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Viaggio in Tunisia: il fascino del deserto e di una cultura millenaria (terza parte)

Creato il 08 febbraio 2013 da Nonsoloturisti @viaggiatori

6 gennaio: il giorno dell’Epifania.

Iniziamo con un tragitto in auto di circa 150 chilometri sino a Douz, vera e propria porta al Sahara più profondo con il suo fascino e le sue oasi. Arriviamo a destinazione a metà mattinata, ci sistemiamo in albergo che la nostra guida ha scelto per la sosta e partiamo alla scoperta di questa cittadina. Douz è formata essenzialmente da due zone: il centro città dove si trova il suq centrale con i suoi negozi e caffè tutti intorno, e la zone touristique a 3 chilometri dal centro dove si trovano i grandi alberghi, vicino alla più grande oasi del deserto tunisino con quasi mezzo milione di palme.

Passeggiamo un paio di ore nella piazza centrale del suq, visitando i vari negozi di artigianato, facendo acquisti e chiacchierando con i locali. Abbiamo anche modo di vedere una piccola volpe del deserto. Dopo pranzo, andiamo a visitare i dintorni di Douz, ci spingiamo sino al Chott el-Jerid, un immenso lago salato prosciugato, vasto quasi 5000 chilometri quadrati. E’ un paesaggio desolato, una distesa infinitamente piatta che si perde all’orizzonte e sul quale si trovano diverse saline attraversate da una strada sopraelevata che pare e iniziare e finire nel nulla. Dopo circa un’ora facciamo rientro in albergo dove ci aspetta una fantastica grigliata mista.

chott

7 gennaio: partenza per Tozeur.

La città alle porte del deserto e delle grandi oasi montane. Attraversiamo una parte di deserto e vediamo chilometri di strada fiancheggiata da fichi d’india e ulivi, poi sempreverdi e arbusti e successivamente il desolato e sconfinato deserto giallo. Ogni tanto in lontananza vediamo qualche dromedario solitario, anche se sono di più i cartelli di “pericolo attraversamento cammelli” sulla carreggiata.

Dal nulla, in lontananza, spunta un’oasi grandissima e il verde e le palme spiccano nel deserto. Arriviamo all’oasi di Chebika, l’essenza dell’oasi, quello che una persona si immagina ogni volta che pensa ad un’oasi: un palmeto naturale, disordinato, una sorgente limpida con un laghetto e un ruscello che arriva sino a valle. In tutta l’oasi ci sono tanti venditori, forse troppi, che si avvicinano chiedendo di poter far vedere la loro mercanzia. Con molta discrezione li evitiamo e continuiamo la nostra escursione verso le cascate.

Sembra di essere in un piccolo Grand Canyon. Abbiamo avuto fortuna perché non c’erano molti turisti e abbiamo potuto apprezzare il paesaggio con calma e senza fretta. Poi abbiamo proseguito il cammino per Tozeur, dove abbiamo pranzato all’interno di un parco botanico. La zona della medina di Tozeur ha permesso una bella passeggiata nel pomeriggio: abbiamo acquistato dei datteri freschi e abbiamo fatto un giro per le strette vie della città.

chabika

8 gennaio: fino a Mahres.

Con la guida decidiamo di variare il nostro programma e puntare fino a Mahres. Prima tappa: la cittadina semi-abbandonata di Tamezret, arrampicata sul cucuzzolo di una collina offre ai visitatori un bel panorama sulla vallata che la circonda. Un po’ di scatti della macchina fotografica accompagnano il nostro salire dei gradoni sino a quando giungiamo alla vetta nella piazzetta del paese. Ci rimettiamo in cammino per arrivare a Toujane, dove si possono visitare vecchi ruderi di case in pietra arroccate lungo i fianchi della collina e i granai berberi: questi ksar erano adibiti a granai fortificati costruiti dalle tribù, in cui venivano conservati e protetti i raccolti.

tamezret

Con un languore allo stomaco che si fa sempre più forte, decidiamo di fare rientro a Matmata per un pranzo luculliano con un ottimo pollo arrosto cotto alla brace con patate e pomodori. Dopo pranzo, il trasferimento a Mahres e quindi foto ai fenicotteri rosa che sostavano beatamente sulla spiaggia all’imbrunire.

9 gennaio: arrivo a Kairouan.

Partenza di buon mattino e dopo un paio d’ore di auto eccoci arrivati a Kairouan, la quarta città mussulmana in ordine di importanza. Andiamo a visitare la Grande Moschea. L’ampio cortile centrale, eretto nel 670, è circondato da un porticato con doppie colonne ricavate dalla vecchia Cartagine. Di fronte alla moschea si trova il minareto con la struttura di una fortezza e al centro del cortile la cisterna che raccoglie l’acqua e una meridiana per sapere quando sia l’ora delle preghiere. Splendida è dire poco: bellissima, con quelle colonne che la rendono unica.

kairouan

Dopo la visita della moschea, trasferimento con la macchina a noleggio ad Hammamet, dove pranziamo in un locale sul mare. La guida ci accompagna in questa piccola realtà, di fronte ad un sole splendido che scalda la nostra ultima giornata sulle rive del mare. Dopo aver fatto una passeggiata rilassante all’interno della medina ci rechiamo presso il mercato delle spezie dove acquistiamo dei piccoli pensieri da portare ai nostri familiari, quindi partenza per Tunisi dove faremo base per la nostra ultima notte in Tunisia.

10 gennaio: ritorno in Italia.

Bagagli sistemati. Un taxi ci accompagna all’aeroporto di Tunisi, i nostri ultimi dinari li spendiamo al dutyfree, e tra un caffè ed un panino attendiamo il rientro in Italia.

Ciao Tunisia! Bellissima esperienza, non possiamo altro che dire questo. Non è di certo un addio perché ci hai sorpreso ed esaltato in un viaggio indimentcabile…

L’intero percorso:


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Leggi la seconda parte o comincia dalla prima.

Viaggio in Tunisia: il fascino del deserto e di una cultura millenaria (terza parte)

Leonardo Pavese

“Il mappamondo si girava ripetutamente e alla fine si è fermato sulla Tunisia. Più viaggiatori che turisti, abbiamo potuto apprezzare appieno la Tunisia così simile al nostro Paese nel nord e sul Mediterraneo, così diversa e affascinante nel sud con oasi, deserto, lunghe strade, coloratissimi mercati, uomini avvolti in lunghi mantelli marroni e scenari indimenticabili.”

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