi: oggi Africa 70 è in Africa, America Centrale e Medio Oriente dove affianca istituzioni e associazioni locali in attività legate prevalentemente alla tutela dell’habitat, in termini di riqualificazione urbana, pianificazione ambientale e formazione. Inoltre in Italia promuove eventi di sensibilizzazione, svolge laboratori di educazione allo sviluppo nelle scuole e realizza attività formative nelle Università. Da sempre, Africa ´70 dedica una particolare attenzione al rapporto con le università proprio per garantire un’alta qualità ai suoi progetti. Tanti sono i suoi campi d’intervento: spaziano dalla pianificazione e gestione urbana, all’ambiente e gestione delle risorse naturali, alla promozione dello sviluppo rurale e delle filiere produttive e commerciali, fino a ricomprendere il settore sociale e sanitario. Da questa brevissima carrellata non è difficile intuire che l’impegno di Africa 70 è davvero grande.
Ma scendiamo nel dettaglio e andiamo a vedere un po più da vicino alcuni tra i numerosi progetti attivati dall’ONG. Ho scelto di focalizzare l’attenzione sui progetti-ambiente perché ben illustrano qual’è il modo di operare di Africa 70. A questo punto qualcuno si starà chiedendo come mai un’ONG che opera nel sociale si occupa anche di ambiente? La risposta è molto più semplice di quanto si possa immaginare: perché l’inquinamento ambientale rende ancora più vulnerabili le fasce deboli e dunque diventa l’elemento cardine sul quale intervenire per migliorare la qualità della vita delle popolazioni interessate. Per avere una testimonianza diretta, un racconto fresco che ci facesse avvicinare un pochettino di più a questa straordinaria realtà, ho incontrato Sara De Lello – responsabile per i progetti ambiente di Africa 70.
Iniziamo parlando di Basmanagua. Quelli che sanno un pochettino di spagnolo avranno già capito di cosa si sta parlando. Si tratta infatti di un progetto di risanamento ambientale urbano a Santiago Atitlán (Guatemala) che è stato attivato, nel marzo 2008 (e chiuso 10 mesi dopo), con l’obbiettivo di risanare la gestione dei rifiuti attraverso l’implementazione della raccolta differenziata. Obbiettivo principale, oggi raggiunto con successo, era quello di migliorare la qualità della vita della popolazione di Managua attraverso il miglioramento delle condizioni ambientali, igienico-sanitarie e socio-economiche della popolazione del Distritto VI. Prima dell’intervento, l’inefficienza del sistema di trattamento dei rifiuti solidi urbani era innegabile e testimoniata dalla presenza di enormi quantità di rifiuti disseminati lungo le strade e dalle numerose discariche abusive localizzate in terreni produttivi o, addirittura, in aree protette. Inoltre, le forti precipitazioni a cui è soggetta quest’area, rendevano ancora più insalubre il sito causando il riversamento dei rifiuti dalle strade o dalle discariche direttamente nelle acque del Lago de Atitlán, contaminandole. Se si considera che il lago, oltre che essere inserito in un’area naturale di pregio, costituisce anche l”indispensabile fonte di sostentamento per numerose famiglie locali, ci si rende immediatamente conto della drammaticità della situazione. Da qui la necessità di intervenire realizzando un centro di stoccaggio per la separazione e il riciclaggio dei rifiuti e istituendo un apposito ufficio comunale per l’amministrazione del nuovo servizio. Oltre alla costruzione delle infrastrutture necessarie per sviluppare un’efficiente sistema di gestione dei rifiuti, è stato fondamentale formare del personale tecnico qualificato e sensibilizzare la cittadinanza circa l’importanza del riciclaggio, stimolando così una partecipazione consapevole e dei risultati visibili. L’aspetto più interessante di questo progetto è che si è trattato di un’esperienza partecipativa che conferma, ancora una volta, l’importanza del coinvolgimento e della condivisione della cittadinanza per la buona riuscita degli interventi che richiedono un significativo cambiamento nello stile di vita. Oltretutto, in questo caso specifico, la missione era ancora più complessa perché, oltre alla costruzione di una coscienza ambientale, si è reso necessario creare le condizioni per il reinserimento di tutte quelle persone che, con l’eliminazione delle discariche abusive, hanno visto venire meno la propria fonte di reddito. Il progetto ha potuto contare sulla collaborazione di diversi partner, tra cui Legambiente, Innova21, Brianza Energia, Ambiente SpA che sono stati un supporto fondamentale durante le fasi di costruzione del centro di stoccaggio, soprattutto per quanto riguarda la configurazione e il dimensionamento dell’impianto. Dopo il successo di questo primo progetto, Africa 70 guarda avanti e alza il tiro progettando la creazione di una rete per la raccolta differenziata transnazionale (Nicaragua/Guatemala); progetto che per il momento resta in attesa di approvazione.
Ma non si pensa solo ai rifiuti: un altro nuovissimo progetto, che coinvolge sempre l’area del Lago de Atitlán, mira al miglioramento della qualità delle acque del lago (oggi fortemente inquinate) e alla tutela della biodiversità. Anche in questo caso gli interventi previsti sono diversi: con la collaborazione dell’Università Bicocca di Milano (che distribuirà degli specifici kit), verrà lanciata una campagna informativa rivolta alle donne con lo scopo di sensibilizzare verso un corretto uso dei detersivi. Si tratta di un’attività molto importante dal momento che un’altra delle principali fonti di inquinamento di quest’area sono proprio i detersivi tossici, riversati quotidianamente nel lago dalle donne Maya che fanno il bucato. È prevista poi la costruzione di lavatoi pubblici da parte delle municipalità coinvolte nel progetto e un puntuale studio delle piante autoctone in vista di una loro futura valorizzazione.
Bene, io vi ho raccontato un po di cose, ora sta a voi: se volete saperne di più sul Movimento Africa 70, sui i progetti che ha realizzato nel corso degli anni, su quelli che sta sostenendo attualmente e dare una mano, vi invito a visitare il loro sito all’indirizzo http://www.africa70.org/ e a partecipare numerosi agli eventi proposti!
Autore: Sara Colombo