Magazine Cultura

Viaggio intorno agli Etruschi. Giorno secondo: necropoli e more

Creato il 06 agosto 2012 da Unarosaverde

Oggi giornata al parco archeologico di Populonia. Lasciatemi iniziare con una piccola polemica cosi’ mi levo il sassolino dalla scarpa e poi passo a cose piu’ interessanti.

I camperisti non sono degli appestati. Le amministrazioni comunali hanno tutto il diritto di impedire il campeggio libero nel territorio se lo ritengono opportuno ma campeggiare e parcheggiare hanno un significato differente. Campeggiare significa tirar fuori sdraio, tavolino e tendalini e fermarsi piu’ giorni a godersi il luogo. Parcheggiare significa sistare qualche ora nel parcheggio vicino all’area di interesse, pagando, e, al termine della visita andarsene senza aggiungere logistica a logistica. Il camperista paga la stessa tariffa d’ingresso alle aree culturali dell’automobilista: perche’ deve essere relegato fuori da ogni centro abitato, in un campo inondato dal sole, a mezz’ora a piedi dagli scavi e con una navetta con frequenza oraria? So che questa e’ una battaglia persa: io vado in camper dal 1978. Prima in roulotte. Allora eravamo pochi, portavamo turismo ed eravamo ben accetti. In certi paesi dell’area mediterranea eravamo una tale novita’ che i bambini ci salutavano, quando passavamo e tra camperisti ci si faceva i fari incontrandosi.Incivilta’ da una parte, di certi che prendino i parcheggi per delle cloache e scaricano acque chiare e scure senza ritegni, speculazione dall’altra, di chi preferisce non rubare possibilita’ d’affari alle proprie strutture alberghiere, hanno reso la categoria spesso malvista. “Zingaracci!”, ci urlarono una volta in una localita’ di mare. E mio padre si fermo’ a meta’ della salita, spense il motore e scese a spiegare alla signora urlante due cosine. Fu l’unica volta in cui si arrabbio’: prese atto dei mutati tempi e si e’ sempre adeguato ai divieti. Mi adeguo anche io ma mi incavolo. Fine della concione.

L’area archeologica di Populonia e’ molto interessante: le necropoli basse di San Cerbone e i resti delle manifatture del ferro sono particolari e godono di una vista splendida sul golfo di Baratti. La necropoli delle cave, per i colori della terra intagliata e il bosco che la protegge, vale la fatica dell’arrampicata in collina. Fortuna che il sole era velato e a tratti piovigginava.

Lungo il sentiero, tra la macchia mediterranea toscana, rovi carichi di more scure chiamavano ricurvi la sosta. Intorno pochissime persone, aria di mare e canti degli uccelli tra il corbezzolo, l’alloro, il sughero e il mirto e le antiche tombe scoperchiate.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazines