Da Bologna a Sarajevo, prendendola larg: il mio viaaggio nei Balcani occidentali, capitolo 1.
“La curva della Drina è oltremodo angusta e le montagne ai due lati sono talmente ripide e ravvicinate che sembrano un massiccio compatto, dal quale il fiume scaturisce come da una cupa muraglia” Ivo Andric, il Ponte sulla Drina
Oltre millecinquecento chilometri in appena otto giorni, dodici frontiere e dogane attraversate in cinque Stati (o sei, a seconda dei conteggi). E’ il viaggio nei Balcani dal quale sono appena tornato, e questi numeri raccontano già molto della complessità di un cuore dimenticato del nostro continente, luogo dove da secoli si incontrano e scontrano persone, storie, culture. Un luogo dove certo le ferite della storia recente sono ancora vive, nonostante nel resto d’Europa si sia fatto di tutto per dimenticarle come se fossero un brutto incubo, anche a causa della nostra cattiva coscienza.
Ma non si può pensare solo alla devastante guerra degli anni ’90. I Balcani occidentali – anche quando ci si allontana dalle stupende coste dalmate, giustamente celebrate - sono luogo di grande, cupa, selvaggia bellezza naturale, di montagne impervie e fiumi primitivi e impetuosi come quello descritto da Andric. E ancora, sono luoghi di monumenti senza tempo, di ospitalità sincera e generosa, di vita e vitalità, di vibrazioni positive. Sono tornato – e non capita sempre – con un prezioso carico immagini e momenti che mi riempiono il cuore e un desiderio di ritornare al più presto, dopo un viaggio che ha appena scalfito la superficie di questi luoghi, e in otto-nove giorni non poteva essere altrimenti. In particolare voglio tornare in Bosnia Erzegovina, anche per sfruttare i tanti consigli ricevuti dagli amici che conoscono davvero il Paese, ma non solo.
Però, questo posso già dirlo, un viaggio in Bosnia non si dimentica. E’ il Paese che più di ogni altro sfugge a classificazioni e luoghi comuni, è il Paese che mi ha colpito di più: parti e non te ne pentirai.
Una visione d’insieme
Il viaggio, in auto, è partito da Bologna e ha toccato Trieste, poi passando per Bassovizza, memoria di una tragedia appena più lontana di quella appena ricordata (le Foibe), il percorso ha attraversato la Slovenia e poi Sibenik, Spalato, Dubrovnik (Croazia), Tivat, Kotor e bocche di Cattaro (Montenegro), Trebinje (Bosnia serba), Sarajevo e Koncic (Bosnia) con ritorno in traghetto.
Chiarisco subito una cosa sul tema sicurezza. Alcuni mettono su uno sguardo preoccupato quando si parla di Balcani al di là della Croazia e in particolare quando si parla della Bosnia (come ricorda anche Viaggi low cost). In realtà ho trovato strade, strutture e infrastrutture discrete, grandissima gentilezza e cordialità e ottime condizioni di sicurezza. Non ci siamo mai sentiti in pericolo in alcun modo né tantomeno – per essere chiari – abbiamo subito tentativi di furto o truffa, assai comuni in destinazioni turistiche normalmente ritenute più sicure, anche se va detto che non era certo alta stagione (fine maggio).
I prezzi sono invece più alti di quanto si possa ritenere. La Croazia ormai costa quanto l’Italia (ed è noto), ma anche la costa del Montenegro (molto diversa dall’interno) e invasa da ricchi russi ha prezzi abbastanza alti. Un luogo bello, ma strano e sconcertante di cui scriverò nei prossimi post. La differenza, quando si entra in Bosnia e tutti i prezzi si dimezzano, è netta.
Alcune foto da Instagram
In attesa di archiviare le foto della reflex, ecco alcune istantanee catturate con il cellulare che mostrano diversi tipi di bellezza.
