Victorian toys.

Creato il 23 agosto 2014 da Daniela @Mylittloldworld


L'immagine di un bimbo che gioca è generalmente assunta come espressione dell'aura di spontaneità e spensieratezza con cui sogliamo etichettare l'infanzia, senza pensare che è nel gioco e col gioco che il bambino esplora, conosce, comunica, cresce.

Un bambino che gioca è un bambino che crea mondi e che abita i mondi che crea; è un bambino che esprime più di quanto possa l'adulto con l'utilizzo del linguaggio parlato; è un bambino impegnato in un difficile compito quale quello di esplorare la realtà che lo circonda e ripensarla e riprodurla alla luce delle proprie categorie interpretativo - creative; è un bambino che vive il proprio ambiente e lo modifica con le proprie mani di artista inesperto; è un bambino che diverrà adulto.

Il gioco è l'anello di congiunzione tra intelligenza che lavora sulle cose ed intelligenza che astrae dalle cose; è ricerca di un senso per le cose e le esperienze che individui un punto di contatto tra mondo interiore e realtà oggettiva esterna, che sia unità della frammentarietà e discontinuità dei fatti e dei dati dell'esperienza; è fantasia di onnipotenza che si fa azione fiabescamente magica.


Daniela Lasagnini, Il giuoco nella vita del bambino dai tre ai sei anni, Tesi di Laurea in Psicopedagogia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Filosofia ad indirizzo psicopedagogico e Storia, Università degli Studi di Genova, Anno Accademico 1993-1994

Da che la Regina Victoria decise di promulgare la Elementary Education Act nel 1870 che rendeva obbligatoria l'istruzione per i bambini di età compresa tra i 5 ed i 13 anni in tutto il Regno Unito e la Scozia, fu, almeno in parte, restituita all'infanzia la sua autenticità, visto che prima di allora i bambini appartenenti alle classi meno abbienti già da piccoli lavoravano per almeno 5 - 6 ore il giorno senza neppure sapere che cosa la fanciullezza fosse.
Vero è che se da allora cominceranno con il vivere da bambini ed a conoscere, perciò, il gioco, è altresì vero che i loro giocattoli saranno sicuramente diversi da quelli dei bambini appartenenti alle famiglie facoltose: le bambole, per esempio, nelle città erano probabilmente tra i giocattoli più costosi - fatte di legno, con corpo e testa snodabili, la testa spesso fatta di cartapesta, porcellana o cera - ed erano queste in assoluto le più pregiate - perchè la lavorazione ed i materiali erano di prestigio ( spesso avevano capelli veri ) mentre chi abitava in campagna o comunque era di umili origini si doveva accontentare di pupazzi in pezza, con capelli in lana o di bambole fatte con pannocchie e mele essiccate; in ogni caso è interessante notare come fino al tardo XIX secolo le bambole rappresenteranno figure femminili adulte con abiti adeguati all'età e solamente con gli inizi del XX secolo ad esse subentreranno bambole che raffigureranno piccoli bimbi.
Tutto ciò trova probabilmente la propria più plausibile spiegazione nel fatto che le madri vittoriane utilizzavano le bambole spesso per impartire lezioni educative sulla vita da adulte alle loro figliole, sovente era anche un pretesto per insegnare loro il ricamo ed il cucito, necessari per confezionarsi gli abiti a loro volta, una volta cresciute.
Va detto che i giocattoli ed i giochi vittoriani erano tutti molto costosi per l'epoca e perciò anche ai bambini più ricchi ne potevano essere concessi pochissimi ... pensate che il costo di molti giocattoli a quel tempo superava quanto mediamente un padre poteva guadagnare la settimana, e questo nonostante fossero materie prime molto semplici e facilmente reperibili quelle che con cui venivano fabbricati, poichè era comunque il legno - insieme con il cartone - il materiale prediletto per creare giocattoli sia che fossero essi da tavola, sia che fossero 'da movimento', intesi come giochi motori che come giochi che riproducevano il movimento con un minimo gesto ( da libri che si animavano, a caleidoscopi, etc. ): era questa la categoria di giocattoli che in assoluto godeva di maggior successo presso i fanciulli del tempo, ... ma vediamoli in dettaglio, sono davvero affascinanti ai nostri occhi perchè per la maggior parte ci sono del tutto sconosciuti.
I più piccoli giocavano con i cubi in legno


NESTLING BLOCKScubi con disegni differenti a seconda delle facce per creare storie di fantasia  o parole quando recavano sopra stampate le lettere dell'alfabeto

JACK IN THE BOXspesso azionati da una molla che si caricava a chiave

 BUILDING BLOCKSpezzi in legno per costruire torri, ponti, edifici
 o con giochi che consentivano loro di acquistare familiarità con lo spazio
WOODEN ROCKING HORSE
Non essendovi auto nell'epoca vittoriana erano, come ben sapete, i cavalli il principale mezzo di trasporto. Questo rese il Rocking Horse o l'Hobby Horse molto popolari. I fanciulli nati in famiglie abbienti potevano permettersi il Rocking Horse, molto costoso, mentre i bambini più poveri giocavano con l'Hobby Horse che poteva essere costruito con facilità in casa considerato che il corpo consisteva in un'asta di legno; talvolta venivano applicate all'estremità inferiore delle piccole ruote per render più agevole il movimento del legno sul terreno. In effetti, anche se erano ben più economici dei Rocking Horses, gli Hobby Horses avevano il vantaggio di essere mobili e di potere perciò essere utilizzati sia in casa che all'aperto, mentre il Rocking Horse, pur potendo essere cavalcato, doveva rimanere fermo in un punto e generalmente in una stanza.

HOBBY HORSE
I fanciulli in età scolastica e persino ancor più grandi trascorrevano il loro tempo libero deliziandosi con giochi come questi:

CLOCKWORK TRAINSQuesti trenini non divennero popolari fino alla tarda epoca vittoriana quando una società denominata Marklin produsse per prima un set completo interamente di latta saldata. Poteva essere acquistata la locomotiva e poi poco per volta si potevano acquistare i singoli vagoni da aggiungere, ma, seppure acquistato in pezzi, si trattava di un giocattolo assai costoso tanto da renderlo di esclusivo appannaggio dei fanciulli appartenenti alle famiglie vittoriane più abbienti: i fanciulli più poveri potevano solamente sognare di possedere un Clockwork Train

JACOB'S LADDER
Si trattava di un mazzo di blocchetti di legno legati insieme da nastri che andavano ruotati nella giusta dimensione per comporre immagini, in questo caso quella della Regina Victoria da una parte e quella del Principe Albert dall'altra.

THAUMATROPE
Consisteva di un disco di cartoncino con due cappi di filo legati ai lati e con un'immagine su ciascuna faccia; tendendo tali cappi il disco di cartoncino ruota su sè stesso per far sì, infine, che le due immagini, per effetto di un'illusione ottica, si sovrappongano e il nostro occhio ne percepisca una che è l'unione di entrambe.

PRAXINOSCOPE
Abbiamo già avuto modo di comprendere quanto fosse il prestigio ed il successo che al tempo riscossero un po' tutti i giocattoli ottici, ovvero quelli in cui la luce e lo scorrimento delle immagini generavano illusioni percettive; ebbene, questo forse rappresenta il modello più sofisticato di giocattolo di quel genere: una striscia con su stampate immagini di figure in differenti pose di movimento - uccelli, farfalle, pugili, acrobati - veniva fatta aderire all'interno del cerchio più ampio, in modo che guardassero il dodecagono fatto di sottili lastre di vetro o specchio su cui si reggeva il lume; la luce avrebbe qui fatto riflettere le figure che, azionando la manovella sotto, si sarebbero percepite in un 'unicum' animato. Guardando al passato, come spesso accade, si riesce a dare giustificazione al presente ... pensate alle pellicole cinematografiche ed ai cartoons.

PHENAKISTOSCOPE
Fissato ad un perno e fatto scorrere velocemente, questo disco in legno con le immagini che riporta, avrebbe fatto sì che l'occhio del bambino percepisse la rondine che spiccava il volo sopra di una distesa di fiori.
Anche in giocattoli di questo tipo è facile individuare le origini del cinema moderno.

CUP AND BALL
Questo giocattolo constava di un bicchiere di legno, retto da un manico da impugnare, e di una piccola sfera, sempre in legno, ad esso legata da un cappio; lo scopo era quello di fare entrare la sfera nel bicchiere dopo averla fatta saltare in alto.
Da giochi come questo è facile comprendere quanta importanza fosse data a quel tempo allo sviluppo delle facoltà percettive - cognitive.

SAND TOYS
I giochi fatti con la sabbia erano estremamente delicati e perciò custoditi in apposite teche di legno e vetro; essi venivano azionati dal mutamento del tasso di umidità presente nell'aria, funzionando come da segnatempo ( questo è francese, 1850-1870, costruito da Gerard Camagni e custodito oggi presso The Victoria & Albert Museum )
CALEIDOSCOPE

Si poteva guardare attraverso una estremità e vedere un'immagine dai colori vivaci e dalla forma affascinante all'altra estremità. Quando veniva torto o scosso il Kaleidoscope mutava disegno e colori ed era perciò considerato nell'epoca vittoriana questo uno dei giocattoli più  prestigiosi.
THE MAGIC LANTERN
La Lanterna Magica era molto simile a un proiettore per diapositive, solo che invece che alimentarsi con l'energia elettrica ed utilizzare una lampadina, illuminava le immagini e quindi le proiettava grazie ad una lampada ad olio, a petrolio oppure più semplicemente ancora, ad una candela. Le diapositive, illustrate con immagini diverse, poste di fronte alla fonte luminosa, venivano così proiettate sul muro con dimensioni maggiori.
                                             
                                            YO - YO
Conosciuto già dall'antichità - un'antica urna greca reca un dipinto raffigurante un
ragazzo che gioca con uno yo-yo ed è documentato che anche Romani ed Egizi vi giocassero - esso fu uno dei giocattoli che più conobbero celebrità durante il periodo vittoriano. Nel 1866 venne rilasciato a James L. Haven e Charles Hittrick di Cincinnati un brevetto per il migliore yo-yo conosciuto a quel tempo, ma la prima produzione di massa e la conseguente commercializzazione negli Stati Uniti è legata al nome di Pedro Flores, risalente sempre a quel periodo del XIX secolo.
                           POP UP OR MOVABLE BOOKSNati nel 1700 ma di sicuro e particolare successo solo durante l'epoca vittoriana, i libri che per tramite di una linguetta vedevano muovere scenari e figure che componevano le immagini, giocando con le prospettive e con il movimento, raggiunsero in questo periodo l'apice della propria produzione tanto da divenire alcune delle autentiche opere d'arte ( quello nell'immagine qui accanto è la rappresentazione di un teatro, di proprietà di The Victoria and Albert Museum )

A GAME OF DIABOLO, Leopold Franz Kowalski (1856-1931)
Su di un filo teso tra due bacchette in legno doveva scorrere un rocchetto, sempre in legno, senza che mai cadesse in terra: facendolo saltare da una parte all'altra, lo si doveva lanciare in aria e riprenderlo con il filo teso; il nome deriva dal fatto che quasi sembra che dentro la spoletta vi fosse uno spiritello, poichè fatta muovere con velocità, date le acrobazie che le si riesce a far compiere, sembra che neppure tocchi il filo e si muova per opera di un qualche sortilegio.Questo giocattolo ebbe anticamente origine in Cina, ma divenne molto popolare in Gran Bretagna durante il 1800. In realtà molti sono i trucchi che potevano essere perfezionati con pratica ed abilità.


Ammetto che è qualcosa di realmente inverosimile pensare di esaurire un argomento così vasto come quello cui appartengono i giochi ed i giocattoli dell'epoca vittoriana in un solo post, per cui rimando ad uno dei nostri prossimi incontri la trattazione dei giochi da farsi in gruppo e per strada e .. perchè no, dei pop up books, mi si è aperto un mondo innanzi quando ho fatto le ricerche che mi erano necessarie per portare a termine questo mio scritto !
Lasciate quindi che vi saluti tutti con immenso affetto, ricordandovi di conservarvi, se potete, sempre un po' fanciulli ... indipendentemente dalla vostra età ... è uno tra i doni più belli che possiamo fare a noi stessi ...

I grandi sono una razza ambigua e traditrice,
non hanno quella serietà terribile nei giochi propria
dei ragazzi, pure anno anch'essi i loro giochi,
sempre più seri, un gioco dentro l'altro che non si
riesce mai a capire qual'è il gioco vero.


Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, Garzanti, Milano, 1987, p. 51
A presto





Fonti bibliografiche:


Daniela Lasagnini, Il giuoco nella vita del bambino dai tre ai sei anni, Tesi di Laurea in Psicopedagogia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Filosofia ad indirizzo psicopedagogico e Storia, Università degli Studi di Genova, Anno Accademico 1993-1994

Siliprandi, Victorian Life: Victorian Toys and Games, Wayland Editions, 1994




The image of a child playing is generally taken as an expression of the aura of spontaneity and thoughtlessness with which we use to label childhood, without thinking that it's in the game and with the game that a child explores, knows, communicates, grows. 

A child playing is a child who creates worlds and inhabits the worlds he creates; is a child who expresses more than an adult with the use of spoken language can; is a child engaged in a difficult task such as that to explore the reality that surrounds him and rethink it and play it in the light of his own interpretive - creative categories; is a child who lives his environment and modify it with his own hands of inexperienced artist; is a child who will become adult.

The game is the link connecting the intelligence that abstracts from things and intelligence working on the things; is research of a sense for things and experiences able to identify a point of contact between the inner reality and the external objective reality, which is unity of fragmentation and discontinuity of the facts and data of the experience; it's fantasy of omnipotence that becomes fabolously magic action


Daniela Lasagnini, The game in the child's life aged from three to six years, Thesis in Educational Psychology, Faculty of Humanities, University degree of Philosophy ( with educational psychology address ) and History, University of Genova, Academic Year 1993-1994


- picture 1
Since when Queen Victoria decided to promulgate the Elementary Education Act in 1870 which made education compulsory for children between the age of 5 and 13 years throughout the United Kingdom and Scotland, it was, at least in part, returned to childhood its authenticity, because before then children belonging to the poorer classes worked for at least 5-6 hours a day, even at early age, without knowing what their childhood was.
It is true that if since then they began to live as children and get to know, therefore, the magic of game, it is also true that their toys had surely to be different from those of the children belonging to wealthy families: dolls, for example, in the city were probably among the most expensive toys - made of wood, with jointed body and head, the head often made of papier mache, porcelain or wax  ( and these were by far the most valuable ) - because the work and the materials were of prestige ( they often had real hair ), while those who lived in the countryside or in any case was of humble origins had to settle for rag puppets, with hair made of wool or for dolls made with corncobs and dried apples; in any case it is interesting to note that until the late XIXth century dolls represented adult female figures with dresses appropriate at their age and only with the beginning of the XXth century will apear on the market dolls representing small children. 
All of this has probably its most plausible explanation in the fact that Victorian mothers often used dolls to impart educational lessons about life as adults to their daughters, often it was also an excuse to teach them embroidery and sewing, so that they would have been able to make their clothes in their turn, once grown. 
It must be said that Victorian toys and games were all very expensive for the time and therefore also to rich children could be granted very few ... just think the cost of many toys at that time exceeded what a father could earn in a week, in spite of the raw materials with which they were manufactured were very simple and easily available ones, as it was wood along with cardboard the favorite raw materials which they create toys with, wether they were table games, or they were motion toys, understood both as moving games and games that reproduced the movement with a minimum gesture ( such as animated books, kaleidoscopes, and so on ): this was the category of toys that absolutely had the greater success with the children of the time, but ... let's see them in detail, they're so fascinating to our eyes because most of them are completely unknown to us. 
The little ones were playing with wooden cubes
- picture 2 - NESTLING BLOCKS
cubes with different designs on their sides to create fantasy stories or words when they had printed the letters of the alphabet;
- picture 3 - JACK IN THE BOX
often operated by a spring which was loaded to key;
- picture 4 - BUILDING BLOCKS
pieces of wood to build towers, bridges, buildings;
 or with games that allowed them to become familiar with the space



- picture 5 - WOODEN ROCKING HORSE
Since there were no cars in the Victorian era, as you well know, horses were the main mean of transport. This made Rocking Horses and Hobby Horses very popular. The children born into wealthy families could afford a Rocking Horse, so very expensive, while the poorest children were playing with the Hobby Horse that could be built easily at home considering that the body consisted of a wooden pole; at the lower end they were sometimes applied small wheels to render easier the movement of the timber on the ground. In fact, even though they were much cheaper than Rocking Horses, Hobby Horses had the advantage of being mobile and therefore able to be used both indoors and outdoors, while the Rocking ones, although they could be ridden, had to remain stationary in a point and generally inside a room.
- picture 6 - HOBBY HORSE
The children of school age and even older delighted themselves spending their free time with games like these:

- picture 7 - CLOCKWORK TRAINS
These trains didn't become popular until the late Victorian era when a company called Marklin produced as first a complete set of fully welded tin. You could start by purchasing the locomotive and then, little by little, you could buy individual cars to add, but, even if bought in pieces, it was a very expensive toy so as to make it an exclusive prerogative of the children belonging to the wealthy Victorian families: poorest children could only dream of owning a Clockwork Train, alas !
- picture 8 on the right - JACOB'S LADDER
It was a bunch of wooden blocks, tied together by ribbons, that had to be rotated in the right size to compose images, in this case, that of Queen Victoria on one side and that of the Prince Albert on the other.
- picture 9 on the left - THAUMATROPE
It consisted of a disc of cardboard with two loops of thread or leather at their sides and with an image on each face; tending these loops the disc would wheel on itself to make, finally, that the two images, due to an optical illusion, overlapped themselves, and the child's eye perceived an image made of the union of them both.
- picture 10 on the right - PRAXINOSCOPE
We've already understood what was the prestige and success at that time that all the optical toys met, in particular those in which the light and the slide of the images generated a perceptual illusion; well, this is perhaps the most sophisticated model of that kind of toy: a strip of printed images of figures in different poses of movement - birds, butterflies, boxers, acrobats - was made to adhere to the inside of the larger circle, so that they watched the dodecagon made of thin sheets of glass or mirror on which it held the lamp; the light would have made reflect the figures there and, operating the handle placed beneath, would have been perceived in a 'unique' cartoon. Looking back at our past, as it often happens, we can give justification to the present ... just think about the films and the cartoons.
- picture 11 on the left - PHENAKISTOSCOPE
Fixed to a pin and made quickly slide, this wooden disc, with the images that has depicted, would have caused in the baby's eye the perception of a swallow that flew over an expanse of flowers.
Even in toys of this kind it's easy to identify the origins of the modern cinema.
- picture 12 on the right - CUP AND BALL
This toy consisted of a wooden glass, supported by a handle to grip, and a small ball, always in wood, linked to it by a noose; the purpose was to catch the ball into the glass after it has been blown up.
From games like this is easy to understand how much importance was given at that time to the development of perceptual and cognitive abilities.
- picture 13 on the left - SAND TOYS
Toys made of sand were extremely delicate and therefore kept in special thecas of wood and glass; they were driven by the change of the moisture present in the air ( this one is French, 1850-1870, built by Gerard Camagni and now kept at The Victoria & Albert Museum )
- picture 14 on the right - CALEIDOSCOPE
You could look through one end and see a colorful and charming form at the other end. When it was twisted or shaken the Kaleidoscope modified the colors and shape of its images and was therefore considered this one of the toys in the Victorian era's most prestigious.
- picture 15 on the left - THE MAGIC LANTERN
It was very similar to a slide projector, except that instead of electrical supply and of using a light bulb, the images were illuminated and then projected through an oil lamp, or even more simply, by a candle. The slides, illustrated with pictures, placed in front of the source of light, were projected on the wall with a larger size.
- picture 16 on the right - YO - YO
Known since the antiquity - an ancient Greek urn has a painting depicting a boy playing with a yo-yo and it is documented that even Romans and Egyptians  played with it - it was one of the toys that most knew celebrity during the Victorian period. In 1866 it was released to James L. Haven and Charles Hittrick of Cincinnati a patent for the best yo-yo known at that time, but the first mass production and subsequent marketing in the United States is linked to the name of Pedro Flores, dating back to the same period of the XIXth century.
- picture 17 on the left - POP UP OR MOVABLE BOOKS
Born in 1700 but of sure and particular success only during the Victorian era, the books that by means of a label of sheet made move scenes and figures that made up the images, playing with perspectives and with the movement, reached during this period the peak of their production so as to become some of them authentic works of art ( the one in the image beside is the representation of a theater, owned by The Victoria and Albert Museum)
- picture 18 - A GAME OF DIABOLO, Leopold Franz Kowalski (1856-1931)
On a wire stretched between two wooden sticks had to scroll through a reel, always in wood, without ever falling to the ground: making it jump from one side to the other, you had to throw in the air and take it back with the taut wire; its name is drawn from the fact that it almost seems that inside the reel there was a sprite, for if you made it move with speed, given the stunts that you can perform with it, it seems that doesn't even touch the wire and moves through the work of some spell.
This toy came originally from China, but became very popular in Britain during the 1800s; actually it was needed much practice and skill to use lots of tricks in this game.
I admit that it is something really far-fetched to think of exhaust in a single post a subject so vast as that to which the games and toys of the Victorian era belong, for I do prefer to delay to one of our next 'meetings' the topic of group-and-street games .. and why not, that of movable books too, a huge world opened in front of my eyes when I first did the research that was necessary for me to complete this writing ! 
So let me greet you all with great affection, remembering to preserve you, if you can, always a little children ... regardless of your age ... it is one of the most beautiful gifts we can do to ourselves ... 

Adult people are an ambiguous and treacherous breed,
they don't have that terrible earnestness in their games
that boys have, well, they also have their games,
more and more serious, a game inside the other, so as that you  cannot understand what the real game is. 


Italo Calvino, ( Il sentiero dei nidi di ragno / The path of the nests of spiders ), Garzanti, Milano, 1987, p. 51
See you soon 







Bibliographic sources:


Daniela Lasagnini, Il giuoco nella vita del bambino dai tre ai sei anni, Tesi di Laurea in Psicopedagogia, Facoltà di Lettere e Filosofia, Corso di Laurea in Filosofia ad indirizzo psicopedagogico e Storia, Università degli Studi di Genova, Anno Accademico 1993-1994

Siliprandi, Victorian Life: Victorian Toys and Games, Wayland Editions, 1994


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