http://www.fseonline.it
Costo visita: 15,00 Euro; la biglietteria chiude alle ore 18:00; la durata della visita è di 1 ora e 50 Minuti
http://www.grottedicastellana.it
Maggiori informazioni su:
http://www.comune.castellanagrotte.ba.it/turismo/
http://www.comune.castellanagrotte.ba.it/turismo/images/stories/pdf/guida-turistica/mappa.pdf
Un nuovo giorno, un altro luogo da visitare. Ci svegliamo mezz'oretta prima del solito per evitare di correre e fare colazione frettolosamente.
Scendiamo raggianti, seppur il caldo inizia già a farsi sentire. Daniela, dopo essersi lamentata per tre notti del suo cuscino troppo basso, decide di chiedere un secondo cuscino alla reception, ma ciò provoca un evento inaspettato.
La signora della reception ci invita a fermarci al bar dell'Hotel per fare colazione.
"Ma veramente andiamo un pò di fretta, fa niente grazie", le dico subito.
"Ma no, un minutino solo, vi faccio servire subito", insiste la signora accompagnandoci al bar.
A quel punto non possiamo più rifiutare, così ci rechiamo a prendere un cappuccino e un cornetto. Niente male eh, il cornetto è molto soffice, ma il nostro senso di cacciatrici di novità ha dovuto accontentarsi. Il tutto molto velocemente.
Così arriviamo un'ora prima della partenza per il nostro treno diretto verso Castellana Grotte per visitare le famigerate Grotte di Castellana.
Il percorso del treno lo avevamo già visto la giornata precedente, andando verso Alberobello. A saperlo fossero due località così vicine e sullo stesso binario, avremmo fatto in un giorno solo queste due tappe, cercando magari di trovare un'altra tappa da aggiungere al nostro itinerario.
Ad ogni modo, prendendo il treno delle Ferrovie del Sud Est, raggiungiamo in circa 50 minuti la nostra fermata. Il binario è unico ed è una stazione dedicata appositamente ai visitatori delle Grotte. La stazione sembra abbandonata, seppur tutto sia in ordine. In lontananza si può vedere un'alta torre con la scritta "Grotte di Castellana" ben in evidenza, la quale può essere presa come punto di riferimento per raggiungere l'ingresso.
Ah dimenticavo!
Ci sono due fermate per Castellana Grotte, la località che ospita le grotte. Se volete visitare le grotte dovete scendere alla seconda fermata -venendo da Bari Centrale- proprio presso la stazione sperduta, o meglio, a quel che sembra il binario morto. Non tutti i treni però fermano in questa stazione, quindi informatevi per bene per conoscere gli orari e le fermate.
Tornando alle grotte, attraversando il parcheggio che troverete davanti a voi, raggiungete la strada dritta che vedrete in fondo, svoltando infine a sinistra e seguendo la stradina che sopraggiungerà, arriverete al villaggio delle Grotte.
Molti turisti si sono accodati a noi per arrivarci, anche se noi a dir la verità ci siamo arrivate a naso.
E' quindi molto facile raggiungere il posto.
A ridosso dell'ingresso potrete notare numerosi negozi di souvenir, dove le cartoline abbondano assieme a tante altre cosucce.
Svoltando a destra arriverete all'ingresso, dove troverete già dei gruppi pronti per l'esplorazione.
Per il nostro percorso ben strutturato, avevo dimenticato di informarmi sugli orari delle visite alle grotte. Il nostro percorso, quello breve da 50 minuti e dal costo di 10,00 Euro, sarebbe partito alle ore 13. Noi invece siamo arrivate alle ore 11: non potevamo di certo starcene due ore lì senza far niente!
Così optiamo per il percorso lungo da 1,5 chilometri -ben 3 chilometri in totale- da un'ora e mezza al costo di 15,00 Euro, con visita anche alla famosa grotta bianca.
Corriamo per raggiungere il gruppo già sceso all'interno delle grotte. Gli addetti ci avvertono di fare attenzione al pavimento poichè è scivoloso. Scendiamo sempre più in basso e vediamo l'ingresso delle grotte come se fosse una caverna degli antenati preistorici. Le scale sono bagnate e l'aria è decisamente fredda.
Entriamo nella prima grotta, grandissima. In alto c'è una apertura, rimasta come all'epoca della scoperta, dalla quale gli abitanti vi gettavano l'immondizia, non conoscendo quali meraviglie si celassero all'interno di quel buco.
Quando Franco Anelli, lo scopritore delle grotte, si calò per la prima volta nella cavità della grotta Grave, atterrò su di un cumulo di rifiuti alto 18 metri.
Il percorso, come già scritto in precedenza, è lungo 1,5 chilometri per un totale di 3 chilometri.
La Grave è il grande abisso da dove inizia la nostra visita. La grotta misura 60 metri di profondità, per 50 metri in larghezza e 100 metri di lunghezza.
Attraversando le Colonne D'Ercole, si entra nella Caverna Nera o denominata della Lupa, per una formazione che ricorda la Lupa Capitolina.
I nomi delle caverne e degli anfratti hanno tutti nomi molto fantasiosi, derivati appunto dalle forme che ricordano animali o oggetti. Come la civetta, la Torre di Pisa o il dromedario. Alcune grotte ricordano, come fattezze, anche il Duomo di Milano.
Tutto è magnifico, bello e maestoso. La luce è soffusa e vedere tutto è davvero impossibile. Anche perchè la nostra guida è una vera e propria maratoneta. Corre come una capra in cima alle montagne.
Molto presto lo spirito di Indiana Jones e dei Goonies si impossessa di noi. Gli incavi, le varie insenature, le stalattiti a forma di pannocchie rovesciate o di cavolfiori nascondono anfratti ed "animali" davvero affascinanti.
In realtà gli unici animali che dimorano nelle grotte sono i pipistrelli e degli animaletti dei quali probabilmente si nutrono. Non li abbiamo però visti durante la nostra visita.
Il percorso lo abbiamo effettuato a tratte da 500 metri, talvolta passando delle "voragini", un laghetto ed altre caverne, attraversando angusti stretti, dal soffitto basso, ma non di certo per una nana come me. Talvolta ho avuto la sensazione di sentirmi una hobbit nelle miniere di Moira. Mi aspettavo di vedere un Balrog da un momento all'altro.
Ma la guida non ci ha dato tempo di sognare abbastanza. Il percorso del deserto ricorda i Kenyon americani, brulli, erosi dal vento e dal sole.
Davvero un luogo affascinante, dove anche molti bambini si sono divertiti ad interpretare le varie formazioni. L'umidità in alcuni tratti raggiunge il 98%, mentre in alcuni cuniculi l'aria è molto fredda.
Suggeriamo quindi di portare con voi un giacchetto o un maglioncino per non raffreddarvi troppo.
La caverna bianca è una delle attrattive principali di queste grotte. Già dal nome si può intuire quale meraviglia si celi all'interno. Le varie formazioni sono di un bellissimo colore bianco, donando una luminosità incredibile tutt'intorno.
Siamo a metà del nostro percorso: dobbiamo ripercorrere 1,5 chilometri e tutti di corsa.
Alcuni bambini sgridano i propri genitori per via della loro lentezza nel stare al passo con la guida.
Al ritorno io e Daniela abbiamo conquistato numerose posizioni, tanto da arrivare tra le prime dieci persone.
Arrivando prima, di nuovo nella grotte Grave, abbiamo potuto avere la possibilità di fare finalmente delle foto, prima di prendere l'ascensore e tornare in superficie. Purtroppo non è possibile effettuare fotografie nelle altre zone delle grotte.
Non abbiamo purtroppo molto tempo per visitare i negozi di souvenir ed il parco circostante le grotte. Arraffiamo alcune cartoline, dei sassi della stessa consistenza di quelle che si trovano nelle grotte -pur non essendo estratte proprio da lì- e corriamo verso la stazione. Il nostro treno sarebbe passato alle ore 13:15. Fate però attenzione a non sbagliare la direzione, poichè come vi abbiamo già detto, il binario è unico.
Fate attenzione quindi al display in testa alla locomotiva del treno. Comunque, il treno verrà da est -destra- per dirigersi ad ovest -sinistra- in direzione di Bari.
Arrivate a Bari a digiuno, pensavamo di prenderci dei panini già pronti al supermercato, ma non li troviamo.
Optiamo quindi per un altro supermercato, vicino il nostro hotel, ma lo troviamo chiuso. Non ci resta allora che accontentarci della pizzeria accanto all'Hotel.
La nostra scelta è quanto mai azzeccata.
Vi sono a pranzo svariati tipi di menù, come quello della pizza a 5 Euro o quello con primo, secondo, contorno e frutta a 7 Euro. Optiamo per quest'ultimo, anche per approfittare di un pò di pesce.
Scelgo le linguine agli scampi, la frittura di pesce e le patate lesse. Daniela invece opta per il risotto ai fiori di zucca e pomodorini, mentre il resto è uguale a ciò che ordino io.
C'è da dire che questo locale non è affatto turistico, poichè situato proprio in zona universitaria. Difatti anche il servizio e l'ambiente è molto familiare. All'interno c'è una lunga tavolata che sta festeggiando una laurea. Vi sono anche diversi operai in pausa pranzo ed anziani del luogo, in una atmosfera quasi da Bar Sport (vedi Stefano Benni).
Noi non sappiamo dove sederci, seppur ci venga detto di accomodarci dove vogliamo. Di fatto però veniamo spostate a un tavolo più piccolo della nostra scelta.
I primi giungono poco dopo la nostra ordinazione. Non mi aspettavo che la pasta fosse al sugo, anche se è molto buona. Subito dopo arrivano le patate lesse e la frittura di pesce, chiudendo il nostro pranzo con la frutta.
Il bello di questo posto è che sembra sia aperto oltre le ore 15. Qui non si corre per mangiare.
Finito il nostro pranzo torniamo in camera per il solito rito della doccia. Usciremo più tardi per andare sul lungomare e cenare.
A dire il vero però, volevo puntare anche verso la gelateria vista qualche giorno prima, della quale però purtroppo non riuscirò mai ad assaggiarne il gelato.
Ci prepariamo quindi per la serata. Un giro veloce al supermercato bio per acquistare del sapone, per poi dirigerci verso il mare, rigorosamente a piedi.
In una delle stradine ormai divenute familiari nei pressi dell'hotel, assistiamo a quello che inizialmente pensavamo si trattasse di un litigio per un parcheggio. Soltanto avvicinandoci ulteriolmente capiamo che si tratta di questioni molto personali. Una scenata in piena regola, dove forse solo nel Sud Italia ancora accade. La signore in strada, a bordo della sua auto, stava litigando con una inquilina del palazzo di fronte, urlandole che i mariti delle altre non si rubano.
Questioni d'amore, questioni di corna. Mi chiedo comunque come possa esser "rubato" un marito, senza il consenso di quest'ultimo. Di certo, lui non è una vittima.
Ad ogni modo passiamo oltre, raggiungendo la via dello shopping. Daniela ne approfitta per fare un piccolo acquisto.
Arriviamo finalmente sul lungomare poco dopo il tramonto. C'è comunque un fantastico panorama, come quello che si può vedere nelle più belle cartoline. Ne approfitto per fare qualche scatto, rimpiangendo di non aver portato con me la macchina fotografica.
Sedendoci su una panchina in vista mare, attivo l'applicazione Nokia City Lens per vedere dove poter cenare. Purtroppo l'applicazione quella sera sembra far pasticci, eliminando ogni volta il tragitto impostato per raggiungere il locale scelto.
Stufa di questi inconvenienti, decidiamo di andare a naso, ma non troppo perchè inizia a farsi tardi.
Un pò per le lamentele dello stomaco di Daniela e un pò per la stanchezza, mi dirigo almeno vicino la stazione, dove avremmo poi potuto prendere il famoso bus numero 21 per tornare in Hotel.
Gira che ti rigira, finiamo di nuovo davanti al ristorante Da Nathalie, scartato la prima volta poichè avevo già intuito fosse troppo caro ed al di fuori del nostro budget.
