Viaggio in Giappone in cinque libri

Creato il 07 novembre 2014 da Patrickc

Qualche consiglio di lettura per andare lontano, con le parole e l’immaginazione

Si è vero un piccolo ebook – libro di viaggio sul Giappone l’ho scritto da poco anche io, e si intitola Orizzonte Giappone. Ma qui  – mentre riordino parole e pensieri appena tornato da due settimane in Laos – voglio scrivere di cinque altri splendidi libri, di quelli veri, non solo di viaggio, che riguardano in qualche modo questo Paese che amo e che è diventato parte importante della mia vita. Scrivendo l’ebook alcuni di questi sono tornato a leggerli, sfogliarli, per cercare le citazioni che mi avevano folgorato o per trovare conferme o smentite. O, semplicemente, perché riprendere in mano i libri che si sono già letti porta a scoperte sempre nuove.

nota: Purtroppo molti di questi libri sono fuori stampa e di difficile reperibilità, almeno in italiano.

1. Un treno fantasma verso la stella dell’Est, di Paul Theroux

Perché prende il treno? mi aveva chiesto il georgiano.
Perché, pensai seduto nell’angolo del mio scompartimento, gli aerei sono una distorsione del tempo e dello spazio, e vieni pure perquisito.

Un treno fantasma verso la Stella dell’Est

Amo la scrittura, l’ironia di Theroux, che è forse lo scrittore di viaggio che sento più vicino di ogni altro. Divoro i suoi libri e forse il mio preferito è proprio questo, in cui ripercorre trent’anni dopo il viaggio in treno fino a Tokyo (e ritorno) compiuto in The Great railway bazar. Però, lo dico subito, secondo me del Giappone ha capito molto poco, quasi niente. E proprio per questo è bello leggerlo, ci si risente al primo viaggio in Estremo oriente, spaesati e incuriositi. Theroux si interessa della superficie del Paese: le stranezze, i manga (che liquida con definizioni sprezzanti), la pornografia, la metropolitana, le tante regole sociali. Poi ha la fortuna di incontrare Haruki Murakami e si fa portare a vedere un grande magazzino di costumi e sex toys. Però, quelle sugli aspetti più singolari e incomprensibili della cultura e della società giapponese, sono le domande che si fa chiunque al primo viaggio, quando sbarca a Tokyo, e Theroux ha la capacità di fulminare il lettore con frasi e pensieri penetranti oppure semplicissimi, ma perfetti nella loro essenzialità. E poi è un libro che esercita su di me una sua magia irresistibile, che forse sta proprio nel farci vedere quanta strada, quanti popoli, lingue, culture stanno fra noi e Tokyo, spesso annullati, spazzati via dalla distorsione spazio temporale del viaggio aereo.

Attualmente fuori catalogo in italiano.

Un treno fantasma verso la stella dell’Est – Paul Theroux (518 pagine, Dalai – tit. originale Ghost train to the eastern star)

2. Autostop con Buddha, di Will Ferguson

“Guardate” dice il signor Migita, mentre arriva e raduna i figli davanti a sé. “Guardate laggiù.”
Indica loro le montagne, dove si scorge una debole macchia rosa tra i sempreverdi.
“Sakura” dice loro. E il cuore prende a battermi

Autostop con Buddha

Dimentichiamo il titolo assurdo della versione italiana perché il libro si chiama in realtà Hokkaido highway blues (e i riferimenti al buddhismo sono pochissimi). Resta un racconto di viaggio forse un po’ superficiale e con qualche stereotipo, che racconta un Giappone che forse non c’è più, quello degli anni ’80, avanzato, un po’ arrogante, e in piena bolla economica. Ma è anche un originale racconto di un viaggio in autostop, seguendo l’onda della fioritura dei ciliegi che si sposta progressivamente verso nord. Non ho mai conosciuto nessuno che abbia viaggiato in autostop in Giappone, e questo basta. Nihon, almost a love story, ne scrive qui.

Autostop con Buddha – Will Ferguson (454 pagine, Feltrinelli – tit. originale Hokkaido highway blues)

3. Il monaco e la signora – una stagione a Kyoto, di Pico Iyer

In quelle prime fredde ore del giorno, mentre alcuni luoghi paiono sfiniti e altri rinati, Kyoto, invece, sembrava sempre un miracolo di speranze mattutine.

Il monaco e la signora

Quello di Pico Iyer, autore purtroppo poco noto in Italia, è un libro delicato e avvolgente, che racconta un avvicinamento a una città e a un Paese come se fosse una storia d’amore, punteggiata dagli haiku e alleggerita da un po’ di ironia. Il libro è ricco di splendide pagine ed è stato il mio compagno inseparabile durante il primo viaggio in Giappone, un viaggio nel quale a rapirmi è stata proprio Kyoto. Forse è anche per questo che lo amo così tanto.

Fuori catalogo in italiano.

Il monaco e la signora – una stagione a Kyoto – Pico Iyer (Feltrinelli – tit. originale The lady and the monk)

4. L’uccello che girava le viti del mondo, di Haruki Murakami

L’uccello che girava le viti del mondo

Non è un libro di viaggio, ma credo sia il capolavoro di Murakami, uno scrittore che in Giappone appare esotico per i tanti riferimenti musicali, gastronomici, culturali occidentali, e che proprio per questo a noi appare meno lontano e più comprensibile. Questa è una storia d’amore, onirica e surreale, una ricerca angosciante e un incredibile viaggio nell’inconscio e nell’umanità delle persone, ma allo stesso tempo anche nella storia e nella memoria del Giappone e dell’Asia, specie nei suoi margini più oscuri. Se riesci a farti prendere dal libro, a non farti disorientare dalla struttura labirintica e frastornante, se non ti fai impaurire dalle 830 pagine, troverai un grandissimo romanzo, un capolavoro della letteratura contemporanea.

L’uccello che girava le viti del mondo – Haruki Murakami (830 pagine, Einaudi)

5. In Asia, di Tiziano Terzani

Il problema è il Fuji stesso che non è come dovrebbe essere. La montagna, che da lontano appare così forte e superba, così magica ed elegante, una volta scalata impressiona per com’è piccola e vulnerabile, ordinaria e miserevole: un semplice cumulo di ceneri.

In Asia, Terzani

Non si può parlare di Asia e non citare Tiziano Terzani. Ma il grande giornalista non amava il Giappone, in cui ha vissuto ben cinque anni, anzi lo odiava. Lo riteneva gelido, triste, è arrivato addirittura a incolpare il Paese e l’infelicità di quegli anni – che si riflettono anche in Giorni giapponesi della moglie Angela – della malattia che lo ha ucciso. Forse Terzani, che fra le altre cose racconta anche la yakuza e la scalata del monte Fuji, ha una visione troppo cupa, esagerata anche dal periodo, quello dell’arroganza economica del Paese, al culmine della bolla speculativa degli anni Ottanta. Forse anche proprio per questo è un libro importante da leggere, per vedere il Giappone da un punto di vista differente, smitizzante, di qualcuno che non è rimasto sedotto dalla cultura di questo Paese.

In Asia – Tiziano Terzani (434 pagine, Tea)

Poi c’è in lista qualche altro libro, ma non sono tantissimi quelli sul Giappone, che ho già letto come Stupore e Tremori di Amélie Nothomb o che vorrei leggere presto, come Tokyo Orizzontale di Laura Imai Messina e C’era una volta l’Oriente (Video Night in Kathmandu), di Pico Iyer.

Pensi che abbia dimenticato altri libri? Non sei d’accordo con le scelte? Scrivilo nei commenti!


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