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Il viburnum tinus appartiene alla famiglia delle Caprifoliaceae ed è una specie arbustiva esistente in natura in circa 200 specie differenti. Si trova diffuso in tutta l'area del Mediterraneo, dall'Europa all'Africa, fino al Medio Oriente, associato alla macchia formata anche da mirto, corbezzolo e lentisco. I nomi con cui è più comunemente conosciuto sono viburno, lentaggine e lauro tino. Il nome botanico viene dal termine latino che indica lo scudiscio: infatti i suoi rami, robusti ma flessibili, erano usati in passato come fruste. Il viburnum tinus è una pianta sempreverde dalle foglie a punta, che cresce bene in tutte le regioni italiane, anche quelle più fredde, e per questo è ampiamente utilizzata soprattutto allo scopo di creare siepi ornamentali e bordure nei giardini, vista anche la compattezza del suo fogliame.
Le varietà più diffuse nei giardini di viburnum tinus sono tre: - Viburnum opulus, i cui fiori si radunano in gruppi a forma di sfera; - Viburnum lantana, le cui foglie sono caduche e hanno il bordo dentato; - Viburnum rhytidophyllum Hemsl, che presenta foglie rugose. Le caratteristiche che rendono il viburno tanto apprezzato nel giardinaggio sono la sua natura di sempreverde, ma soprattutto la sua lunga fioritura. Nelle latitudini con il clima più mite infatti i primi boccioli possono comparire già in autunno, e la fioritura può durare per tutto l'inverno fino alla primavera successiva. Questo serve a ravvivare anche il più spoglio dei giardini quando tutte le altre piante sono prive di fiori. Inoltre, i fiori del viburno sono estremamente gradevoli a vedersi, per quanto privi di profumo. In bocciolo sono di colore rosa, mentre quando si schiudono sono bianchi.
Una volta terminata la fioritura, il viburnum tinus produce delle bacche altrettanto ornamentali quanto i fiori stessi: sono infatti tonde e di colore azzurro, e sono molto amate dagli uccelli, per cui servono ad attirare in giardino anche molte specie aviarie. Non vanno assolutamente invece mangiate dall'uomo, per il quale sono velenose. Riguardo alle cure di cui il viburno necessita, in realtà non sono molte perchè è una pianta assai robusta e resistente. Ama molto il sole, ma cresce bene anche in ombra, per quanto la fioritura sarà meno abbondante, in quest'ultimo caso. Si può coltivare in vaso, che va cambiato almeno una volta ogni tre anni. Per lo più però il viburno si usa per fare delle siepi. Sopporta a lungo anche la siccità, e cresce bene anche in zone marine, ricche di salsedine.
Il viburnum tinus ha necessità di essere concimato solo al momento della prima messa a dimora, poi non più per il resto della sua vita. Si propaga per talea, piantando in un terreno drenante dei pezzetti di ramo e facendoli radicare. Il periodo migliore per compiere questa operazione è la fine dell'estate, nel mese di agosto. Il viburno non è particolarmente soggetto a malattie, ma può essere attaccato da alcuni parassiti come la cocciniglia, la mosca bianca e l'oziorrinco. Per quanto riguarda le potature, esse non si rendono necessarie perchè il viburno prospera benissimo anche lasciato a se stesso. Se si preferisce dargli un aspetto più ordinato, lo si può comunque potare in base alle tecniche più usate. Se è in vaso, è sempre meglio evitare di mettere il sottovaso, per evitare i ristagni di acqua, e si dovrebbe avere cura di ripararlo contro un muro nei mesi invernali.
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