Ormai entrate, ci fanno subito accomodare, con tanto di cameriere alle spalle. Questo è uno dei primi indizi che dovrebbe farvi riflettere su quanto avete nel portafogli.
Un altro indizio è quello di evitare di portarvi subito il menù. Chi ha soldi non ha bisogno di controllare i prezzi. Noi purtroppo non rientriamo in questa categoria. A questo punto anche Daniela inizia a sospettare qualcosa. La sua conferma arriva non appena giunge al nostro tavolo -probabilmente- il titolare della struttura, con un carrellino di pesce fresco che ci mostra tutto soddisfatto. Vi sono astici, aragoste, spigole ed orate. Tutto pescato del giorno.
"Un antipastino?", esordisce il tipo.
Beh, ma anche no. Prima di effettuare qualsiasi ordinazione, chiedo ancora una volta del menù.
"Sul menù non c'è tutto quello che abbiamo, poichè varia di giorno in giorno, a seconda del pescato e della stagione", risponde prontamente.
"Va benissimo, tutto fresco, ottimo. Ma desideriamo così avere un'idea di quello che offrite", ribatto cortesemente.
Finalmente con il menù alla mano, possiamo curiosare anche i prezzi. Medio/alti per carne e pesce, bassi per la pizza.
Ma cosa prendere?
Effettivamente il menù è scarso ed occorre per forza chiedere al tizio con il carrellino del pesce.
Avrei optato per la pizza ma Daniela voleva provare altre specialità del luogo. Non mettendoci d'accordo sull'antipasto, Daniela si lascia incantare dalla spigola, quando avrei quasi ceduto per una economicissima pizza.
"Una spigola al sale per due, ottima scelta", ci comunica il tizio che se ne va con il suo carrellino.
Sapevo ahimè che la cottura di questo piatto è alquanto lunga. Attendiamo quasi un'ora prima di poter addentare la nostra preda. Nel frattempo si festeggia un'altra laurea a base di un banchetto di pesce, mentre tutti intorno a noi mangiano squisitezze. Tranne noi.
Sono le 22 passate. Anche questa sera avremmo corso sia per mangiare che per prendere l'ultima corsa del bus.
Finalmente vediamo tornare il tizio con il suo carrellino, con a bordo la nostra enorme spigola e delle verdure grigliate. La fotografo poichè credo che forse non mi ricapiterà più di banchettare con un pesce così grande.
Il tizio ci pulisce tutto il pesce, preparando dinanzi a noi i nostri appetitosi piatti. Il servizio è molto accurato, nulla da eccepire. Non ordiniamo vino, in quanto astemie, ma il tizio si meraviglia di incontrare due romane non devote a Bacco.
Ad ogni modo, il nostro pesce è buonissimo. Delicato, pulito, fresco. Direttamente dal mare ai nostri piatti.
Davvero delizioso. Chissà quanto ci sarebbe costata quella delizia. Chiediamo subito il conto poichè si stava facendo veramente tardi. Le 23 erano in arrivo. Chiedo ed ottengo il conto alquanto rapidamente. Lo spizzo così come fanno i migliori giocatori di poker quando vengono servite loro le carte.
Leggo il bigliettino. Totale 60,00 Euro.
60,00 Euro?!
Si, abbiamo mangiato solo la spigola che da sola ci è costata ben 55,00 Euro.
Daniela si offre per pagare questa prestigiosa cena e voliamo ridendo verso il nostro bus che questa volta non si fa attendere. Ridiamo per l'intero tragitto, tanto da scendere anche alla fermata sbagliata.
Ormai se non maciniamo chilometri non siamo contente.
Continuiamo a ridere anche in hotel. Una cena che resterà nella nostra memoria per moltissimo tempo. Telefoniamo anche ad Isa per raccontarle questa disavventura, ridendo in continuazione.
Una cena che segnerà lo standard dei futuri pretendenti: non si esce e non ci si concede per meno, suggerisce Daniela!
Ma il nostro paese è ormai tanto povero che riuscire a cenare con un "riccone" equivale alle probabilità di vincita al Superenalotto.
Meglio dormirci su e prepararsi ad affrontare la prossima tappa pugliese.