Bosnia – Gli incredibili panorami del parco di Sutieska nella repubblica serba di Bosnia (Srpska)
Montenegro – Panorami surreali, da quadro simbolista, a Perast, vicino Kotor
Croazia – i tetti della splendida Dubrovnik
Bosnia – il ponte di Mostar, ricostruito dopo la distruzione nell’ultima guerra
Bosnia – Sarajevo dall’alto, inondata da una luce vaporosa e dorata, come la vedevano gli assedianti che sparavano sulla città dalle colline
Bosnia – Fiori e parabole, vita, sui balconi orrendamente sfregiati dalle granate di vent’anni fa, a Sarajevo
Bosnia – Una casa ottomana così non la trovate neanche a Istanbul: è a Sarajevo
L’unica guida che tratta l’intera area è la LP Balcani occidentali, che ho trovato affidabile e completa anche se molto sintetica. Con me avevo anche la Routard Croazia, sicuramente migliore per il viaggiatore low cos
Mi incuriosisce e mi procurerò per il prossimo viaggio la guida Viaggiare i Balcani, che però non si trova in libreria.
Libri, video, documentari
Volevo scoprire cosa sono i Balcani occidentali oggi. Ma la preparazione di questo viaggio è stata anche l’occasione per ripassare e approfondire la tormentata, complicata storia recente che avevo visto in tv e sui giornali da adolescente negli anni ’90 e poi avevo sfiorato all’università. Una storia complessa anche se vivissima nei ricordi anche dei giovani, perché sono spesso i protagonisti – meglio dire, le vittime – a ritenerla incomprensibile e difficile da spiegare.
“E’ come se il tuo vicino di casa, che era venuto a cena da te l’altra settimana, un giorno prende il fucile e comincia a spararti. Come puoi spiegare una cosa così?”
Una guida a Sarajevo (ne parlerò in un prossimo post), mi ha descritto la sensazione e l’incredulità di allora in questo modo. Ma la storia è difficile da spiegare anche perché nonostante alcuni punti fermi le tante colpe, i morti, le presupposte ‘ragioni’ (se per dei massacri ci possono essere delle ragioni) si confondono e ognuno è pronto a fornirti la sua versione della storia. E quindi mi fermo qui, non sono uno storico e non dico una parola di più, anche se io mi sono fatto un’idea. Però ti racconto su cosa mi sono documentato, se vuoi approfondire il tema come me e farti un’idea a tua volta. E credo sia doveroso.
Se conosci bene l’inglese, il punto di partenza per approfondire la storia è l’equilibrato, completo, agghiacciante documentario in sei puntate della Bbc The death of Yugoslavia (che è anche un libro di Allan Little), conosciuto grazie a un tweet di Luigi Farrauto che sta scrivendo la Lonely Planet di Belgrado (ma anche questo documentario è contestato, basta guardare i commenti sulla pagina youtube). A mio parere è un documentario davvero di qualità eccellente. Quando si cita la Bbc come modello di qualità ci si riferisce a produzioni come questa.
Solo dopo, è consigliabile leggere Maschere per un massacro di Paolo Rumiz, un racconto appassionato e disperato, quasi un flusso di coscienza che svela gli aspetti meno immediati della guerra degli anni ’90, gli interessi internazionali che hanno pesato in maniera decisiva, gli aspetti mediatici, ma anche umani e sociali. Per un approfondimento invece ho trovato molto ben fatto La guerra dei dieci anni di Alessandro Marzo Magno, libro dall’impronta però molto più storica (con tanto di ampia bibliografia).
Sulla Bosnia ho iniziato a leggere anche il celebre Il ponte sulla Drina di Ivo Andric, davvero molto bello e scritto divinamente (ma ancora non finito) e più vado avanti più mi pento di non aver visitato Visegrad, dove si svolgono le vicende del libro.
Quanto a documentari, consiglio di vedere anche Srebrenica, cry from the grave sul più grave massacro compiuto in Europa dopo la Seconda guerra mondiale.
E a me, per concludere, è piaciuto anche ‘Non dire a mia madre che… sono nei Balcani’ di Diego Bunuel che come al solito è abbastanza superficiale, ma offre spunti originali e un’interessante, velocissima panoramica sui vari Paesi (molto criticata su internet da serbi che si ritengono demonizzati, ma è un problema frequente quando si toccano i temi dell’ultima guerra).
Se hai altri suggerimenti, ti prego di segnalarmeli nei commenti. L’argomento mi interessa e intendo approfondirlo ulteriormente prima del prossimo viaggio.