Viaggio in Russia – Parte Terza

Creato il 10 settembre 2012 da Nictrecinque42 @LositoNicola

È il 3 maggio 2012, giorno del mio compleanno, e siamo anche al terzo giorno di permanenza a Mosca: il programma odierno è così intenso che non ho tempo di sentirmi addosso il peso dei miei settant’anni. Anzi, mi sono persino abituato al letto dell’albergo e al suo malefico piumone e oggi sono fresco e riposato, pronto a vedere luoghi nuovi che sulla carta promettono meraviglie.

Partenza alle nove e, in pochi minuti, arriviamo sul ponte Patriarshij, più noto come il ponte degli innamorati, in omaggio a quel furbone di Federico Moccia che ha esportato in Russia (e in altre parti del mondo) non solo il suo romanzetto di maggior successo ma anche la geniale idea dei lucchetti sul ponte Milvio.

Ponte Patriarshij

Il tempo di fare due foto agli alberelli pieni di lucchetti variamente colorati e arrugginiti, di dare uno sguardo all’affascinante sequenza (questa sì) dei ponti sulla Moscova e un’altra zoomata sulla Caravella con Pietro il Grande al posto di Cristoforo Colombo e, subito dopo, ci spostiamo a piedi verso la prima vera meta della mattinata: la galleria Tretjakovskaja, una miniera di capolavori d’arte antica e moderna provenienti da tutta la Russia e da molte altre parti del globo. Scendendo dal ponte degli innamorati si può vedere il monumento a Ilya Repin, uno dei maggiori pittori russi di cui, a breve,  ammireremo diversi quadri, fra cui Ivan il Terribile che abbraccia il figlio da lui ucciso in uno scatto d’ira,

e il ritratto di Sofia, la sorella di Pietro il Grande, dagli occhi spiritati che terrorizzano chi la sta guardando. Vedere per credere:

Sofia Alekseevna Romanova

Nella galleria Tretjakovskaja ci sono più di 100.000 opere russe: icone del medioevo, gioielli, disegni, acquerelli e anche dipinti del secolo scorso. Alcuni esemplari famosi li ho inseriti nel terzo filmato (La trinità di Andrej Rublev e l’icona della Vergine di Vladimir). Purtroppo all’interno della galleria non si può né fotografare né usare la videocamera, ma  questa visita è un must di Mosca e non può essere evitata da chi ama l’arte e la cultura di tutti i tempi, non solo russa. Oltretutto qui non c’è la folla che ti soffia sul collo come in altri musei molto più blasonati e per questo è un piacere attardarsi nelle numerose sale di cui dispone la galleria. Unico appunto, se la memoria non m’inganna, è l’uso della sola lingua russa per descrivere le varie opere in mostra.

Dopo pranzo, sempre in bus, lasciamo Mosca in direzione di Suzdal un’importante località del cosiddetto Anello d’Oro, un gruppo di città situate a nordest di Mosca e comprese nella zona conosciuta come Zales’e. In realtà l’espressione “Anello d’Oro” non è una qualificazione del passato russo ma una denominazione nata per scopi turistici e commerciali, perché riunisce (vedi cartina) un certo numero di città che offrono un elevato interesse storico, culturale e artistico, ricche come sono di chiese, monasteri e cremlini (fortezze).

Anello d’oro

La prima fermata la facciamo, dopo una settantina di chilometri, a Sergiev Posad, per visitare il Monastero della Trinità di San Sergio dove risiede la più grande comunità monastica della Russia. All’interno del monastero, fortificato e provvisto di dieci torri disposte in posizioni strategiche, ci sono sette chiese (tra cui la Chiesa della Vergine di Smolensk, la Chiesa dello Spirito Santo, la Chiesa di San Sergio e il Refettorio), due Cattedrali (la Cattedrale dell’Assunzione e la Cattedrale della Trinità), la Cappella del Pozzo, il Campanile, l’Obelisco, il Pozzo e tanti palazzi tra cui gli appartamenti dello zar, la biblioteca, l’ospedale, la tesoreria eccetera…

Monastero della Trinità di S. Sergio

Per conoscere a fondo il Monastero ci vorrebbero intere giornate, ma nel nostro tour è prevista la sola visita accurata del Refettorio con l’annessa Chiesa di San Sergio. Quello che abbiamo potuto vedere lì dentro, però, è più che sufficiente per rimanere sbalorditi dai decori, dalle iconostasi, dagli altari preziosi ottimamente mantenuti o ricostruiti.  All’interno del vasto giardino del monastero, come noterete nel filmato, le donne e le bambine hanno tutte il capo coperto in segno di rispetto del luogo religioso che stanno visitando e gli abiti, forse perché siamo abbastanza lontani dalle grandi città, sono un pochino fuori moda. Nel circondario esterno al monastero ci sono le classiche bancarelle con l’artigianato russo in mostra. Le famose matrioske che conosciamo tutti, in realtà, hanno origini cinesi e solo in seguito verranno importate e reinterpretate secondo il gusto popolare russo. Raccontano che la primissima versione autoctona di tale manufatto nasca proprio a Sergiev Posad, ma vi prego di prendere questa notizia con il beneficio d’inventario, può darsi che io abbia capito male le parole della nostra guida Natalia.

Finita la visita al monastero, risaliamo sul bus che ci porterà a Suzdal, distante da Mosca poco più di duecento chilometri, in un hotel tutto in legno di nome Goryacie Kluci. È sera, siamo nella campagna russa e tira un vento gelido così forte che dopo cena non ci resta che andare a dormire. Per fortuna il letto è all’antica, bello largo e con un piumone accettabile, cioè molto simile a una coperta.

Ho dormito da Dio.

Alla prossima puntata.

Nicola


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :