Viandante, se giungi in Puglia ti ritroverai nella regione più lunga d’Italia, un lungo tubo stretto che pare andare alla deriva in direzione sud-est. Sarà un viaggio ricco di insidie e tranelli stradali, un on the road popolato da alcune forme di irragionevolezza tipicamente levantine che sarà bene riconoscere per tempo.
Viandante, se giungi in Puglia noterai, appena dopo qualche kilometro, che qualcosa di nuovo e strano avviene lungo la A14. Nelle decine di km diritti in mezzo al nulla che dai laghi di Lesina portano sino a Cerignola, comincerai a vedere dietro di te automobili che sfanalano senza apparente motivo. Sullo specchietto retrovisore noterai dei segnali misteriosi, codici inaccessibili, abbaglianti usati da solerti marconisti per inviare messaggi la cui urgenza si manifesta nel nervoso abbagliare. Non distrarti a chiederti cosa significhino, chè te lo spiego io: non ne ho la più pallida idea. Mi scervello da 30 anni a capire perchè appena arrivati in Puglia le macchine comincino ad usare gli abbaglianti per segnalare la loro posizione anche 40 secondi prima di sorpassarti. La teoria più interessante credo sia il bisogno di comunicare qualcosa, l’urgenza di un chiacchiericcio a distanza che ci prende a noi pugliesi al mercato così come all’uscio di casa e ci porta via. Se ci fosse la possibilità grideremmo quello che abbiamo da dirti, ma nell’impossibilità ci limitiamo ad un Codice Morse riveduto e corretto.
Viandante, se giungi in Puglia e non ti fermi in Gargano o a Trani o a Castel del Monte, giungerai a Bari, e dopo essere uscito dalla A14 entrerai in tangenziale. Il primo impatto provocherà la perdita del tuo senso dell’orientamento: ti chiederai dov’è la destra, dov’è la sinistra, qual’è la corsia di sorpasso, quale quella di marcia, e se i limiti scritti sui cartelli stradali sono semplici consigli spassionati o obblighi, oppure quel 90 di limite sottintende ad una diversa misurazione della velocità, tipo non so, le miglia baresi, che corrispondono ai 180 km orari in Italia. Quando entrerai in tangenziale infatti capirai che non c’è una corsia di marcia distinta da quella di sorpasso. Come in un grazioso circuito nascar cittadino, le macchine sfrecciano zigzagando impazzite, sorpassando in terza corsia in attimo prima di derapare tagliandoti la strada perchè devono imboccare l’uscita successiva a destra. E in tutto questo ti risparmio le furenti segnalazioni degli abbaglianti davanti di dietro di sopra dovunque, che qui in tangenziale raggiungono il picco dell’intensità e frequenza pugliese, tant’è che credo che da un satellite la tangenziale di Bari appaia come un corpo celeste che emette pulsazioni luminose da fare invidia ad un quasar. L’unico consiglio che posso darti, viandante, per sopravvivere a quei dieci km scarsi senza trasformare il tuo viaggio in un ameno autoscontro da giostre, è di pregare alla Madonna.
Viandante, se giungi in Puglia e decidi di lasciarti Bari alle spalle per scendere ancora più a sud, ti sarai ormai abituato all’uso sconsiderato degli abbaglianti, ma non sai che stai per entrare in un territorio in cui ben altre sono le irragionevolezze stradali. Ora, non ho dubbi che il Salento sia identico al barese o al brindisino, ma tant’è, qui ci sono nato e vissuto, e dunque posso parlare male solo della terra che mi ha vomitato.
Viandante, se giungi in Salento dovrai percorrere il più grande uliveto del mondo interrotto e puntellato da oltre 100 comuni. Le strade di grande comunicazione sono ben poche, il resto è un intricato dedalo di strade provinciali nel quale ti infilerai come in una giungla subtropicale. Queste strade sono molto simpatiche, perchè hanno il vizio di entrare dentro ogni sacrosanto paese senza mai sfiorarlo o tangerlo con delicatezza. Questo significa che, se vorrete andare dal paese A al paese E, dovrete necessariamente passare per i paesi B, C e D. Ma questo è il meno. Ogni volta che sei costretto ad entrare in un paese, fatti il segno della croce o datti una bella aggiustatina ai maroni, perchè rischi di rimanerci invischiato come un insetto sulla tela di un ragno. Ci sono paesi muti, in cui manca qualsiasi indicazione stradale. Oppure l’unica indicazione che troverai sarà l’utilissimo “Tutte le direzioni“, che è il corrispondente salentino del mitologico “Di qua” e “Di là” della città di Paperopoli. Se hai un navigatore satellitare, probabilmente ti salverà la vita ma comincerà anche a fumare sovrariscaldato. Oppure ci sono paesi in cui i segnali stradali sono stati decisi e installati dopo una riunione alcolica dell’ufficio tecnico del comune, tra un bicchiere di rosso e due kili di salsiccia, in cui i beoni di turno hanno distribuito alla cazzo di cane quattro segnali in croce. Il risultato è che le indicazioni appaiono e scompaiono senza motivo. Ad un incrocio le trovi, al prossimo no, poi ne trovi altre che ti indicano qualcosa di simile ad un “no ci siamo sbagliati, vai di là“, poi altre ancora in cui campeggia l’equivalente di un “stavamo scherzando“. Il risultato è che giunto al termine del paese, spossato e preso per il culo, spesso ti trovi su una provinciale diversa da quella che volevi. Dietro di te hai il maledetto paese di 3000 anime in cui sei rimasto 15 minuti, davanti a te un altro di 2000 in cui ne rimarrai 20. E la meta ti sembrerà sempre più irraggiungibile.
