Viaggio in Abruzzo: undici affascinanti scoperte su Pescara

Creato il 08 ottobre 2014 da Nonsoloturisti @viaggiatori

Poco tempo fa ho avuto modo di trascorrere un fine settimana a Pescara. L’Abruzzo non mi ha accolta nel migliore dei modi poiché il primo giorno trascorso qui ho avuto la sensazione di non essermi mai allontanata dalla mia Torino, vista la pioggia battente e fitta che cadeva. Ma Pescara si è poi ripresa nei giorni successivi mostrandomi come, anche alle fine di settembre, un soggiorno qui possa trasformarsi in un incanto estivo fatto di mare, sole e spiaggia.

Certo, non si può dire che Pescara sia in cima alle classifiche delle città italiane più popolari tra i vacanzieri, però sono tante sono le cose che mi hanno sorpresa di questo luogo, tante le cose che proprio non sapevo. Ed è proprio da qui che voglio partire nello scrivere questo articolo, da ciò che ignoravo di questa città. Perché, al contrario della legge, viaggiare non solo ammette l’ignoranza, ma spesso capita che più si ignora e più si apprezza una meta.

Ecco quindi la mia personalissima lista di “quello che non sapevo di Pescara”, in ordine volutamente sparso e del tutto casuale.

Di Pescara ignoravo che, allontanandosi anche pochissimo dal centro, uscendo sul terrazzo di casa la sera, si sentissero ancora le cicale e si vedessero le lucciole, cosa che per una ragazza di città come me, credetemi, è davvero sorprendente.

Visto che non sono proprio un’ottima forchetta ammetto che non sapevo che a Pescara si mangiano gli arrosticini più buoni del mondo, i quali però richiedono un certo allenamento e un certo stile per essere mangiati, cose che si guadagnano solo con tanta pratica. La prima volta che ho afferrato lo spiedo pronta ad assalire il mio pezzo di carne di pecora sono stata subito ripresa: esiste il modo giusto di tenerlo, il modo giusto di sfilare la carne e, ricordatevi, potreste far gridare al sacrilegio se pensate di sfilare la carne con la forchetta!

Non sapevo che Pescara, soprattutto per le persone del Nord, fosse così difficile da collocare geograficamente. Un esempio su tutti: da una telefonata con mia mamma ho capito che per lei Pescara è nelle Marche e guai a farle cambiare idea. “Ma dove sei di preciso?” “Sono a Pescara mamma” “Ma non mi avevi detto che saresti andata in Abruzzo?” “Si mamma, appunto, Pescara è in Abruzzo” “Ma va, Pescara è nelle Marche, controlla bene!”

Ignoravo poi che a Pescara venissero commissionate grandi opere artistiche per abbellire la piazza principale della città, e che poi, queste stesse opere d’arte, abbiano fatto notizia per essere esplose. Parlo del famoso “Huge Wine Glass” – che qui chiamavano “il Calice” – progettato e realizzato dal noto architetto giapponese Toyo Ito, una maestosa scultura in vetro che, a causa dell’escursione termica, un bel giorno è finita in mille pezzi con tanto di boato ad annunciare l’accaduto.

Non sapevo che la spiaggia non si frequenta solo d’estate, ma tutto l’anno. Un po’ come accade per Copacabana a Rio De Janeiro, però, concedetemi che fosse più facile presumerlo per quest’ultima. Ed è così che se vi capita di fare una passeggiata sul lungomare nelle fredde domeniche invernali vi potrà capitare di trovare dei ragazzi, ma anche chi ragazzo non lo è più da un pezzo, correre dietro una palla a piedi nudi sulla sabbia cercando di infilare il gol della gloria tra pali improvvisati.

Ho imparato che per muoversi basta conoscere tre strade: quella lungomare e le sue due parallele che scorrono più internamente. Una volta capito il concetto delle tre strade parallele si può arrivare ovunque!

Non sapevo e mai avrei pensato che in Abruzzo si sciasse, convinta che quei poveretti dovessero farsi metà Italia per le loro scorribande sulla neve. Tanto più non avevo idea che a Pescara mare e montagna fossero così vicini da potersi godere le sciate d’inverno guardando verso il blu dell’Adriatico.

Ho scoperto che c’è un ponte pedonale che si chiama “Ponte del Mare”, ma che poi passa sopra un fiume. E che se si chiede spiegazione per questo fatto un po’ singolare, la risposta è che da qui il mare si vede. Ammetto che ancora non mi hanno per niente convinta… per me si sono sbagliati!

Non sapevo che qui la pizza al taglio non è costituota dai tranci di pizza come a Torino, ma pizzette rotonde, unte a dismisura, di una bontà estrema.

Ho poi scoperto che persino Gabriele Salvatores nella sua ultima pellicola, frutto di un esperimento social, “Italy in a day”, ha utilizzato anche immagini di Pescara.

E infine, visitando la città con chi la vive, ho fatto la scoperta più bella, ovvero che i pescaresi si definiscono un po’ provinciali ma amano profondamente la loro città, ne sono orgogliosi e sono fieri di viverla, tanto che in molti casi capita che si allontanino per studio o per lavoro, ma che poi ci tornino a vivere perché “come si sta bene qui, proprio nessun altro posto al mondo”.


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