Viaggio nell’Allegoria – Esao Andrews

Creato il 06 novembre 2015 da Elgraeco @HellGraeco

Esao Andrews è originario dell'Arizona, poi spostatosi nella Mecca dell'Arte Moderna, New York City, per "vivere d'arte".
Magnifico.

Certi sogni e aspirazioni hanno ancora un senso. Persino al giorno d'oggi. È l'illusione, la speranza e, assieme, il sogno.

E invece io essendo povero ho soltanto i miei sogni e i miei sogni ho steso sotto i tuoi piedi. Cammina leggera perché cammini sopra i miei sogni.

Ebbene, Andrews, che è questo simpatico ragazzo qui a lato, arriva a New York carico d'ispirazioni intrinseche, di mostri. E di sogni.
Singolare, perché New York, di solito, ha sempre provocato l'effetto contrario: è essa il mostro. Era lei che i pittori americani proiettavano, o meglio le paure da essa derivate. Da quel dedalo di palazzi.
Esao Andrews, invece, ha richiami classici, il mostro è interiore, parto della propria fantasia, è simbolo di qualcos'altro, specchio d'un mondo interno che, per quanto ne sappiamo, può essere reale. La teoria dell'altrove, dei sogni, delle terre altre.
I mostri di Esao Andrews rievocano Hieronymus Bosch: parate di creature bizzarre e deformi sul dorso d'un cavallo nero.
Mongolfiere alimentate dal fuoco delle nostre menti, che cavalcano venti opposti, fino a incontrarsi, o a scoppiare e cadere.
Snelle e evanescenti figure femminili che percorrono sinistri corridoi simili a logge ultraterrene. Forse fantasmi.
Veri e propri freak, che nei loro volti adunchi suggeriscono ascendenze infernali. Demoni venuti a tormentare i mortali con la loro sola presenza. Appaiono e, per ciò stesso, sconvolgono la mente intorpidita dall'ordinario, oppure che dagli stessi umani, probabilmente in forma di streghe, ne vengono sconvolti, o assorbiti.
Si trattava, in fondo, di evocare succubi infernali, da parte delle streghe, perché essi esaudissero la loro insaziabile ricerca magica.
Infine, una singolare battaglia su una collina, dove figure maschili e femminili, in rigoroso bianco e nero, come anime di defunti, s'inseguono, venendo al tempo stesso inseguite. Sagome senza volto, inquietantissime, che esplicano violenza.
Parallelamente alle sue visioni mostruose, c'è il femminino.

Grande cura e passione è dedicata alla figura della donna. Dedizione già intuibile nel sabba precedente, i dipinti (perché sono dipinti, sulla pagina facebook di Esao Andrews potrete trovare fotografie di vari work in progress, che si svolgono rigorosamente nella realtà, con pennelli e tele) dedicati alle figure femminili sono solenni, d'impostazione classica, ritratti che vantano nomi propri. L'unico dubbio, che è allo stesso tempo il fascino di queste opere, è se i soggetti in esse ritratti siano o meno reali, se siano riflessi del quotidiano o se, al pari dei mostri, siano visioni interiori.
Nel secondo caso, le stesse assumerebbero ancor più fascino, ché rappresenterebbero, da sole, la potenza dell'immaginario dell'artista, la sua cura nel dettaglio, la solidità del tratto che, nella mera esecuzione, riesce a risultare classico e innovativo insieme. Un vero vascello verso l'epoca contemporanea e oltre.


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