Viaggio in Germania – Seconda parte

Da Loredana V. @lorysmart

Gli italiani

Quelli non mancano mai… Girando per il Roemerberg, abbiamo trovato un ragazzo siciliano gentilissimo e simpaticissimo che sta qui da soli 10 mesi, ed è contento perché qui si vive bene ed ha un lavoro, cosa che da noi non trovava. In un mercato coperto invece, abbiamo trovato un ristoratore che è qui da circa 60 anni, e che ci ha dato l’indirizzo di un locale dove andare a mangiare.

Gli stranieri

Passeggiando per lo Zeil, in direzione opposta alla Hauptwache, ci si trova quasi senza accorgersi nel quartiere turco. Qui la comunità è assai numerosa, sono gli stranieri più rappresentati in Germania. Le ragazze sono davvero molto belle, anche se quasi tutte velate, ma con foulards coloratissimi sovrastanti una calottina elastica solitamente bianca, e quasi tutte portano soprabiti molto lunghi. Non mancano però quelle più occidentalizzate che, nonostante il velo, portato con civetteria, sfoggiano magliette e jeans anche abbastanza aderenti e trucchi che mettoni in risalto gli occhi scuri.

Ma tra le tante, ho visto anche una giovane mamma con una palandrana larghissima e unghissima color verde smeraldo che la copriva interamente ed un velo nero che nascondeva completamente il viso lasciando scoperti solo gli occhi. Contrastava tremendamente con il marito che era vestito, come diremmo noi, da burino, ossia quel bullo di periferia con giubbotto di pelle borchiato ed accessori coordinati.

Cibi e bevande

Se ad Amburgo non eravamo riusciti a trovare un hamburger, qui cercavamo i Frankfuerter. Solo dopo abbiamo scoperto che il Frankfurter qui è un piatto tipico a base di uova sode e patate ricoperte da una specie di salsa verde.

Per mangiare il Frankfuerter come lo intendiamo noi, dobbiamo dire Frankfuerter Wuerstchen, ossia salsiccetta di Francoforte… Si differenziano dai wuerstel tradizionali perché sono meno grossi ma più lunghi, ed inoltre sono leggermente aromatizzati. Naturalmente si servono accompagnati dai crauti, però molti per contorno preferiscono delle semplici patate lessate. Immancabile…la senape o, per i più coraggiosi, essendo molto piccante, il kren.

Ma nel locale consigliatoci dall’italiano, il Wagner nella Schweitzerstrasse,

abbiamo trovato non solo i wuerstel, ma anche l’Handkaese mit Musik,

ossia un formaggio pressato a mano (da qui il nome), quasi trasparente, molto “odoroso”, e simile al Graukaese dell’Alto Adige o al Puzzone di Moena. Solitamente viene servito con cipolle tagliate molto finemente a fette e condito con olio ed aceto. La parola Musik è , diciamo, un eufemismo…in quanto ” Musik kommt spaeter” – tradotto“la musica viene dopo”-, ossia il formaggio e la cipolla hanno spesso, su varie persone, effetti “collaterali” … Altri, più cortesemente, dicono che è la musica che fanno le boccette dell’aceto e dell’olio urtandosi fra loro…ma non credeteci, non è affatto vero .

Oltre ai Wuerstel ed al formaggio, servono pure costine di manzo o di maiale ed altri tipi di carne ed insaccati, tutti però accompagnati dall’Apfelwein ( detto anche Apfelwoi o Ebbelwei, con termini locali dialettali), un vino aspro ricavato da un particolare tipo di mele che, fermentando, producono una specie di sidro acidulo dalla gradazione di circa 4-6 gradi e che viene portato in tavola nelle tipiche brocche grigie (Bembels) e servito nei bicchieri con tagli a diamante, usati esclusivamente per questo tipo di bevanda.

Altro piatto tipico è il Leberkaese, una specie di polpettone che, originariamente, veniva fatto con il fegato, ed ora con carne di maiale e vitello speziato con sale, cipolla e maggiorana. A dire il vero, è un piatto tipico di tutta la zona tedesca, si trova anche in Alto Adige, ma qui è particolarmente saporito.

Il pane tipico qui è il Bretzel, quel panino intrecciato in maniera ormai conosciuta, cosparso di sale grosso. La ricetta originale prevede l’immersione per pochi secondi dell’impasto, prima della cottura, in una soluzione diluita di soda caustica, che conferisce al panino il suo caratteristico sapore.

Al Wagner, un piccolo favoritismo: il locale è grandissimo, con lunghissime tavolate di legno, le pareti decorate da affreschi

ed un albero che cresce nel bel mezzo della sala,

però il cameriere (naturalmente italiano ), ci ha sistemati in una saletta laterale con due soli tavoli, una piccola stube di legno con sedie imbottite, così siamo stati relativamente tranquilli, ed abbiamo potuto mangiare senza che nessuno ci interrompesse, come succede in Italia, vendendoci fiori o altre cose.

Una delle cose strane è che se chiedi l’acqua minerale te la servono in bottigliette da 20 cl, praticamente un niente, e che la stessa in proporzione, costa più della birra. Ed a proposito di birra, ne ho scoperta una favolosa: Erdinger Weissbier Dunkel…assolutamente da provare!

http://svergari.altervista.org/blog/birra-erdinger-weissbier-dunkel-dunkler-ist-besser/

Ed il bello, qui in Germania, che sanno come si serve la birra: fresca e assolutamente NON ghiacciata.

Una delle cose strane, è che qui mangiano a tutte le ore: dalla mattina alla sera, nei bar, nelle birrerie, nei baracchini lungo le strade…è tutto un mulinare di mascelle. Il sabato, lungo il tratto che dallo Zeil arriva alla Opernplatz, è tutto un susseguirsi di bancarelle con sedie e panche, dove tutti si abbuffano come maialetti, adulti e bambini, uomini e donne….e dappertutto aleggia odore di wuerstel arrostiti, di costine, di patate fritte… 

Alla mattina, invece di fare colazione in albergo a base di prosciutti, salami, formaggi, uova e cose simili (praticamente un pranzo), preferivamo andare in una Baeckerei, ossia un panificio/pasticceria, dove, assieme al caffè alla tedesca (maledettamente lungo), potevamo scegliere tra vari tipi di pane o di dolci. Per lo più mangiavamo i Kipferl, ossia i croissants. Molti ritengono che sia un prodotto tipicamente  francese, ma in realtà il Kipferl lo hanno inventato gli austriaci, per festeggiare la vittoria sui Turchi che assediavano Vienna avvenuta nel 1683 e fu portato dall’Austria in Francia da Maria Antonietta. Il dolce di pasta sfoglia ha infatti la forma della mezzaluna ottomana.

Il ritorno

Al ritorno invece abbiamo preferito seguire l’itinerario più veloce, passando per Norimberga, Monaco e quindi il Brennero.

Mio marito ha ripreso a sacramentare contro i soliti italiani che cambiano corsia senza mettere le frecce o che ti abbagliano con i fari se vogliono sorpassare, per non parlare del prezzo del carburante! Vedere per credere, quanto costa il diesel, normale ed hightech, al di là del confine!

Io invece, dopo giorni di overdose di Kartoffel e Deutschkaffee….non vedo l’ora di farmi un piatto di spaghetti ed un espresso come Dio comanda!



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