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Vianello (Rai3): ''Da noi le interviste sono prove da superare non passerelle''

Creato il 12 luglio 2013 da Digitalsat

Vianello (Rai3): ''Da noi le interviste sono prove da superare non passerelle''«Macchè fortino di sinistra, Rai 3 fa servizio pubblico». Parola del direttore Andrea Vianello che in un'intervista al Corriere della Sera replica alle accuse del Pdl e, in particolare, del suo capogruppo in Vigilanza Renato Brunetta che ultimamente ha criticato con forza la rete sia nella commissione parlamentare di cui è membro, sia con esposti all'Agcom, sostenendo che 'Che tempo che fà, 'In ½ ora' e 'Ballaro «invitano solo esponenti di centrosinistra.» «iPer la Vigilanza e l'Agcom - dice - si replica nelle sedi istituzionali. Io rispondo al Brunetta critico televisivo de 'Il foglio', un'intelligenza guizzante e provocatoria.»

E «il critico Brunetta - osserva il direttore di Rai3 - sbaglia prospettiva. La contabilità dei numeri non basta a calcolare l'equilibrio politico.»  In sostanza, secondo Vianello, le trasmissioni nel mirino di Brunetta, sono «trasmissioni che seguono la priorità delle notizie, non tribune politiche. In un talk come 'Ballaro' peraltro - esemplifica - il confronto tra opinioni è proprio l'essenza editoriale della trasmissione. L'equilibrio è assicurato. Inoltre si fa sempre l'errore di considerare un'intervista faccia a faccia come una passerella per il politico. Dipende da come si fa l'intervista: da noi è una prova da superare».

«Raitre - rimarca Vianello - è una rete fortemente da servizio pubblico: approfondimenti, inchieste, racconti della realtà. Non ci sono pericolosi sovversivi, nè esponenti di partito. Non ci sono appartenenze. Solo grandi professionalità. Questo sì». E gli ascolti? «C'è l'erosione delle reti tematiche digitali, ma noi di Raitre, con La7, siamo gli unici a crescere: +0,24% nel day time tra febbraio e giugno, +0,55% in prima serata in estate».

Quanto a 'Blu notte' richiesta a gran voce dai fan di Lucarelli, il direttore di Rai3, dice: «Ho incontrato Carlo, abbiamo riflettuto sulla necessità di un format innovativo. Non siamo riusciti per l'autunno 2013. Confido che chiuderemo un accordo con la casa di produzione del suo programma. Siamo sotto spending review: dobbiamo contenere i costi e mantenere alta la qualità. la tv non è più il paese di bengodi e occorre che tutti lo capiscano e collaborino».

Vianello elenca poi le priorità della sua direzione: «Primo, il dovere della memoria. Il 22 novembre abbiamo in cantiere una grande serata per i 50 anni dell'assassinio di J.Kennedy». Secondo, «la legalità. Non dimentico di aver seguito per anni da inviato, con ostinazione i processi di mafia, quello per la strage di capaci». Terzo, «la cultura. Vogliamo riannodare il rapporto con gli intellettuali. Partiremo con 'Masterpiece', il primo talent per scrittori, formeremo una giuria di letterati. E poi - annuncia Vianello - punto a far diventare Raitre la rete del grande cinema d'autore».

Infine, ancora una volta, il capitolo 'indipendenza'. Telefonate dai politici? «Nemmeno una. viviamo in una fase particolare della storia Rai. La gestione aziendale è molto indipendente. Lavoro in totale autonomia».

Vianello (Rai3): ''Da noi le interviste sono prove da superare non passerelle''


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