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Vicina alla Compagnia delle Opere l’azienda a rischio di infiltrazioni mafiose

Creato il 17 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Il TG3 Regione di stasera ha rivelato che l’azienda a rischio di infiltrazioni mafiose è vicina alla Compagnia delle Opere. La notizia su questo rischio di un interessamento della criminalità organizzata era stata data dal Corriere della Sera, edizione locale di Milano, nell’articolo riportato qui sotto. E purtroppo ancora una volta la mafia non trova ostacoli se non grazie alla magistratura che pare aver tenuto conto di un’inchiesta giornalistica dell’Espresso.

Il link dell’articolo del Corriere milanese è questo

MILANO – Rischio di infiltrazioni mafiose: salta una delle aziende che sta lavorando per Expo. Ieri è arrivata negli uffici di via Rovello, dove ha sede la società che sta gestendo l’esposizione, una «informativa interdittiva» firmata dal prefetto Gianvalerio Lombardi: nel mirino è finita la ditta siciliana Ventura spa, una delle partecipanti al consorzio di imprese che ha vinto l’appalto più importante, quello per la costruzione della «piastra», cioè dell’ossatura di Expo. Il documento ha effetto immediato: la società è sotto accusa per aver avuto in passato rapporti con una delle più potenti cosche del Messinese. E, di conseguenza, già da oggi dovrà abbandonare il cantiere di Expo.

Il resto sono le procedure previste dal protocollo di legalità, voluto da Expo in accordo con il Viminale, attraverso la prefettura e gli enti pubblici: un protocollo che ogni azienda che mette piede in Expo per un qualsiasi incarico deve sottoscrivere. In base a questo accordo, dunque, l’amministratore delegato di Expo, Giuseppe Sala, deve comunicare al capofila del raggruppamento di imprese, in questo caso la Mantovani, la segnalazione del prefetto. Mantovani dovrà immediatamente interrompere i rapporti con la società Ventura, per quanto riguarda Expo e nel giro di 30 giorni dovrà comunicare se ha trovato un sostituto o se lascia alla spa il compito di affidare quell’incarico. Nel frattempo, sempre in base al protocollo, la capofila dovrà pagare alla società Expo una penale pari al 5 per cento del corrispettivo dei lavori affidati all’impresa allontanata.

Nel caso specifico, la Ventura aveva avuto un incarico valutabile intorno ai 6 milioni di euro, per lavorare sul verde e rimuovere gli sfalci dal terreno su cui sorgeranno i padiglioni: 300 mila euro circa, insomma. L’appalto aveva già fatto discutere ai tempi dell’aggiudicazione perché, a fronte di una base d’asta di 272 milioni di euro, la cordata veneto-romano-siciliana si era aggiudicata l’incarico a 165 milioni, con un ribasso di oltre 100 milioni di euro.

Della questione, ieri Sala ha già discusso con il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. «Il protocollo di legalità funziona – assicura Sala – ma dobbiamo rispettare i tempi previsti». Già: perché la società Expo aveva informato la prefettura, con una nota del 9 agosto 2012, dei nomi delle aziende che avevano vinto il maxi-appalto sulla piastra. Il protocollo di legalità prevede che la prefettura debba rispondere entro 45 giorni, segnalando eventuali irregolarità riscontrate nel curriculum delle ditte prescelte. In questo caso, la segnalazione è arrivata sei mesi dopo. Forse non è un caso che nel frattempo, nel novembre scorso, c’è stata una inchiesta del settimanale l’Espresso a firma di Fabrizio Gatti, che aveva segnalato la presenza della Ventura nel business di Expo e il suo «passato di incontri e affari con i boss di Barcellona Pozzo di Gotto, una delle cosche più sanguinarie della provincia di Messina, il clan che ha ordinato l’omicidio del giornalista Beppe Alfano».

Sala insiste: «Noi segnaliamo tutto quello che dobbiamo e vogliamo fin dall’inizio che Expo sia improntata alla massima trasparenza, visto tra l’altro che sarà una importante vetrina internazionale per il nostro Paese. Ma ci aspettiamo da parte di tutti una maggiore reattività: Expo è qualcosa di speciale e quindi merita un’attenzione speciale». Una richiesta che Sala aveva già rivolto alla Cancellieri durante un incontro che si era svolto in dicembre a Roma e che ieri Sala ha ribadito durante una chiacchierata telefonica. Il ministro ha confermato che sarà a Milano il 28 gennaio prossimo per visitare il sito e fare il punto sul protocollo di legalità, cercando anche la soluzione per renderlo più efficace velocizzando le procedure.
Elisabetta Soglio
15 gennaio 2013 (modifica il 16 gennaio 2013)

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