Viandante, se giungi in Salento devi sapere una cosa: qui la gente per strada o va molto veloce o va molto piano. Non ci sono vie di mezzo. Incontrerai vetture tarantolate che su strade provinciali strettissime schizzano come missili arrivandoti incollate al culo e le vedi ansiose e disperanti nel volerti sorpassare come in in inseguimento alla Hazzard, e se moltiplichi questa scena per cento al giorno ti chiederai “ma sti salentini dove cazzo vanno sempre così di fretta? minchia devono davvero avere così tanto da fare in così poco tempo! che urgenza, che fretta, ma non era un posto dove la gente si gode la vita senza stare appresso a ritmi serrati?” Viandante, se giungi in Salento non stare a porti queste domande, perchè non c’è risposta razionale che possa soddisfarti. Anche perchè, alternati a queste teste di cazzo che sfrecciano a 120 all’ora laddove c’è un limite di 50, troverai vetture quasi immobili, che proseguono a 20 all’ora (e non scherzo, 20 fottuti kilometri orari!) senza alcun motivo. Dentro non ci sono solo vecchiazzi a cui è stata criminalmente prolungata la patente, ma anche donne e uomini di ogni età, che proseguono alla velocità di una bicicletta, con le braccia appoggiate al finestrino abbassato in una posa che invita alla siesta.
E poi, viandante, se giungi in Salento dovrai fare i conti con i mortali nemici di ogni automobilista salentino: gli Apecar e i trattori. Degli Apecar te ne accorgi un metro prima di finirci addosso. Placidi nel loro rollìo e beccheggio, proseguono a 30 all’ora su qualunque strada carichi di frutta o di ferraglia, bloccando la sede stradale e non dando nemmeno segno di preoccuparcisi troppo. Potresti passare metà della tua vacanza dietro i fumi mefitici di questa fottuta tre ruote, caro viandante. I trattori per fortuna sono più rari, ma mica tanto. Di quelli te ne accorgi dalle code improvvise e kilometriche che si formano in strade di solito deserte. Enormi caterpillar che schizzano fuori tocchetti di terra dalle loro ruote mastodontiche spiaccicandoli sul tuo parabrezza, raggiungono al massimo i 15 all’ora, scaricano velenosissimi gas di scarico banditi persino in Cina, e ti tirano fuori anche se non vorresti kilogrammi di bestemmie dolenti.
Viandante, se giungi in Salento ricorda anche che non usiamo mettere le frecce, lo riteniamo un gesto forse demodè. Siamo gente risoluta che ama i fatti, quindi se dobbiamo voltare a destra lo facciamo, mica lo stiamo a segnalare. Se vogliamo sorpassare detto fatto, mica vi stiamo a chiedere il permesso. Oppure sostituiamo le frecce con gli abbaglianti, come spiegato sopra.
Che poi la guida salentina non sia troppo diversa da quella di ogni pugliese, caro viandante, lo deduci passando un quarto d’ora in macchina mentre guida la baresissima Sunofyork: limiti di velocità bellamente oltraggiati, uso degli abbaglianti e del clacson quasi a segnalare bullescamente la propria presenza o a segnare il territorio come fanno i cani quando pisciano sui muri, uso promiscuo delle corsie di marcia e di sorpasso come se il mondo fosse una grande tangenziale barese.
Viandante, se giungi in Puglia sappi che siamo gente umanissima ma irragionevole, generosa ma del tutto incoerente. E che sulle strade non facciamo che proiettare le fattezze di ciò che siamo nella vita di ogni giorno. Quindi, buona fortuna…